Mente valsabbina nello studio della NSC12
di red.

Si chiama Arianna, è di Idro, ricercatrice alla Statale di Brescia. Nei giorni scorsi è salita alla ribalta internazionale per una scoperta che potrebbe portare a realizzare un farmaco contro il mieloma multiplo


Arianna, che abita a Idro ed ha 38 anni, dopo aver frequentato il Battisti a Salò, si è laureata in biotecnologie mediche ed ha cominciato a fare ricerca a Milano in seno all’Istituto Nazionale Tumori.
Da otto anni è rientrata a Brescia ed è tornata a vivere stabilmente a Idro.

Arianna Giacomini e Roberto Ronca, sono i coordinatori del gruppo di ricercatori del dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale dell’Università Statale di Brescia che ha scoperto la molecola in grado di rallentare la crescita e l’attività metastatica delle cellule di mieloma multiplo.

«La molecola NSC12 - spiegano i due ricercatori - potrebbe permettere l’identificazione di nuovi farmaci in grado di bloccare la crescita del mieloma multiplo anche in quei pazienti che non rispondono o hanno sviluppato resistenza ai trattamenti farmacologici attualmente in uso nella pratica clinica».

L’importante risultato si è conquistato la copertina di giugno della rivista Cancer Research.
Dopo le leucemie, il mieloma multiplo è il secondo tumore del sangue più frequente spesso incurabile a causa della sua resistenza alle attuali terapie farmacologiche ed alla sua capacità di dare origini a metastasi ossee.

«La ricerca dimostra la capacità della molecola NSC12 di inibire l’attività del fattore di crescita FGF, responsabile della crescita e dell’attività metastatica delle cellule di mieloma multiplo, e conseguentemente di indurre il suicidio (“apoptosi”) delle stesse cellule tumorali, determinando così il rallentamento della crescita del tumore e l’inibizione della sua capacità di originare metastasi in modelli preclinici», spiega Arianna.

La strada verso il farmaco è ancora molto lunga, ma oggi il team bresciano si gode la soddisfazione dei risultati raggiunti. La molecola era già stata identificata una prima volta nello stesso laboratorio del Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale dell’università di Brescia dal professor Marco Presta.

.in foto: Marco Presta, Arianna Giacomini, Roberto Ronca

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