Traffico di animali selvatici
di Salvo Mabini

Cinque arresti e più di 170 uccelli protetti sequestrati: è il bilancio di un’operazione antibracconaggio portata a termine dai Forestali di Vobarno giovedì sera


Giovedì scorso 12 dicembre, i carabinieri forestali della stazione di Vobarno con il supporto dei militari del Nipaaf di Brescia, hanno sorpreso in flagranza i cinque soggetti presso il casello autostradale di Brescia Est, mentre concludevano una compravendita illecita di avifauna destinata al mondo venatorio.

Si tratta di due residenti in provincia di Treviso di 61 e 35 anni, un bresciano di 69 anni, un 59 enne di Bione e un 61 enne di Agnosine.
L’attività investigativa ha così confermato la presenza sul territorio bresciano di una vera e propria rete criminale dedita al traffico di avifauna selvatica, che opera con il preciso scopo di conseguire profitti illeciti.
Durante le perquisizioni personali, infatti, i militari hanno rinvenuto somme di denaro contante per oltre 5.000 euro, che gli indagati cercavano di occultare accuratamente.

La perquisizione è stata estesa anche all’esercizio commerciale di uccelleria che apre a Brescia, di cui è titolare uno degli arrestati.
Qui sono stati rinvenuti e sequestrati oltre quaranta uccelli catturati nell’ambiente naturale e pronti per essere venduti ai cacciatori capannisti come richiami vivi: animali che erano stati muniti di anelli identificativi contraffatti, con il chiaro intento di far credere che fossero nati in allevamento.
Sono stati rinvenuti anche vari strumenti utili alla contraffazione degli anellini.

Gli animali sequestrati al casello dell’autostrada, provenivano dalla provincia di Treviso ed erano trasportati da due soggetti ai quali è stata contestato il reato di furto aggravato in danno dello Stato.
Subito dopo l’interrogatorio, nel corso del quale i due, uno dei quali recidivo, hanno confessato i propri crimini al pm dott. Francesco Carlo Milanesi, questi sono stati liberati e verranno giudicati dal Tribunale di Treviso.

Questa mattina invece è stato convalidato l’arresto per il reato di ricettazione dei tre acquirenti: il bresciano titolare dell’uccelleria, che si è macchiato anche del reato di aggressione a pubblico ufficiale, e i due soggetti uno di Bione e l’altro di Agnosine.

Rischiano una pena fino ad otto anni di reclusione ed oltre diecimila euro di multa.

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