The corner kicker
di Luca Rota

Tanti anni fa, guardando “90° minuto” in tv, assistetti ad un gol di Roberto Baggio particolarmente estroso, che mio zio passando di là definì “alla Palanca”


Se del Divin Codino conoscevo già vita, morte e miracoli, mi incuriosì sentir pronunciare quel nome, e volli conoscere la genesi di quel gol del suo esecutore.

Siamo negli anni Settanta, dove per un lungo periodo (post sconfitta nel Mondiali del ’62) fu proibito ingaggiare calciatori stranieri, cosicché in una Serie A interamente italiana si scoprivano profili interessanti, capaci di giocate sublimi e di colpi da cineteca.

Perché se quando pensiamo al calcio straniero abbiamo in mente immagini idilliache di campioni tecnici e talentuosi, è bene sapere che anche i nostri campionati non erano da meno.

Massimo Palanca la sua carriera la costruì nel Catanzaro, dove fu compagno di squadra di Claudio Ranieri, e dove segnò tanti gol sia nella massima serie, che in B ed infine in C1.

Il gol “alla Palanca” citato da mio zio, specialità della casa dell’attaccante marchigiano, aveva una semplice particolarità: veniva direttamente da calcio d’angolo.

Ben tredici volte l’attaccante giallorosso la buttò dentro calciando dalla bandierina, naturalmente di sinistro (suo piede preferito) e sempre col giallorosso catanzarese indosso.

Sembrerebbe ovvio che la forte punta baffuta non sapesse segnare solo da calcio d’angolo, e le tante altre marcature messe a segno su azione gli valsero l’interesse del Napoli, dove però non riuscì a sfondare.

Ancora oggi però, quando un calciatore segna dalla bandierina, c’è qualcuno seduto in poltrona o sul divano intento a ricordare che quel gol è stato segnato “alla Palanca”.

Mio zio credo lo faccia ancora; chissà che non lo abbia pensato anche Roby Baggio.
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