Ciao Gian Franco, grande attore!
di John Comini

Ci ha lasciati Gian Franco Broli. L’ho saputo stamattina, mentre camminavo davanti al Teatro Corallo di Villanuova. Mi ha chiamato il simpatico tuttofare Giulio, che mi ha dato la triste notizia. Non ho saputo trattenere le lacrime



Gianfranco l’ho conosciuto quando eravamo bambini, lui aveva un anno più di me. Quando ci incontravamo, mi salutava con un grande sorriso. L’ho visto molte volte recitare con i bravi amici del “Fil de fer”, una compagnia di teatro dialettale formata da belle persone, con la passione del palcoscenico e dell’amicizia.

L’ultima volta che ho visto Gian Franco è stato in primavera, lui mi ha chiesto: “Quand’è che scrivi qualcosa anche per noi?” Io gli ho detto che ero impegnato con il nuovo spettacolo di Paola Rizzi, “però non si sa mai… ”, poi ci siamo salutati.

Qualche mese fa ho incrociato Piergiorgio Marini, gli ho chiesto come fosse andata la bella festa che tutti gli anni il “Fil de fer” organizza a Villanuova, con tanta gente, musica, balli e un ricco stand gastronomico. Lui mi fa: “Bene, ma purtroppo… ” E mi ha detto, commosso, che l’amico Gian Franco era molto malato.

Tant’è che la compagnia ha dovuto annullare gli spettacoli (in uno, a Gussago, li abbiamo sostituiti con un monologo di Paola Rizzi). La notizia mi ha sconvolto, ma speravo in una guarigione che purtroppo non c’è stata.

Gian Franco aveva un grande dono, quello di far ridere la gente. L’arte della comicità è una delle più difficili, ed ha un valore enorme, soprattutto in questo periodo pieno di tristezze.

Gian Franco aveva i tempi comici perfetti, uno spiccato senso dell’umorismo ed una grande capacità di improvvisazione. “Sentiva” il pubblico e quando entrava in scena la gente applaudiva felice. Lui, che all’apparenza sembrava una persona timida e “seria”, sul palco si trasformava, un po’ come l’amico Tano Mora e la mitica Paola Rizzi.

Gian Franco era tra i fondatori della compagnia “Fil de fer”, nata nel 1990 con l’intento di proseguire l’impegno e l’amore per il teatro profusi dal curato don Diego Gabusi. Aveva un bellissimo obiettivo: coniugare l’amore per il teatro dialettale con la solidarietà. 

Elvezio Bussei ed Edoardo Fregoni predispongono il canovaccio delle commedie, creando ambientazione e trama. Gian Franco, come gli altri attori, inventava gag e battute, secondo il motto “Divertire, divertendosi e, se possibile, fare opere di bene”.

Con i 30 instancabili componenti del "Fil de Fer", è riuscito a mettere in scena quasi 500 repliche, suddivise in 28 commedie e 3 farse. Gli spettacoli sono spesso rappresentati nelle piazze, ma anche presso case di riposo o luoghi di cura. Quando c’è la “prima” a Villanuova, c’è sempre il tutto esaurito.

La compagnia ha vinto numerosi premi nelle rassegne, sia per la recitazione sia per la scenografia.

Gian Franco aveva vinto il premio come migliore “macchietta” al Festival nazionale della commedia dialettale “Leonessa d’oro” di Travagliato. Ma sono certo che il premio migliore gli era assegnato dal pubblico, quando rideva ai suoi lazzi e alle sue caricature comiche.

Gian Franco lascia la moglie Licia, i figli Roberto, Simone con Sara, i fratelli, le cognate, i nipoti e tanti amici che gli hanno voluto bene, per il suo carattere dolce e umanissimo. Ma lascia anche gli amici del teatro: Ines Spada, Ornella Marini, Amelia Chiarini, Rosanna Bonati, Pinuccia Zanca, Elvezio Bussei, Edoardo Fregoni, Piergiorgio Marini, Gianfranco Broli, Walter Agostini, Gianni Massardi.

Oggi per noi teatranti è un giorno di grande tristezza. Mi vengono in mente le parole della canzone di De Gregori, “La valigia dell’attore”:

“Eccomi qua, sono venuto a vedere lo strano effetto che fa
la mia faccia nei vostri occhi e quanta gente ci sta

e se stasera si alza una lira
per questa voce che dovrebbe arrivare fino all’ultima fila

oltre al buio che c’è e al silenzio che lentamente si fa
e alla luce che taglia il mio viso…

Siamo una grande famiglia
abbiam lasciato soltanto un momento

la nostra valigia di là
nel camerino già vecchio
tra un manifesto e lo specchio…”


Ma mi sembra giusto ricordare una bella persona ed un bravo attore con il sorriso. E allora, caro Gian Franco, permettimi di dedicarti questa piccola scenetta, con tutto il cuore.

Scena: Paradiso, ufficio di San Pietro.
(San Pietro vede un sacco di gente, santi e beati, che corrono verso una nuvola. Allora riesce a bloccare un angelo, anche lui di corsa)

- “Che sűcét angelì? Endoe vàla töta ‘sta zent de cursa?”

- “Ma come, Pietro, non lo sai? È appena giunto in cielo il Gian Franco Broli, un grande attore comico! E oggi al “Nuovo Teatro Paradiso” farà uno spettacolo per tutti i santi!”

- “Emmaginas! Per tutti i santi! Come faga a stà töta ‘sta zent?! Ghè mia posti asè!”

- “Non c’è problema, Gesù ha fatto un’altra moltiplicazione, quella dei posti a sedere! Pensa che la Madonna e San Giuseppe sono in prima fila!”

- “Chi l’ares mai dit… Alùra vegne anche mé! Spètem che rìe!”.

Ciao Gian Franco, e grazie per i sorrisi che hai regalato a tutti noi!

maestro John

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