Entro dieci giorni istanze e osservazioni al progetto
di red.

E' la decisione presa dopo la videoconferenza con il Ministero dell'Ambiente. La preoccupazione dei sindaci del Chiese: “Per ora nessuna reale apertura, speriamo nel prossimo tavolo tecnico”



Soddisfatto l'Ato, dubbiosi i sindaci dei Comuni dell'asta del Chiese. Queste le prime reazioni al termine della videoconferenza con il Ministero dell'Ambiente alla quale hanno preso parte tutti i soggetti coinvolti nel progetto del nuovo depuratore del Garda: Regioni, Ato, Comuni, Arpa, consorzi di bonifica e associazioni ambientaliste.

Saranno dieci i giorni a disposizione per chi vorrà presentare in forma scritta istanze e osservazioni relative al progetto. A questa fase di coinvolgimento dei soggetti del territorio seguirà, entro un mese, un secondo tavolo tecnico con il Ministero per dare il via alla fase autorizzativa.

A rappresentare i Comuni dell'asta del Chiese in collegamento c'erano il sindaco di Gavardo Davide Comaglio, quello di Montichiari Marco Togni e quello di Muscoline Giovanni Alessandro Benedetti. L'impressione dei sindaci coinvolti è stata ancora una volta quella di trovarsi di fronte ad un progetto già deciso, anche se uno spiraglio di apertura potrebbe essere rappresentato dall'istituzione del nuovo tavolo tecnico con il Ministero.

“Questo consentirà di ridiscutere il tutto – ha dichiarato Comaglio al Giornale di Brescia - sulla base sia della relazione che invieremo nei prossimi giorni al ministro Costa per spiegare perché siamo contrari agli impianti sul Chiese, sia della risposta che arriverà da Roma. Ci ostiniamo, insomma, a credere che l’ultima parola non sia ancora stata detta e che ci sia la possibilità di far valere le nostre ragioni”.

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