Produzione industriale: la crescita si indebolisce
di Redazione

Nel periodo tra aprile e giugno 2019, la variazione tendenziale dell’attività produttiva delle industrie è pari allo 0,8%, la più bassa dal secondo trimestre 2015, anche se il dato è positivo per la ventitreesima rilevazione consecutiva;


Nel secondo trimestre del 2019
la crescita congiunturale (sull’ultimo trimestre) della produzione nelle imprese manifatturiere bresciane è pari al +0,4%, mentre quella tendenziale si attesta al +0,8% (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente).

Si tratta in assoluto del dato più basso
dal secondo trimestre 2015, a conferma del progressivo indebolimento dell’industria bresciana, pur in un contesto che rimane ancora leggermente favorevole. La rilevazione si mantiene comunque positiva per il ventitreesimo intervallo consecutivo.

A evidenziarlo sono le indagini congiunturali dell’Ufficio Studi e Ricerche AIB e del Servizio Studi della Camera di Commercio con i risultati al secondo trimestre 2019.

“I risultati del secondo trimestre 2019 sono lo specchio del periodo di stagnazione vissuto dall’economia italiana, ma anche del rallentamento di quella europea, in particolare di un mercato di riferimento per Brescia come la Germania, e delle tensioni sui mercati internazionali – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di AIB –. Il fatto che la rilevazione sia comunque positiva per la ventitreesima volta consecutiva, nonostante il generale indebolimento, mostra la grande capacità della nostra provincia di adattarsi, grazie anche ai numerosi investimenti compiuti in digitalizzazione e 4.0, che continueranno a essere una cifra distintiva delle nostre imprese”.

Le previsioni a breve termine sono moderatamente negative: al netto del calo dell’attività del terzo trimestre, dovuto alla tradizionale chiusura degli stabilimenti nel mese di agosto, si inseriscono in un quadro nazionale in cui si stima un proseguimento della fase di debolezza dei ritmi produttivi. La fiducia delle imprese è continuata a peggiorare nel mese di giugno. Le principali preoccupazioni riguardano, tra l’altro, l’elevata incertezza geoeconomica in seguito alle tensioni commerciali internazionali; l’indebolimento dell’Area euro determinato dalla frenata tedesca; la sofferenza del settore auto; l’incognita sulla trattativa per la Brexit. Sul fronte interno, si aggiungono i timori per l’instabilità politica, per un nuovo inasprimento dell’offerta di credito e per la conclusione del ciclo positivo degli investimenti.

La produzione dell’artigianato manifatturiero bresciano – secondo il Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia - si conferma stazionaria, segnando per il secondo trimestre consecutivo una variazione congiunturale nulla. Il fatturato presenta una dinamica leggermente negativa (-0,4%), mentre gli ordini chiudono in positivo (+1,9%).

Il quadro tendenziale conferma il percorso di rallentamento iniziato nell’ultima parte dello scorso anno. La produzione, infatti, segna una variazione leggermente negativa (-0,2%), il fatturato chiude con un calo dello 0,8%, mentre gli ordini sono in leggera crescita (+0,6%).

Il confronto territoriale evidenzia che l’artigianato bresciano ha conseguito risultati in controtendenza rispetto alla media lombarda.

 

I principali indicatori dell’industria:

§  Con riferimento ai settori, l’attività produttiva è aumentata significativamente nei comparti: materiali da costruzione ed estrattive (+2,5%) e tessile (+1,9%). È cresciuta con minore intensità nell’abbigliamento (+0,6%), nel calzaturiero (+1,0%), nel legno e mobili in legno (+0,7%), nelle maglie e calze (+0,2%), nella meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (+0,6%), nella meccanica tradizionale e costruzione di mezzi di trasporto (+0,5%). È rimasta stabile nel metallurgico e siderurgico (+0,0%), mentre è diminuita nell’agroalimentare e caseario (-0,7%), nella carta e stampa (-0,6%), nel chimico, gomma, plastica (-0,8%).

§  Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 27% delle imprese, diminuite per il 27% e rimaste invariate per il 46%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono incrementate per il 19% degli operatori, scese per il 24% e rimaste stabili per il 57%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per il 25%, calate per il 16% e rimaste invariate per il 59% del campione.

§  I costi di acquisto delle materie prime sono diminuiti per il 12% delle imprese, con un decremento medio dello 0,1%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti non hanno subito variazioni per l’80% degli operatori, per una variazione media nulla (0,0%).

§  Le aspettative a breve termine appaiono moderatamente negative. La produzione è prevista in aumento da 14 imprese su 100, stabile dal 68% e in flessione dal rimanente 18%.

§  Gli ordini provenienti dal mercato interno sono in aumento per il 12% degli operatori, stabili per il 68% e in calo per il 20%; quelli dai Paesi UE sono in crescita per il 14% degli operatori del campione, invariati per il 69% e in flessione per il 17%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari sono in aumento per il 12% delle imprese, stabili per il 70% e in diminuzione per il 18%.

 

I principali indicatori dell’artigianato:

§  Dal punto di vista settoriale restano negative le dinamiche produttive del comparto siderurgico (-7,7%), della gomma plastica (-12,2%). In flessione anche le industrie varie (-6,0%) e la meccanica (-2,3%). Si mantiene in crescita la produzione dell’alimentare (+9,6%), del legno mobilio (+4,3%) e dell’abbigliamento (+1,8%). In leggera crescita la carta -stampa (+1,2%).

§  Il fatturato del comparto artigianato segna dopo 24 trimestri consecutivi un valore tendenziale negativo (-0,8%) seppur contenuto.

§  Gli ordini chiudono il trimestre con una dinamica tendenziale positiva per effetto degli ordini esteri che registrano una crescita sostenuta (+7,8%). Va ricordato, però, che il peso del fatturato riconducibile al mercato estero rappresenta per le imprese artigiane una quota limitata (9,6%).

§  I livelli di occupazione si mantengono in leggera crescita (+0,3%) anche se in decelerazione rispetto al trimestre scorso (+1,1%). La quota di imprese che ha fatto ricorso alla Cassa integrazione guadagni si mantiene pressoché stabile intorno al 3,3% per un totale sul monte ore lavorate complessivo pari allo 0,3%.

§  Le aspettative degli imprenditori evidenziano nel complesso un peggioramento del clima di fiducia che, tuttavia, potrebbe essere dovuto in parte a fattori stagionali (il terzo trimestre, infatti, comprende il periodo delle chiusure estive). Per quanto riguarda la produzione il saldo tra ipotesi di aumento e diminuzione vede prevalere sensibilmente i secondi (-21,1%), così come per il fatturato (-18,2%) e per la domanda interna (-20,8%). Sul fronte della domanda estera e dell’occupazione le attese sono moderatamente pessimistiche anche se resta molto alta la quota di imprenditori che prevedono una sostanziale stabilità.

 
L’Indagine AIB viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. L’indagine sull’artigianato della Camera di Commercio, la cui fonte è l’indagine congiunturale Unioncamere Lombardia, ha coinvolto 182 imprese della provincia, pari a una copertura campionaria del 100%.
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