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di Redazione

Le storie al gusto “d’Oriente” lasciano spazio alle nuove rubriche, raccontando del più giovane esordiente e marcatore della J. League giapponese


Arriva a Catania appena diciottenne, e subito si trova a meraviglia nel gioco offensivo di mister Marino, che lo utilizza come rincalzo del tridente titolare, e spesso anche dall’inizio.

In Sicilia resta per ben sei stagioni, con una brevissima paretesi al Novara, abbandonando l’isola solo quando la favola catanese inizia a scricchiolare.

Takayuki Morimoto è un ragazzino che gioca con la sicurezza e i mezzi di un veterano. Fa il falso nove, la punta esterna ed all’occorrenza l’esterno di fascia. Veloce, fornito di un sinistro potente e di un buon fisico, non paga affatto la giovanissima età e la non abitudine al calcio italiano.

Poche le sue presenze in nazionale, comunque condite da gol, e nel mezzo una parentesi araba agli ordini di Zenga (all’Al Nasr) prima del ritorno in patria, dove segna ancora e - dati i suoi 31 anni - sembra abbia intenzione di farlo ancora per diverse stagioni.
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