A proposito di ponti
di red.

La “rotonda quadrata” di Ponte Caffaro, da tempo ferma al palo, è stata oggetto nei giorni scorsi di una nuova interrogazione alla Provincia Autonoma di Trento. Il punto col consigliere Alex Marini


«Il “mistero buffo” dei ponti sul Caffaro continua a far ridere e infuriare in egual misura la popolazione, che si deve confrontare con un’opera pur finita nel 2017 che però non è ancora stato possibile aprire per evidenti problemi di passaggio dei mezzi pesanti» scrive il consigliere regionale trentino Alex Marini (5Stelle).

Poi aggiunge: «Un’opera  finanziata per oltre 3,8 milioni di euro dall’ente pubblico, quindi dagli stessi cittadini (per la precisione dalla Provincia di Trento tramite l’ex “Fondo ODI”, oggi “Fondo Comuni Confinanti).
Grazie ad una risposta di Regione Lombardia siamo riusciti ad entrare in possesso di notizie più esaustive sulla vicenda e il quadro che ne è uscito, come si poteva immaginare, non è roseo.

Semplificando al massimo, per rendere funzionale la cosiddetta “rotatoria quadrata asimmetrica” sul Caffaro servono risorse extra che si spera di ottenere dai risparmi causati dai ribassi d’asta precedenti.
Il traffico fra Trentino e Lombardia continua a scorrere sul vecchio ponte del 1906 che però abbisogna con urgenza di un allargamento e soprattutto dell’adeguamento statico e sismico.

Una situazione che appare ormai surreale
, sulla quale ho presentato una nuova interrogazione, anche per capire cosa sia disponibile a fare la Provincia di Trento, che tramite gli uffici competenti si è incontrata col Comune di Bagolino il 21 ottobre scorso e che, visto il ruolo ricoperto nel “Fondo Comuni Confinanti”, è l’ente che di fatto tiene in mano i cordoni della borsa.

L’interrogazione che ho presentato il 20 novembre
riassume nei dettagli eventi, costi e tempistiche della vicenda del nuovo ponte sul Caffaro. Fra le cose notevoli da segnalare come detto c’è che la situazione del vecchio ponte appare grave, tanto che le verifiche effettuate hanno evidenziato “notevoli carenze strutturali e la non rispondenza alle norme vigenti” della sua capacità portante.
Per consentire al meglio la circolazione e per far sì che la “rotatoria quadrata asimmetrica” possa avere una speranza di funzionare nel suo complesso, serve allargarlo e metterlo a norma.

Il tutto ad un prezzo salato per le casse pubbliche,
cioè almeno 652.724,44 euro, cioè il costo scritto nel progetto esecutivo dell’intervento, che il Comune di Bagolino spera di ottenere dal “Fondo Comuni Confinanti” con la messa a disposizione delle risorse risparmiate col ribasso d’asta della costruzione del nuovo ponte, il quale a sua volta, per poter funzionare pare proprio aver bisogno a sua volta di modifiche le quali, non serve nemmeno dirlo, avranno dei costi.

Se a tutto ciò aggiungiamo che la stampa ha dato notizia di un interessamento alla vicenda del ponte da parte della Corte dei Conti, il ginepraio sembra completo».

Il testo completo dell’interrogazione lo trovate qui

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