McGoleador
di Luca Rota

Si chiude questa parentesi dedicata ai “90s”, per fare ritorno ai giorni nostri, senza però escludere nuove scorribande nei tempi andati, alla ricerca di nuove figurine in compagnia di un pizzico di nostalgia e tanto amarcord


Per scoprire la figurina odierna, si va in giro su e giù per la penisola, arrivando anche a sconfinare oltre il vallo di Adriano, su terreni ritenuti al tempo poco sicuri dai romani, dove però il calcio pionieristico trovò la sua prima evoluzione nella seconda metà dell’Ottocento.

Mini-premessa.
Non è un gioco da ragazzi farsi appena mezza stagione in Scozia, e segnare una caterva di gol.
Aggiungici il Mondiale distante solo sei mesi, e sembrerà più che logico sognare la chiamata azzurra. Chi non lo avrebbe fatto?

Marco Negri però i gol li aveva fatti anche in Italia, tra la C1 (Novara, Ternana e Bologna) e la B (Cosenza e Perugia), e fu solo dopo aver sospinto i grifoni all’approdo nella massima serie che, insieme ad un giovanissimo Gattuso, le ali le spiegò anche lui, direzione Glasgow, sponda Rangers.

Nei primi cinque mesi in terra scozzese con la maglia dei blu protestanti, la sua media realizzativa toccò picchi fantastici. Furono 29 le reti messe a segno da fine agosto a dicembre, con gli auspici per l’anno a venire che più rosei non avrebbero potuto essere.

Poi come in ogni favola che si rispetti
, un imprevisto arrivò a sconvolgere i piani del centravanti milanese; un infortunio subito durante una partita di squash, tanto sciocco quanto fatale, lo tenne fuori dal campo per quasi tre mesi.
Come se non bastasse vi si aggiunse un infortunio muscolare, e fu così che nei successivi tre mesi riuscì a segnare appena 4 reti.

Nel computo totale della stagione fu un bel bottino,
che lo piazzò addirittura nei primi dieci in corsa per la Scarpa d’oro, ma che non bastò per confermarlo nella Scottish Premier l’anno seguente, anticipandone in Inverno un anonimo ritorno in Italia.

Tornato in patria
galleggerà tra Vicenza, Bologna, Cagliari, per chiudere concedendosi un ritorno perugino prima del ritiro, senza però mai più ritornare quello di un tempo.

Chissà come sarebbe andata se quel pomeriggio, invece di andare a giocare a squash con Porrini (al tempo i Rangers erano una mini-colonia italiana), fosse andato a bere un bicchiere in qualche pub di Glasgow!
Col senno di poi, diremmo che avrebbe figurato tra i 22 di Francia ’98, se si pensa che da quella lista restarono fuori mostri sacri come Zola e Casiraghi, che di quella nazionale erano stati i trascinatori.

È anche vero però che col senno di poi, tutto sarebbe stato possibile, ma il responso finale ebbe veramente poco della favola, e molto più del rimpianto.

Anche se quella partenza da record
, non abbandonerà facilmente i ricordi dei supporters scozzesi, e se oltre il vallo di Adriano chiederai ad un tifoso dei Rangers di Marco Negri, certamente ti racconterà dell’attaccante italiano che segnò 5 gol in una sola partita al malcapitato Dundee.

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