Battuta d'arresto per l'export bresciano
di Redazione

Nel II Trimestre 2019 export in calo del 3,2% su base tendenziale. Giuseppe Pasini: “L’economia bresciana risente della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, delle incertezze sulla Brexit e del rallentamento tedesco”


Nel II Trimestre 2019 la dinamica delle esportazioni bresciane, che ammontano a 4.335 milioni di euro tra aprile e giugno 2019, è in calo del 3,2% su base tendenziale (rispetto allo stesso periodo del 2018). Si tratta del primo segno negativo dal quarto trimestre 2016. Risulta in crescita del 4,4%, invece, il dato congiunturale (rispetto al trimestre precedente).
 
Le importazioni, pari a 2.464 milioni di euro tra aprile e giugno 2019, diminuiscono del 5,9% su base tendenziale e aumentano dell’1,3% su base congiunturale.
 
Nel periodo gennaio-giugno 2019, rispetto al primo semestre del 2018, la tendenza negativa delle esportazioni bresciane (-1,4%) è peggiore rispetto a quella rilevata in Lombardia (-0,2%). In Italia, invece, la tendenza è stata positiva (+2,7%).
Il saldo commerciale si mantiene positivo: 3.593 milioni di euro, in aumento del 3,7% rispetto a quello del primo semestre 2018 (3.466 milioni di euro).
 
A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dall’Ufficio Studi e Ricerche di AIB e dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia.
La dinamica risente del calo del commercio globale (-0,4% tendenziale nel secondo trimestre 2019, contro +0,5% del primo trimestre e +1,6% del quarto trimestre 2018).
 
“La provincia di Brescia ha risentito, nel secondo trimestre dell’anno, dei fenomeni rilevati sullo scenario mondiale – commenta Giuseppe Pasini, Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana –, in particolare del perdurare della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, con effetti a cascata su altre economie emergenti, delle incertezze sulla Brexit, ma soprattutto del rallentamento della crescita in Germania, il principale mercato di sbocco dei prodotti bresciani. L’export verso il territorio tedesco, infatti, è risultato in calo per la prima volta dal terzo trimestre 2016. Tutto ciò, in un contesto in cui è proseguita la caduta tendenziale dei prezzi delle principali materie prime industriali, influenzando lo sgonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati”.
 
Nel periodo gennaio-giugno 2019, tra i settori, su base annua, i meno dinamici risultano: apparecchi elettrici (-6,5%), mezzi di trasporto (-6,2%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-4,2%), metalli di base e prodotti in metallo (-3,2%).
Un aumento delle esportazioni riguarda invece i comparti: prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,8%), articoli in gomma e materie plastiche (+5,0%), macchinari e apparecchi (+1,8%).
 
Tra i mercati di sbocco, diminuiscono le esportazioni verso Germania (-2,7%), Francia (-2,8%), Stati Uniti (-4,9%), Turchia (-23,7%), Brasile (-24,7%). Crescono le vendite verso il Regno Unito (+2,8%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche negative dell’Unione europea a 28 (-2,1%) e  dei Paesi europei non UE (-5,9%). Positiva la dinamica dell’Asia (+1,8%) e America centro meridionale (+1,7%).
 
Per quanto riguarda le importazioni, sono in diminuzione quelle di metalli di base e prodotti in metallo (-9,2%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (-4,3%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-3,3%), articoli farmaceutici, chimico medicali e botanici (-2,1%).
Risultano, invece, in aumento gli acquisti nei comparti: computer, apparecchi elettronici e ottici (+8,5%), mezzi di trasporto (+4,2%), sostanze e prodotti chimici (+2,0%).
 
Diminuiscono le importazioni da: Germania (-4,4%), Francia (-7,2%) e Paesi Bassi (-9,2%). In contro tendenza la Cina (+10,7%). 
 
 
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