Se n'è andato Gianni Grassi
di Aldo Pasquazzo

Una figura importante per Storo, già vicesindaco e capogruppo degli Alpini, ha segnato la vita sociale e sportiva della comunità storese degli ultimi decenni



Da tempo non stava bene e con frequenza sottostava a ripetute terapie al Santa Chiara che raggiungeva a giorni alterni in autobus dopo essere approdato in città con il pullman di prima mattina proveniente da Storo.

Gianni Grassi se n'è andato in silenzio ieri, all’età di 79 anni, ma non travolto dall'ondata di coronavirus, lasciando un vuoto in diverse realtà storesi da lui vissute e portate avanti in prima persona.

Quell'omone, con casa e uffici a Spenigòl, lascia la moglie Luisa e tre figli: Paola, Fausta e Claudio, quest'ultimo un tempo anche allenatore del Calciochiese.

Negli anni 80 Gianni Grassi era stato protagonista all’interno delle varie istituzioni storesi: prima consigliere di minoranza e poi vice sindaco e dentro il Cda della Rurale; ma la sua figura era emersa sia nello sport che negli alpini, dove era stato capogruppo per oltre quindici anni.

All’epoca vicino alla Settaurense e successivamente dentro lo stesso casato biancoverde (1968) aveva portato la pallavolo. Allora si giocava alle Piane su campi di cemento a cielo aperto e con magliette di lana a forma di canottiere. L'entusiasmo però era grande (come lui) e i risultati furono subito incoraggianti ponendo a sua volta la Pallavolo Settaurense (presieduta prima da Adriano Candioli e poi da Angelo Grassi e Luciano Armanini) tra le più interessanti realtà regionali a cui ha fatto seguito la svolta nel minivolly e la serie C con la Pallavolo femminile. Poi quella realtà sportiva passò nelle mani di Giampietro Beltramolli e Salvatore Moneghini che traslocarono i campi di gioco prima alla palestra delle scuole medie e poi del Palastor.

Ma Gianni, come detto, non si era limitato a sport e alpini, ma nella vita amministrativa aveva espletato il ruolo di secondo dell'ora sindaco di Storo Fiorindo Malfer. Professionalmente, insieme al fratello Giacomino, aveva creato la Grassi Costruzioni, sulle orme di papà Enrico. Negli anni 60, i due fratelli – con il mitico operatore sardo Andrea Olivieri - a Madonna di Campiglio e Passo Carlo Magno avevano realizzato prima l'hotel Savoia e poi palazzine e condomini.

In una di quelle stagioni il “gigante buono” era riuscito a traghettare per un giorno alle Piane di Storo l'abatino del calcio nazionale, ossia Gianni Rivera. Domani, mercoledì, alle 14,30 l'orazione funebre nell'area cimiteriale adiacente la cappella di Sant'Andrea.
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