Alla ricerca della pinna perduta
di Elio Vinati

Esplorare nuovi corsi d'acqua rappresenta uno degli aspetti più intriganti della passione alieutica 


Pertanto, individuato il torrente, cerco di raccogliere più informazioni possibili prima di intraprendere l’elettrizzante avventura, consultando innanzitutto una mappa ai fini di studiare il percorso più agevole e capire tempistiche ed eventuali difficoltà; poi mediante internet verifico se ci sono filmati o altro inerenti a quel torrente e infine (forse la fonte più attendibile) interrogo persone che in passato hanno frequentato il ruscello prescelto. 
 
Una volta raccolti i dati mi sento un po' come Jeremy Wade, celebre personaggio della serie televisiva 'River Monsters', le cui avventure hanno raggiunto anche la nostra provincia con una puntata dedicata alla ricerca del  'mostro' del lago di Garda (e recentemente trasmessa su DMAX). 
 
Chissà che anche nel piccolo ruscello che andrò ad affrontare non si celi un 'mostro'. Colmo di adrenalina, quindi, intraprendo il sentiero portando una canna da 3 metri, alcuni piombini, girelle e lenza per pescare 'al tocco'. 
 
Considerata infatti l'esiguità del corso d'acqua ritengo tale tecnica l'unica realmente praticabile per insidiare salmonidi. Il torrente si presenta con tutta la sua vitalità, ruggendo tra rocce e vegetazione nel suo tragitto tortuoso verso valle. 
 
Innesco il classico lombrico dopo aver preparato accuratamente la montatura e calo l'esca nelle prime buchette lasciandola fluire nella corrente nel modo più naturale possibile al fine di destare l'appetito dei salmonidi. 
 
Ed ecco che, dopo poco tempo, una tocca decisa annuncia l'attacco di una trota. Ne scorgo la possente pinna caudale e resto completamente allibito: ferro con forza, la canna si piega e con fatica riesco a spiaggiare la trota. Magnifico! Ora sono sicuro, anche in queste acque vivono dei 'mostri'...
 
 
 
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