Antibracconaggio nel Parco Alto Garda
di Redazione

Dopo un’operazione di soccorso ad un giovane capriolo ferito gli agenti del distaccamento di Vestone hanno fermato un 58enne e un 29enne di Tremosine per illeciti venatori



Martedì scorso una pattuglia di tre agenti della Polizia Provinciale è stata allertata in mattinata dal Comando Centrale di Brescia per un'operazione di soccorso ad un giovane esemplare di capriolo ferito che si era rifugiato nel parco di una villa a Barbarano di Salò.

Non senza difficoltà gli agenti sono riusciti a mettere in sicurezza l'animale, cui sono state prestate le cure necessarie per un’escoriazione apparsa tuttavia superficiale, che ha consentito l'immediata liberazione dell'ungulato.

Così è avvenuto: gli uomini della Provinciale hanno caricato l'animale sulla Jeep di servizio e si sono diretti verso Tremosine, nella zona di Val Negrini presso il Parco Alto Garda, ove hanno rimesso in libertà il giovane capriolo.

Sembrava così volgere al termine una giornata di ordinaria attività, quando gli agenti hanno udito un colpo d'arma da fuoco. Insospettiti si sono posizionati in zona, cercando di individuare la direzione di sparo e riuscendo ad udire altre due fucilate.

Dopo un breve appostamento gli uomini del Distaccamento di Vestone hanno fermato due persone, un 58enne e un 29enne di Tremosine, padre e figlio, in atteggiamento alquanto sospetto.

Nonostante le rassicurazioni dei due uomini, che hanno negato in un primo momento alcun coinvolgimento negli spari, un'accurata perquisizione degli agenti sul veicolo ha permesso di rinvenire, occultato in un doppio fondo del mezzo, una carabina winchester calibro 270 con ottica di precisione, tre proiettili esplosi ed uno integro.

Non solo: gli agenti hanno rinvenuto anche una vera e propria dotazione da bracconaggio consistente in capienti zaini, ottiche, binocoli, telemetri, visori notturni, radio ricetrasmittenti, segacci, coltelli a pugnale, guanti e sacchi di plastica, tutto il necessario per individuare, abbattere e macellare sul posto quanto il Parco avrebbe offerto tra caprioli, cervi o cinghiali.

Dopo l'ammissione di responsabilità dei due gardesani, le operazioni si sono concluse a Tremosine con l'arrivo sul posto del Comandante della Polizia Provinciale intervenuto da Brescia. Dagli accertamenti eseguiti è emerso che il 58enne risultava privo di licenza di caccia perché già sospesa, mentre il figlio deteneva ed impiegava munizioni non denunciate.

Oltre al sequestro di tutto il materiale, armi e munizioni, i due tremosinesi denunciati a piede libero dovranno ora rispondere in concorso tra loro di caccia senza licenza, caccia in giorno di silenzio venatorio (il martedì non è giorno di caccia), porto illegale d'arma da fuoco all'interno di zona vietata come il Parco Alto Garda, detenzione e utilizzo di munizioni non denunciate, omessa custodia di armi e munizioni.

Le operazioni si sono quindi concluse in tarda serata con il sequestro del materiale e la denuncia all'Autorità Giudiziaria dei due fermati.


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