L'ultimo saluto alla Lidia dell'Ufficio collocamento
di Redazione

Così era conosciuta Lidia Miorelli di Pieve di Bono, per anni al servizio di coloro che erano alla ricorda di un’occupazione


Era conosciuta come la Lidia dell’Ufficio collocamento, dato che per quasi 30 anni era stata al servizio dei “cerca lavoro” in quel di Pieve di Bono.

Erano gli anni nei quali in valle i collocatori avevano per nome Adelio Radoani e poi Loredana Montessanti nello stesso ufficio di Creto, Olga Tolettini a Condino e Olivo Zontini e Carlo Girardini, prima uno e dopo l'altro, a Storo.

Lidia Miorelli vedova Maestri se n’è andata ieri l'altro all'età di 86 anni, lasciando tre figli: Cristina, Massimo e Nicola.

Era una donna tutta d’un pezzo, abile nello sbrigare tutte le pratiche di coloro che cercavano un'occupazione. Nel 1954, anno d'inizio dei lavori idroelettrici tra la Valdaone e Storo, lei era una principiante ma aveva come maestro quel Delio Radoani che a Pieve di Bono arrivava da Condino puntualmente con la corriere delle 7.

In valle all'epoca, sotto il marchio di più imprese (Salci, Chini, Lodigiani, Astrid, Delfavero e Mazzalai) erano quasi tre mila coloro che dalla Valcamonica, Triveneto e Calabria si erano aggregati a locali e valsuganotti nel trivellare le montagne dove far scorrere l'acqua fino ai laghi artificiali di Bissina, Boazzo, Ponte Morandin, Cimego e Storo.

Lidia aveva sposato Silvietto, prima dipendente Brescian e successivamente Edison e poi Enel, prima a Pieve di Bono e poi a Trento. Quest'ultimo negli anni 50 era considerato uno dei pezzi forti dell'argenteria calcistica degli amaranto di Pieve di Bono.

Già in coda agli anni 50 il popolare Silvietto dominava sia nella prestigiosa Coppa Nicolini e poi nel Campionato Giudicarierse, per poi più tardi rivestire anche la maglia del Trento. Era il ciclo pallonaro che all'epoca faceva riferimento a Condinese, Settaurense, Tione, Fiavè, Pinzolo, Malè, Tiarno Molina e il Prati Ponte Arche.
200604_Lidia_Miorelli.jpg