«Sono indignato per quanto è stato scritto»
di Paolo Maggi

Gentile redazione di “Valle Sabbia News”, mi sia permesso rispondere alla triste "Lettera firmata", del giorno 11 c.m., attribuita ad “alcuni ragazzi” e, secondo me, attribuibile anche ad alcuni suggeritori che ragazzi non sono più

 
Sono indignato per quanto è stato scritto perché offende, a mio avviso, la memoria di Giuseppe Cernecca, padre della signora Nidia alla quale Vobarno ha voluto conferire la cittadinanza onoraria, trucidato il 3 ottobre 1943 durante torbidi a Pisino (Istria).

I “ragazzi” scriventi si scagliano contro la distorsione dei fatti storici.
Bene, sappiano che essa viene realizzata quando, come hanno fatto loro, i fatti storici non vengono circostanziati. Scarnissimi sono, ad esempio, nella lettera i riferimenti documentali e ciò non depone a favore della verità storica.

Cominciamo con una disamina che vorremmo puntuale: viene scritto che l'uccisione del povero Cernecca è, a detta di storici (chi?) inverosimile. Vi fa, tuttavia, riferimento il Presidente Mattarella nel suo discorso ufficiale per il Giorno del Ricordo appena trascorso.
E' anche lui male informato? Crede in cose inverosimili contraddette dagli storici? E sì che ho sempre pensato che le massime cariche del nostro Stato disponessero di fonti autorevoli. Evidentemente mi sbagliavo.

Si sviluppano poi quattro punti ai quali rispondo così:

1) Si fa capire che i partigiani titini
non odiassero gli italiani in quanto tali, dal momento che soccorsero nostri militi che stavano per essere deportati in Germania nel settembre 1943.
In quell'episodio formazioni partigiane non si mostrarono avverse agli italiani, ma in tanti altri episodi sì e ciò era funzionale ad un disegno di azzeramento della presenza italiana in quelle zone, fortemente voluto e perseguito dal maresciallo Tito.

Deliri di un nostalgico? Non direi, visto che la Commissione congiunta storico-culturale Italiano-Slovena, che ha lavorato dal 1993 al 2000, scrive: ”Tali avvenimenti ... appaiono in larga misura il frutto di un progetto politico preordinato” (Rapporto finale dei lavori 1993-2000; R.Pupo, La tragedia delle foibe).

Tra l'altro, a sostegno di una certa tendenza ad “amare” gli italiani, a guerra finita i nostri militari che fuggivano dalla Germania passando dalla Jugoslavia vennero arrestati di nuovo e costretti a lavorare duramente.

2) Si parla di punti assolutamente improbabili
nella narrazione della Cernecca, ma non li si evidenzia e ciò non appartiene al lavoro dello storico.

3) Si afferma che la Cernecca non può essere definita una teste
perché a quei tempi era piccola (è nata nel 1936).
Questo, a mio giudizio, è un bene perché almeno non ebbe a vedere di persona lo scempio che venne fatto al corpo del padre, il cui cadavere venne disperso.
A dir il vero qualcuno la denunziò anche per diffamazione e falsa testimonianza, accuse da cui venne prosciolta il 23/10/2007.

4) Si tenta di mettere in cattiva luce la Cernecca suddetta dicendo che quando venne a Gargnano durante la RSI un suo zio era al seguito del Duce e una sua zia faceva la maestra ai figli del dittatore.
E' questa una colpa? In un'Italia che era stata largamente fascista per tutto il Ventennio?
Penso che si debbano vergognare d'essere stati fascisti quegli italiani che si macchiarono d'atrocità e non chiunque avesse a quei tempi professato il fascismo.
La zia maestra, tra l'altro, a guerra finita verrà epurata per due anni con l'interdizione dalla docenza.

Si dice, aggiungo,
nella lettera che la Cernecca è faziosa perché nelle scuole presenta i fatti a partire dal 1943 e non dalle “politiche di segregazione fasciste e [di] pulizia etnica adottata sistematicamente dagli italiani contro quelle popolazioni nel 23 anni precedenti”.
Non si considera che la signora in questione è parte offesa ed è esule.
Penso si possa perdonare ad un esule di trattare le cose con un occhio più puntato su ciò che ebbe a patire e, comunque, l'Italia non realizzò pulizie etniche di nessun genere ai confini orientali.

Posso accettare la critica di una certa politica semi-segregazionista in alcune zone istriane e giuliane.
Il nazionalismo, il fascismo e una certa voglia di revanscismo per le “truffe” subite dalla nostra diplomazia a Londra (ricordo che all'Italia erano stati promessi molti territori jugoslavi che poi entrarono nel Regno dei Serbi, Croati e Sloveni della dinastia Karageorgevic) non agevolarono i rapporti tra i vari gruppi e tnici dello scenario balcanico.

Si accusa, ancora, la Cernecca
di essere stata sempre strumentalizzata e si cita una sua letterina infantile di auguri al Duce.
Caspita, i “ragazzi” della lettera sono molto ben imboccati, pardon... informati!
Da quando è parte del lavorìo di ricostruzione storica la lettera augurale di una bimba al capo del fascismo?
Se ne scrivevano a tonnellate in Italia! (G. Raucci, Caro Duce).
Che valore vogliamo attribuirvi?

Da ultimo, non si intende accettare l'accostamento
tra la signora Cernecca e la senatrice Segre, ma lo si fa nella lettera contrapponendole come bambine perché una scrisse gli auguri al Duce mentre l'altra ha tenuto poco tempo fa un impressionante, e commovente aggiungo io, discorso al Parlamento Europeo.

Allora chiedo
: se dite che è inqualificabile accostare le due donne perché qui lo fate? Voi potete, altri no?
O gli accostamenti sono inqualificabili quando non vi fanno comodo e diventano, invece, accettabili quando corroborano le vostre tesi?

Non obietto nulla su quella che viene definita “inopportuna”, cioè la contestuale attribuzione della cittadinanza onoraria vobarnese a Cernecca e Segre solennizzando così Giorno della Memoria e Giorno del Ricordo.
Questo è un giudizio squisitamente politico e, si sa, ognuno la vede a modo suo. Non condivido, ma comprendo e rispetto.

La vostra lettera, cari “ragazzi”,
si tinge molto di rosso, un rosso ideologico che non ha nulla di cui vantarsi nei confronti del nazismo e del fascismo se non per averli sconfitti entrando a Berlino nel maggio 1945 e per il numero di morti che ha fatto, purtroppo di molto superiore a quello delle due dittature europee che ci precipitarono nella Seconda guerra mondiale. Benedetta anche dai Russi comunisti che la vinsero, con gli Alleati, ma la iniziarono anch'essi attaccando la Finlandia e la Polonia nel 1939 e privando di un'indipendenza da pochissimo raggiunta gli stati baltici.

Ah, dimenticavo, massacrando anche i quadri dell'Armata Nazionale Polacca (foresta di Katyn) incolpandone i nazisti.

Cordiali saluti. Prof. Paolo Maggi, Vallio Terme

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