La Sp 31 resta chiusa: al semaforo manca... il contatore
di val.

Chiusa da febbraio a causa di uno smottamento che si è subito fermato, l'unica Provinciale di accesso al paese rimane tale in attesa di adempimenti burocratici



Manca il contatore e la strada non riapre.
Stiamo parlando di una Provinciale, l’unica che porta all’abitato di Bione Pieve, la parte alta del centro valsabbino che, dallo scorso mese di febbraio, è raggiungibile solo per vie interne, per altro impraticabili in caso di neve.

I tecnici hanno concordato già un paio di mesi fa
che la Provinciale può essere riaperta, ma solo a senso unico alternato.
Il contatore mancante è quello atteso per poter far funzionare il relativo impianto semaforico.

Una vicenda kafkiana fin dall’inizio quella che riguarda la SP31.

Andiamo con ordine.
La strada è stata chiusa al Km 5 a causa di un abbassamento della sede stradale.
Evento piuttosto strano, perché tutto è successo nel giro di una decina di giorni e in assoluta assenza di precipitazioni atmosferiche.
L’unica acqua sotterranea rinvenuta è stata quella fuoriuscita dal tubo dell’acquedotto e già qui c’è una prima domanda inevasa: la perdita ha causato lo smottamento oppure lo smottamento ha causato la rottura del tubo?
Uovo e gallina a parte, non è una questione di secondaria importanza, perché ci vorranno dei bei soldoni per ripristinare per intero la viabilità.

Non si può dire che l’amministrazione comunale di Bione non abbia fatto la sua parte, anzi.
Dato che la Provincia col passare di mesi ha dimostrato una immobilità pari ai new jersey piazzati di traverso per impedire transito alcuno, Bione si è sobbarcato l’onere della perizia geologica (parzialmente rimborsato dalla Comunità montana).

Una volta rilevato coi sensori che dopo la riparazione del tubo nulla si è più mosso, il Comune ha proceduto anche all’acquisto dell’impianto semaforico per gestire il senso unico alternato, condizione “sine qua non” perché la Provincia potesse concedere la riapertura della (sua?) strada.

La situazione paradossale però va avanti: il semaforo c’è, da più di un mese, manca però l’alimentazione.
Sarebbe sufficiente qualche decina di metri di cavo, perché un bionese che abita lì, purché quella strada possa riaprire ed evitare di percorrere tre chilometri per andare in paese, ha messo a disposizione il suo, di contatore.

A Bione però vogliono fare le cose “per bene”, così a inizio ottobre viene avviata la pratica per ottenere una “fornitura temporanea di energia elettrica”.
«Per giorni non ne abbiamo saputo nulla, poi è capitato qui per altre questioni un tecnico di Unareti e l’abbiamo in pratica obbligato a fare immediatamente il sopralluogo – ci hanno detto in municipio -. In questo modo siamo riusciti ad ottenere un preventivo: abbiamo pagato e ora siamo in attesa che Unareti piazzi il contatore».

Quando finalmente ci sarà il contatore dovrà essere A2A ad allacciarlo alla rete, questa è la prassi.
Chi richiede una nuova utenza lo sa: fra un’attesa e l’altra possono passare mesi.

E la strada rimane chiusa. Possibile che in casi di questo tipo non sia possibile attivare procedure d’emergenza?

.in foto: il blocco stradale; in primo piano sulla destra lo scavo per la sistemazione dell'acquedotto; il piccolo tombino che ospita un snsore di movimento.

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