L'iperico, nel bene e nel male
di val.

A Ponte Caffaro, dopo la tradizionale raccolta, all’erba di San Giovanni, nell’erboristeria Bolandini dedicano anche una mostra


Prima la raccolta dei fiori d’iperico, dopo la mezzanotte, poi il raduno in San Giacomo.
Sotto il porticato dell’antico eremo è stato bruciato l’iperico vecchio, per mandar via tutte le energie negative e come auspicio per il futuro. Poi la quindicina di presenti ha iniziato a preparare l’oleolito nuovo.

Così, come accade da 12 anni,
seguendo le indicazioni dell’erborista Pierfranco Bolandini, a Ponte Caffaro è stata vissuta la notte di San Giovanni, che segna il solstizio d’estate, la notte migliore per raccogliere la miracolosa “erba” che del santo porta anche il nome: l’Iperico.

E perché la conoscenza di questo vegetale possa essere più accurata
, mettendone in evidenza le proprietà e anche le controindicazioni, il Bolandini ha organizzato a mostra la sua erboristeria, che apre affacciandosi sulla 237 del Caffaro a Ponte Caffaro.

«Tutti sono i benvenuti
– fa sapere l’erborista -, basta che siano disposti a rilasciarmi una dichiarazione, su ciò che della mostra li ha colpiti di più».

Per un’intera settimana, la mostra sarà visitabile la sera dalle 20 alle 22, su prenotazione, condizione necessaria per garantire il rispetto della normativa sul Covid, che permette di entrare nel negozietto uno alla volta.

Per prenotare: Pierfranco 349 568 7375

.in foto: Pierfranco Bolandini, alle sue spalle uno dei pannelli di cui è costituita la mostra.


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