Lettera indiscreta al legislatore
di Mario Pavoni

In questi giorni abbiamo toccato il punto più basso della nostra giustizia: un sistema clientelare per le nomine delle cariche più importanti dello Stato


I vari articoli dei codici penali e civili che compongono il nostro ordinamento giuridico sono scritti in modo ambiguo, tale che “solo” secondo l’interpretazione dei giudici, viene applicata la legge.

Quindi ti puoi trovare ad essere giudicato colpevole nonostante la tua innocenza e viceversa: questo a seconda dell’avvocato che ti difende.
Assistiamo in continuazione all’arresto “provvisorio” di funzionari dello Stato corrotti, in quali poi alla fine, nonostante prove inconfutabili, normalmente non perdono il posto di lavoro: quindi si preparano alla prossima abbuffata.

Abbiamo pure assistito all’arresto e alla detenzione per solo sei mesi rispetto agli anni inflitti, dopo estenuanti processi, al nostro governatore lombardo per le malefatte alla sanità.

Mi chiedo
: come mai in Germania le patrie galere accolgono circa cinquemila “colletti bianchi” e in Italia arrivano a malapena a duecento?
Inoltre mi pongo la domanda: le persone che compongono l’organismo di giustizia sono veramente tutte necessarie? Come hanno fatto a portarsi lo stipendio sopra i duecentomila euro annui?

La cosa più scandalosa è stata la scarcerazione di circa cinquecento super mafiosi condannati al “41 Bis” solo per paura che venissero contaminati dal corona virus, come se la cosa fosse una normalità.

Lo sanno tutti, oramai, che le grandi organizzazioni criminali hanno i rappresentanti nelle Istituzioni democratiche e quindi fanno sì che certe leggi partano come un cavallo di razza e alla fine arrivano un “musso”.
Infine mi chiedo: come mai le riforme riguardanti i cittadini normali non vengono mai attuate e sono promesse e rinviate alla successiva legislatura?

Tu, legislatore, a cui ho dato il mio consenso e che non ti conosco, vuoi risolvermi almeno alcuni problemi elencati riguardanti la povera gente?

Per concludere, constata questa situazione in cui si trova la giustizia italiana, è ancora valido il motto inciso nei tribunali: "La legge è uguale per tutti"?

Cordialmente
Mario Pavoni

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