Sciopero «del freddo» al Perlasca
di Luca Ferrari

La mattina del 10 dicembre 2019 si è tenuto uno sciopero dell’Istituto G. Perlasca di Vobarno riguardante la questione del riscaldamento. Il fatto ha suscitato molte critiche. Ecco alcune testimonianze e anche la mia opinione


Come ogni giorno gli studenti sono sparsi nel parcheggio di fronte alla scuola, purtroppo già da qui si nota la presenza di molti meno alunni rispetto al solito.
Col passare del tempo si iniziano a vedere i primi studenti entrare dal cancello poiché non interessati allo sciopero o comunque non autorizzati dai propri tutori, molti altri invece, fra quelli partecipanti allo sciopero, si sono direttamente allontanati dal luogo della manifestazione.

Nonostante la circolare rilasciata il 9 dicembre dalla Dirigente scolastica, in cui esplicitava che il problema si sarebbe risolto a breve e che lo sciopero dunque sarebbe stato immotivato, sono rimasti un numero minimale ed esiguo di studenti, fra cui UNO SOLO dei 6 membri della lista “UnITIS”, nonché rappresentante d’Istituto Andrea Scalvini frequentante la 4^AI.

Dopo circa 15 minuti, è uscita dal cancello la Dirigente scolastica assieme ad una docente, avvenimento che ha fatto dileguare praticamente tutte le già pochissime persone presenti, riducendo il numero dei manifestanti a meno di una decina.
Anche qui si enuncia la “serietà” di questa manifestazione.

Per precisare, questa protesta sarà durata forse 30 minuti, facendo sembrare il tutto una presa in giro.

Ora però, vediamo cosa ne pensano gli alunni di altre classi.

- Anonimo 1 (4ME): “All'interno della scuola non c'è buona comunicazione, i rappresentanti sono intervenuti all'ufficio tecnico, che non ha comunicato nulla alla preside, avremmo dovuto mandare una mail magari.

Lo sciopero è completamente sbagliato! La causa è giusta ma l'atto è sbagliato: non è la concezione corretta di sciopero.
È protesta, che bisogna fare con la presenza che non c'è stata. In conclusione una cosa di questo genere è inconcepibile, anche se potremmo aver suscitato qualcosa alle orecchie di chi era l'obbiettivo.

Questo non è segno di partecipazione, bensì di immaturità e di mancanza di senso del dovere.
Concludo con una domanda che ha un intento provocatorio: “Serve ogni anno arrivare a questo punto per risolvere un problema?”

- Anonimo 2: “È stato, dal mio punto di vista, organizzato molto velocemente, ne sono venuto a conoscenza lunedì 9 dicembre.
Dato il suo svolgimento non penso sia andato come doveva andare, visto che, comunque, solo il Rappresentante d'Istituto Scalvini ha avuto il coraggio di parlare direttamente alla Preside”

- Anonimo 3 (3AE): “Secondo me è stata una presa in giro nei nostri confronti, nei confronti dei docenti e della Dirigente scolastica. Non c'è stato neanche un minimo di interesse da parte nostra, poiché alcuni erano al bar, altri sono rimasti direttamente a casa e alcuni sono entrati in classe”

- Anonimo 4: “Lo sciopero avrebbe avuto senso solo se le persone non fossero scappate, creando un confronto diretto con la professoressa e la Preside.
Inoltre è insensato l'accanimento di alcuni professori sugli studenti, nel senso: questi professori, pur sapendo dello sciopero, si sono accaniti su di essi. Protestare è un diritto degli studenti, se c'è un problema, e nessuno può negarlo.

Quello che è successo, compresa la circolare, è stato percepito come un incitamento alla lesione dei diritti degli studenti.
Lo sciopero è stato fatto, ma non ha avuto molto impatto, anzi.
Di certo la Preside è apparsa comprensiva e ha accettato lo sciopero alla fine”

Per concludere, penso che questo fallimento sia dovuto al relativo disinteresse di noi studenti, alla disorganizzazione, all’incoerenza di alcune persone e alla mancanza di senso del dovere e di unione.

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