Sarà presto digitalizzato il dattiloscritto
Il «Sergente nella neve» ha casa a Vestone. Uno dei dattiloscritti originali del romanzo di Mario Rigoni Stern - scomparso lunedì a 86 anni - si trova infatti nella biblioteca «Ugo Vaglia» del paese valsabbino, donato dallo stesso autore nel 1977

Il «Sergente nella neve» ha casa a Vestone. Uno dei dattiloscritti originali del romanzo di Mario Rigoni Stern - lo scrittore alpino che raccontò la ritirata di Russia, scomparso lunedì a 86 anni - si trova infatti nella biblioteca «Ugo Vaglia» del paese valsabbino, donato dallo stesso autore nel 1977 come ringraziamento per la cittadinanza onoraria che gli venne attribuita. Non solo: complice l’amicizia che lo legava con Felice Mazzi, farmacista e «cronista» del paese, Rigoni Stern pubblicò frequentemente propri scritti sul locale bollettino «El Vistù», offrendo ai lettori della valle i propri ricordi della vita alpina e della guerra.

«Il manoscritto verrà digitalizzato entro l’autunno - annuncia Giancarlo Marchesi, presidente della Commissione della biblioteca -: lo trasferiremo in formato pdf su un cd, e sarà consultabile da studiosi e appassionati». L’opera, sotto il titolo originale di «Ricordi di Russia» («fu Elio Vittorini a dare il titolo definitivo, quando nel 1953 il romanzo fu pubblicato nei "Gettoni" Einaudi» spiega Marchesi), consta di 104 pagine di carta velina fittamente dattiloscritte, su cui Rigoni Stern annotò di propria mano commenti e correzioni. Un documento fondamentale per lo studio dell’opera dello scrittore: due manoscritti e due dattiloscritti del «Sergente» sono custoditi al Fondo Manoscritti dell’Università di Pavia. «Sappiamo che ne esistevano cinque copie: una - aggiunge Marchesi - è all’Imperial War Museum di Londra». La moltiplicazione dei dattiloscritti si deve al fatto che l’autore ne fece varie copie da inviare a più editori, in vista di una possibile pubblicazione.

Vestone, insomma, è una piccola patria per Rigoni Stern, che durante la seconda guerra mondiale comandò il battaglione Vestone, appunto, e che nella località bresciana volle tornare per reincontrare gli alpini con cui divise fatica e tragedia. Felice Mazzi, farmacista del paese di origine veneta, gli fece da guida in queste visite, e attraverso la sua attività di «storiografo» locale, fin dagli anni ’60 tenne una rigorosa contabilità di tutte le notizie vicine e lontane che riguardavano, oltre che Vestone, anche l’amico scrittore, raccogliendo i ritagli di giornali e riviste in preziosi «Album» che la biblioteca ha iniziato a digitalizzare per agevolarne la consultazione. «Mazzi chiamava Rigoni Stern a partecipare alla vita del paese, e gli chiedeva di scrivere qualche nota per il bollettino che pubblicava» ricorda ancora Marchesi. «El Vistù» conobbe quindi la firma illustre dello scrittore-alpino, che a quelle pagine - tutte ancora da studiare - affidò ricordi e commenti praticamente inediti.

Mazzi scomparve nel 1999, appena dopo l’ultima visita di Rigoni Stern in occasione dell’inaugurazione della nuova Casa degli alpini (lo scrittore tornò nel Bresciano anche l’anno successivo, per le celebrazioni alpine a Inzino, e nel 2003 per le manifestazioni in città per Nikolajewka). A Vestone, Rigoni Stern era stato anche nel 1990, quando nella ex caserma Chiassi della frazione di Mocenigo, già convento dei Cappuccini, poi prima sede del battaglione Vestone, infine passata al Comune, gli alpini inaugurarono il restauro dell’antica cappelletta, quasi una restituzione all’originaria destinazione sacra, di parte di un monumento che parla della storia alpina.

Ora la decisione di rendere accessibile agli studiosi e al grande pubblico il dattiloscritto del «Sergente» custodito in biblioteca, dove sono raccolte, naturalmente, tutte le opere di Rigoni Stern. Un omaggio ad un autore che amò la montagna e la celebrò nelle proprie pagine, ed un modo per far conoscere Vestone oltre l’epopea di Russia.

gio. ca.
da Giornale di Brescia
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