Sportina selvaggia
di Mario Pavoni

Nel bene e nel male un paese cambia, fra innovazioni e forti resistenze. Anche in questo caso Mario Pavoni si dimostra osservatore attento. Pubblichiamo volentieri la sua lettera che riguarda la sua Vobarno



In questo periodo, quando gli impegni familiari me lo consentono, mi imbacucco per bene, visto la mia età non più giovanissima, ahimè, cappello con visiera e faccio il giro del mio paese: Vobarno.
Mi soffermo compiaciuto nel vedere come sono migliorate le vie da quando mancano i “famigerati” cassonetti e le strade con le piazzette vengono continuamente ripulite.

Ormai è solo un ricordo, rimosso, la catasta di sportine dell’immondizia attorno ai cassonetti. Oggi tutto questo fa parte del passato.
Entrando in paese dal ponte “nuovo”, l’immagine che veniva data era veramente desolante.

Tuttavia, nel mio girovagare, mi imbatto, ogni tanto, in una sportina abbandonata.
Un po’ di tempo fa non ci si faceva caso, ma oggi tutto questo fa male perché significa disprezzare il duro lavoro che comporta il servizio stesso e la mancanza di rispetto dei cittadini.

Passo oltre e noto i cestini “intelligenti” ed anche qui un’altra sorpresa: qualcuno si è permesso di infilarci, forzatamente, la sua sportina, complimenti.

Arrivo in via De Zoboli.
Questa, una volta, era la via lussuosa per eccellenza di Vobarno: io mi ricordo benissimo i vari negozi: la salumeria, i tessuti di tutti i tipi, le varie e tipiche osterie, una addirittura con il gioco delle bocce, parrucchiere per uomo e per donna, calzature, mobili, calzolaio, due banche, mercerie, ferramenta, casalinghi di ogni tipo, tabaccheria, panificio, articoli sportivi, il famoso fiorista noto in tutta la valle ed infine la Cooperativa Lavoratori A.F.L. Falck, dove potevi trovare di tutto ed il rispettivo veniva segnato su di un libretto azzurro saldato poi ogni quindici giorni.

Oggi di tutto questo è rimasto solo un bel ricordo, per le persone, come me, dai settant’anni in su.
Ora i negozi sono spariti e percorrendo questa via mi trovo difronte a due grandi sacchi neri dell’immondizia, abbandonati. A malicuore penso a come è cambiata questa via!

Poiché è mia abitudine approfondire le cose, scopro che oltre un centinaio di utenti, non ha ancora ritirato i contenitori per l’immondizia.
Allora mi chiedo: come fanno questi cittadini a smaltire ed a differenziare i loro rifiuti.
Risposta: Sportina selvaggia.

Nel tempo Vobarno si è dato delle regole, che puntualmente vengono disattese da alcuni residenti della via, a scapito del buon vivere civile; fino alla sera la via si presenta abbastanza accettabile, al mattino, alcuni punti della stessa, si trovano nelle orribili condizioni, come si può vedere dalle foto allegate.

Ritorno sconsolato verso casa
e penso al modo più intelligente per risolvere questo spinoso problema; non credo che le sanzioni amministrative portino ad un risultato a lungo termine, anche se questo può essere un primo passo, solo con un modo di pensare più vicino ad una convivenza civile può dare risultati positivi: ai posteri l’ardua sentenza.
 
Con cordialità Mario Pavoni


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