La banda del... buchino
di Salvo Mabini

Rubavano benzina forando i serbatoi delle auto. Causando così molto più danno ai derubati di quello che effettivamente si portavan via. Presi dai carabinieri di Vestone


I Carabinieri della Stazione di Vestone, hanno tratto in arresto un 44enne pregiudicato residente a Salò che, insieme alla sua fidanzata poi denunciata a piede libero, è ritenuto responsabile delle razzie avvenute la scorsa estate sulle auto a Casto, Vestone, Brescia, Lodrino e Marcheno.

La tecnica era sempre la stessa: di notte cercavano vetture appetibili parcheggiate in luoghi isolati alle quali praticavano un foro al serbatoio col trapano e succhiavano via tutta la benzina.

Un’azione pericolosa per le conseguenze che avrebbe potuto provocare, ma anche assai fastidiosa per i derubati: oltre che ritrovarsi senza benzina dovevano ricorrere all’autoriparatore per il cambio del serbatoio.

A partire dalla prima denuncia
i Carabinieri hanno ricostruito una decina di episodi anche se la sensazione è che siano molti di più e mai denunciati, perché considerati di lieve entità o comunque causa di danni non rimborsabili.

I due sono stati individuati in modo del tutto fortuito e l’occasione è arrivata quando l’uomo è stato denunciati alla Procura di Brescia agli inizi di agosto dai carabinieri di Sabbio Chiese perché alla guida dell’auto nonostante avesse la patente sospesa.
Nel bagagliaio sono state rinvenute taniche, tubi e trapano, ma ancora nulla si sapeva della sua attività criminale poiché ancora nessuna denuncia era stata sporta.

Da quel momento è partita una ricerca minuziosa sul territorio
per trovare i riscontri, anche visitando i meccanici del territorio per accertare quante persone avessero avuto quel problema.

Messe insieme le prove, documentate anche con immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso, i militari si sono presentati per la perquisizione domiciliare ritrovando tutta l’attrezzatura utilizzata nel corso delle effrazioni.

Il gip del Tribunale di Brescia ha disposto per l’uomo gli arresti domiciliari, mentre la donna aspetterà il processo in stato di libertà.

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