Il coraggio di essere liberi
di Graziano Pezzottini

A Barbaine di Pertica Alta, in occasione della commemorazione dei parigiani caduti per mano fascista, come ogni anno ha preso la parola anche uno studente del Perlasca


Ecco il suo discorso:

Buongiorno a tutti. Io sono Graziano e frequento la terza Amministrazione Finanza e Marketing all'istituto Perlasca di Idro.
Oggi, in questo contesto di grandissimo spessore simbolico ed etico, mi sento particolarmente emozionato. La scorsa settimana, quando mi è stato chiesto di intervenire in una simile occasione, in qualità di rappresentante della mia scuola, ero particolarmente preoccupato, in quanto temevo di non essere all’altezza della situazione.  

Ora, eccomi qua
…L’emozione sta cedendo il passo alla gratitudine nei confronti di coloro che mi hanno invitato, una profonda gratitudine perché mi è stata regalata l’opportunità di vivere in modo consapevole ed attivo la mia cittadinanza in un’esperienza ricca di grandi stimoli.

Allora, circondato in prevalenza da persone più mature
ed adulte di me, mi sento incoraggiato e desidero condividere con tutti voi la mia modesta riflessione. Io sono giovanissimo, ho solo sedici anni, e così come tutti i miei compagni, fortunatamente, non ho vissuto la guerra sulla mia pelle.
Mi sono, però, sempre accostato con particolare interesse e con profondo senso critico ai testi scolastici e non, che parlano dei piccoli-grandi gesti di quei partigiani a noi tanto cari e ben noti che hanno donato il loro enorme contributo alla Resistenza valligiana.

Mi è capitato anche di ascoltare numerose testimonianze dirette e di avvertire una stretta al cuore, sentendo le vicissitudini di alcuni episodi concitati di storia locale raccontati dagli anziani con così tanta dovizia di particolari…
Spesso pensavo ad alcune eroiche famiglie che, appellandosi ad un enorme coraggio, rischiavano di essere fucilate, pur di proteggere un amico, un parente o addirittura un figlio ribelle al regime totalitario.

Sono percorso da forti brividi, riflettendo su quelle persone che, soprattutto nei nostri paesi di montagna, nascondevano i partigiani in rifugi di fortuna, risparmiando loro un triste epilogo.
Pensando e ringraziando dal profondo del cuore tutti coloro che, in un’epoca di dittatura, sono riusciti orgogliosamente ad andare contro le idee che erano state inculcate alla maggioranza, mi sorgono spontanei alcuni interrogativi. Come si vivrebbe oggi se nessuno avesse osato ribellarsi al regime dittatoriale, aspirando con ardore ad un mondo libero e democratico? Noi, giovani del Ventunesimo secolo, siamo altrettanto coraggiosi? Non ne sono convinto…A parole forse sì, ma nei fatti, non credo proprio… 

Spesso, per conseguire un obiettivo nobile,
per una serie di motivazioni, più o meno credibili, non sappiamo collaborare tra di noi con coraggio, generosità, spirito di iniziativa e solidarietà, valori questi a cui si sono ispirati i Ribelli per Amore.
Purtroppo, spesso noi ragazzi guardiamo con ansia al futuro, siamo disorientati e fortemente spaventati dal domani perché non siamo in grado di intuire le sfide che ci riserverà. Il mondo che noi giovani desideriamo è fatto di certezze e non di promesse effimere…

In parecchi frangenti, però,
non sappiamo mettere bene a fuoco i nostri obiettivi…Per ottenere qualcosa, qualsiasi cosa bisogna impegnarsi profondamente, utilizzando al meglio quei diritti di libertà, di pensiero, di voto, di parola, per noi scontati ma frutto di lotte carneficine e di grande spargimento di sangue per tanti che ci hanno preceduto.

Gli uomini e le donne che qui oggi celebriamo, ci indicano saggiamente la strada da seguire. Ci sussurrano di non perdere mai la speranza. Questi cippi levigati ci chiedono di non arrenderci perchè dobbiamo continuare a credere in un mondo migliore. Come possiamo fare, noi ora e in futuro per dare voce perpetua alla loro voce?

Così come loro, i ribelli per amore, hanno saputo distinguersi dagli altri, agendo secondo coscienza, e non temendo di mostrarsi controcorrente in nome di un’idea meravigliosa, chiamata libertà, noi dobbiamo combattere ogni giorno, passo dopo passo, mostrandoci in grado di saper discernere il giusto dallo sbagliato.

In conclusione,
posso dire che io, con grande umiltà, nel mio piccolo, sono proprio contento oggi di fungere da esempio per tanti altri miei amici e compagni di scuola che sempre, in futuro, dovranno ripromettersi di omaggiare questi grandi uomini che ci hanno preceduto. Sono animato da una profonda convinzione: ognuno di noi, ogni uomo, donna, bambino nel corso della propria esistenza può essere un ribelle per amore, salvaguardando diritti acquisiti e cercando di migliorare qualcosa esponendosi anche in prima persona, per quello che ritiene giusto, sempre e comunque.

Graziano Pezzottini

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