Una federazione per la tutela del Chiese e del lago d'Idro
di Cesare Fumana

Le 17 associazione del “Tavolo delle associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro” hanno dato vita a una federazione per meglio incidere sulle questioni ambientali del territorio: priorità il no al maxi depuratore a Gavardo e Montichiari


Da semplice coordinamento fra sodalizi e comitati ambientalisti, a una vera e propria federazione “per avere la veste giuridica che dia la forza di difendere adeguatamente l’intero patrimonio ambientale del bacino”. Per questo nel febbraio scorso, è nata la “Federazione del Tavolo delle associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro”. Presidente è Gianluca Bordiga, presidente dell’associazione Amici della Terra Lago d’Idro Valle Sabbia, che ha dato il via al coordinamento.

Attualmente sono 17 le associazioni (*) che ne fanno parte, ma altre sono pronte ad entrarvi, tutte operanti in almeno uno dei 30 Comuni dell’asta fluviale del Chiese, lunga 160 chilometri, che attraversa 2 Regioni e 3 Provincie.

Contratto di fiume
«Abbiamo già iniziato ad impostare – afferma Bordiga – il percorso procedurale per arrivare ad un Contratto di fiume, che ovviamente comprenda il territorio dalla sorgente fino alla sua immissione nell’Oglio».

No ai maxi depuratori
Già nei mesi scorso il Tavolo ha affrontato la gravissima minaccia ambientale del progetto che vorrebbe trasferire nel Chiese la depurazione della sponda bresciana del lago di Garda.

«Nell’autunno e inverno scorso
abbiamo organizzato 9 assemblee pubbliche informative zonali per informare il maggior numero di cittadini sul danno che ne deriverebbe per il fiume Chiese se quel progetto venisse realizzato; quel percorso informativo si è compiuto con la manifestazione del 12 gennaio scorso a Gavardo».

«Oggi, essendo informati anche sulla discussione in corso tra il Ministero e quei Sindaci dei Comuni del Chiese, ci rendiamo conto che è stata completamente ignorata tutta quella parte fluviale a monte del Comune di Gavardo, ovvero gran parte della Valle Sabbia e tutto il Trentino, ben due terzi dell’asta fluviale; quest’ultimo, il Trentino, per giunta è un dominus del bene demaniale. Tutto questo territorio del bacino imbrifero, quello a monte delle aree individuate per trasferirvi la depurazione della sponda bresciana del Garda, non può essere ignorato, come se la sorgente del fiume fosse altrove».

Non solo Gavardo e Montichiari
«Anche la recente riunione del cd. Tavolo Tecnico svoltasi il giorno 1 giugno scorso ha trattato la tematica tenendola circoscritta alle sole aree dei due Comuni di Gavardo e Montichiari; ma è una grave mancanza, che limita enormemente lo sguardo e non considera appieno i rischi di sofferenza ambientale che tale progetto, se venisse realizzato, porterebbe al bacino imbrifero del Chiese; se il progetto venisse realizzato, data l’inadeguatezza del corpo idrico recettore, potrebbero essere richiesti indispensabili rilasci fuori misura dal lago d’Idro e dai bacini di raccolta in Trentino.
È indispensabile che il Ministero si pronunci in merito, ed estenda le valutazioni sui rischi di squilibrio ambientale sull’intera asta fluviale.

Questione sistema irriguo
«È una affermazione destituita di ogni base tecnica seria dire, come qualcuno ha detto in quella riunione del Tavolo Tecnico, che portando nel Chiese lo scarico della depurazione del Garda si rimpingua il fiume stesso, perché il fiume chiese non ha bisogno d’esser rimpinguato, avendo sorgente sul ghiacciaio ha la sua costante portata media che gli dà la vita sull’intero arco temporale dell’anno, ma invece ha bisogno d’esser rispettato, mantenendogli il deflusso ecologico in ogni tratto.

«Oggi è chiaro, anche dalla dichiarazione dell’AIPO, della quale c’è traccia sul verbale pur provvisorio della recente riunione del Tavolo Tecnico, che questo progetto che vorrebbe trasferire una gran parte della depurazione del Garda nel Chiese è stato concepito per mantenere ulteriormente l’attuale sistema irriguo del comparto agricolo della alta e media pianura orientale lombarda, che irriga ancora con l’obsoleto sistema cd. a scorrimento; sistema che necessità di grandissime quantità di acqua dolce, depauperandola, impoverendo i corsi d’acqua naturali e gli specchi d’acqua.

Difesa anche per vie legali
«La nostra Federazione vuole altresì precisare che nella sua azione, per coerenza con i propri principi costitutivi, non muoverà mai attacchi personali, né mai si lascerà coinvolgere in deleterie questioni locali, ma difenderà con ogni forza possibile l’intera asta fluviale ed il suo lago d’Idro, partendo dall’opposizione al progetto di trasferire nel Chiese la depurazione gardesana; e questa difesa, se necessario, la porterà avanti anche muovendo adeguate energiche azioni legali ovunque sia possibile.

Nell’occasione della conferenza stampa è stato anche presentato il logo della federazione, realizzato dal grafico Mario Boer.


(*) Elenco associazioni che hanno datato vita alla Federazione del Tavolo delle associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro:
1. Assoc.ne Amici della Terra Lago D’Idro Valle Sabbia;
2. Assoc.ne Cambia Rotta Carpenedolo;
3. Assoc.ne Empatia Blu Remedello;
4. Assoc.ne Klousios Centro Studi e Ricerche Basso Chiese Casalmoro;
5. Assoc.ne Pescatori Alto Chiese;
6. Assoc.ne SOS Terra Montichiari;
7. Assoc.ne Tre Salti nel Bosco Mezzane Calvisano;
8. Assoc.ne Verso il DES Basso Garda;
9. Club Pesca a mosca Brescia;
10. Comitato Cittadini Calcinato;
11. Comitato Magnifica Salò;
12. Comitato Ricreativo Culturale Acquafreddese;
13. Fondazione Zanetto Montichiari;
14. Gruppo Ecologico del Chiese Casalmoro;
15. Legambiente Montichiari;
16. L’Isola Gruppo Volontari per l’Ambiente Remedello;
17. Unione Pescatori Bresciani.

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