Una filastrocca contro il virus
di Giuseppe Maiolo

In questo momento non c’è solo il Coronavirus da fronteggiare. C’è piuttosto la paura, che per certi versi contagia molto di più



Di certo le nostre ansie che dovremmo saper gestire, l’incertezza che aumenta giorno dopo giorno, ci rendono un po’ tutti più vulnerabili ed esposti all’insicurezza dei tempi che viviamo.

I bambini non sono da meno. E più sono piccoli e più vivono le paure evolutive comuni a tutti i bambini perché non conoscono il mondo e i suoi pericoli. A questi piccoli e grandi timori si aggiungono però anche le paure degli adulti, le preoccupazioni dei genitori, le ansie della comunità che li circonda, che spesso non sa contenere e che, non di rado, produce panico.

Con il Coronavirus sta accadendo questo. Il bombardamento di notizie allarmanti contagia gli adulti che non sanno che fare e cosa dire a sé stessi. Men che meno hanno parole tranquillizzanti per i loro figli, in particolare per i bambini, i quali in silenzio e per conto loro si costruiscono pensieri mostruosi e terribili che non osano comunicare a nessuno.

A loro invece gli adulti devono parlare. Devono dire chiaramente cosa sta accadendo senza aspettare che essi chiedano spiegazioni. Va detta la verità con parole semplici e chiare, perché possano capire cos’è questo virus nuovo che ancora non conosciamo e ci spaventa.

È fondamentale non mentire, ma nemmeno appesantire il loro sguardo sul mondo con le nostre visioni sfiduciate o apocalittiche. Per prima cosa il genitore dovrebbe essere in grado di controllare la sua angoscia e ai più piccoli restituire tranquillità e fiducia. Più che spiegare il fenomeno in termini scientifici, si dovrebbero dare indicazioni su come comportarsi, a cosa prestare attenzione e dare rassicurazioni.

Per quella diffusa paura che serpeggia ovunque, sarebbe meglio raccontare storie fantastiche.
Sono sempre di grande utilità le fiabe classiche, quelle dei Fratelli Grimm, ma possono andar bene anche le tante narrazioni fantastiche per l’infanzia che usano il linguaggio della fantasia per narrare le paure e i terrori che tutti i bambini provano.

La cosa importante da ricordare delle fiabe è che parlano sempre di paura e di mostri, di lotta e di prove da superare ma che, in definitiva, ogni storia finisce bene. Così il lieto fine serve ai bambini per rassicurarli, tenere viva la fiducia che le difficoltà si superano e contenere l’angoscia e la paura.

Pensando a questi bambini, a quelli della scuola dell’infanzia e della primaria che hanno bisogno della sicurezza e della tranquillità dei grandi, ho scritto una filastrocca da leggere ai piccoli, ma anche giocare e mimare insieme soprattutto nei ritornelli. Il ritmo e la musicalità delle filastrocche li aiutano a tranquillizzarsi divertendosi insieme con gli adulti, genitori e insegnanti, che dedicano loro attenzione e tempo.


Una filastrocca per il virus

Cantiamo insieme come in un gioco
Abbiam paura ancora per poco
Virus virello non ci provare
se ti avvicini io so scappare

Coronavirus lo chiaman tutti
e molti grandi fan sogni brutti
Ti fa paura ed è piccino
ma non è proprio un fantasmino

Tu non temere piccolo mio
l’allarme forte non è un brusio
serve per fare con precisione
alcune cose con attenzione

Lava le mani più volte al giorno
e sai che il virus se ne va d’intorno
Resta distante da chi ha la tosse
anche se sai che non son percosse

Copri la bocca se starnutisci
e metti le mani quando tossisci  
Se vedi in giro una mascherina
non è di certo una copertina

ma un buon modo di preservare
chi non vogliamo contagiare
così in prigione facciam finire
Coronavirus che non può colpire

Cantiamo insieme come in un gioco
Abbiam paura ancora per poco
Virus virello non ci provare
se ti avvicini io so scappare

Virus virello non ci provare
perchè sappiam che cosa fare!

Giuseppe Maiolo, psicologo psicoanalista, autore con Giuliana Franchini di Filastrocche sul cuscino (Ed. La meridiana) e Ciripò gatto fifone (Ed. Erickson)

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