El Mago
di Luca Rota

Il quarto ed ultimo appuntamento con le storie “dal mondo ed oltre”, ci pone al cospetto di una figura calcistica di elevato spessore, un talento cristallino che ha deliziato i palati della massima serie nella seconda metà degli anni Novanta per poi svanire come d’incanto


Immaginandolo agire alle spalle di una coppia di attaccanti, come i due che lo hanno preceduto in questa meta-rubrica (Chhnetri e Vryzas), sono certo che un personaggio come Fabian O’Neill avrebbe concesso loro grandi occasioni da gol, tanto agonismo e massicce dosi di gran calcio.

Cognome irlandese, classe e carattere sudamericani, numeri da grande e vita spericolata. Questa la carta d’identità di uno dei più forti calciatori uruguayani degli anni Novanta e Duemila. El Mago, è così che lo ribattezzarono in patria.

A Cagliari si fece amare per quelle giocate tanto difficili quanto spettacolari che eseguiva con semplicità, con quel fisico che col passare degli anni diventava sempre più “rotondo”, senza però mai perdere in brillantezza e tecnica.

L’occasione gliela presentò la Juve, quando ad inizio millennio lo scelse come vice-Zidane, o semplicemente come O’Neill e basta.

L’esperienza bianconera però risultò essere deleteria, e del gran numero dieci ammirato nei cinque anni in terra sarda, rimasero solo il ricordo e qualche brutta e timida prestazione.

Si ritirò giovanissimo, a trent’anni non ancora compiuti, dopo una breve parentesi a Perugia ed il ritorno nell’amato Nacional in terra natia. Intervistato qualche anno addietro rivelò di lavorare in un bar.

Magari non sapremo mai se ciò corrisponda a verità, c’è di certo solo che Fabian O’Neill è stato delizia per gli occhi di chi ha avuto il piacere di vederlo giocare, incarnando il prototipo del fantasista uruguagio e sciorinando giocate da paura.

In fondo però non c’era poi così tanto da stupirsi; era El Mago.
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