Succede a Eno
di Mario Pavoni

Sognare non costa nulla. Il presidente del Consiglio potrebbe avere altro da fare che leggere questa lettera di Mario Pavoni, ma a tutti noi piacerebbe che lo facesse



Suona il telefono, è il mio caro amico Beppe, mi vuole offrire un caffè in un luogo a sorpresa.
Partiamo in macchina e si inizia a seguire il corso dell’Agna.
Inutile chiedergli della destinazione, ho capito che non me lo dirà.

Ad un tratto, oltrepassando l’abitato di Degagna, capisco finalmente che la nostra meta è il piccolo centro di Eno.
Gli raccomando di andare piano soprattutto nelle curve, ma lui si diverte a vedermi preoccupato.
Con grande mio sollievo, finalmente, arriviamo nella piazzetta di Eno.

Mi accompagna nell’unico bar,
dove veniamo accolti gentilmente dalla titolare signora Laura, che lo gestisce da circa cinquant’anni.
Mentre ci prepara amorevolmente un ottimo caffè, inizia a parlare con il mio amico e capisco che lui, in questo posto, è di casa.
Lo informa, quasi con le lacrime agli occhi, che a fine anno, sarà costretta a chiudere i battenti in quanto le ultime norme varate dal governo, non le consentono un minimo di tornaconto.

Rimango molto perplesso sentendo tutto ciò, in quanto in un borgo di così poche persone, l’unico punto di aggregazione è appunto questo bar e per una normativa sproporzionata per simili realtà, considerando anche il fatto che il collegamento ad internet a Eno è assai proibitivo, va a far morire la socializzazione di un pugno di cittadini, come è già successo qualche anno fa, anche all’unico negozio di alimentari.

Entro in punta di piedi nella conversazione cercando di sondare qualche barlume di fattibilità.
La nostra discussione viene interrotta dall’arrivo di tre cacciatori provenienti dalla Fobbia che, infreddoliti, ordinano tre caffè corretti con la “margì” e commentano la mattinata andata piuttosto male.

Salutiamo tutti e ci avviciniamo alla macchina per il nostro rientro, naturalmente visto come ha guidato nell’andata il mio amico, perentoriamente gli chiedo le chiavi, altrimenti avrei preferito scendere a piedi.

Durante il viaggio, un’idea mi frulla nella mente: non ho la pretesa che il Presidente del Consiglio, Conte, si degni di leggere queste righe sgrammaticate, ma il mio Sindaco, che non manca di sensibilità, non può intraprendere un aiuto in modo che questa realtà possa continuare ad esistere per tener vivo un piccolo borgo come lo è Eno ?

Nella mia vita ho sempre fatto dei sogni e molti di questi si sono avverati, chissà se anche questo potrà diventare uno di quelli.

Con cordialità Mario Pavoni

   
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