Famiglie con figli lasciate indietro
di Cristian Fontana

«Le scrivo perché a seguito della comunicazione ricevuta stamattina, si specifica che le famiglie non residenti a Roè Volciano non potranno più usufruire del servizio mensa», così ci scrive un lettore di Vobarno. Pubblichiamo volentieri


Gentile direttore,


Il periodo del coronavirus è stato molto difficile, è stata un' emergenza improvvisa che ha colto tutti di sorpresa; noi famiglie con figli piccoli ci siamo dovute adattare alle scuole chiuse, con tutte le problematiche lavorative connesse.

Noi in famiglia siamo in 5, abbiamo 3 bambini che frequentano rispettivamente la scuola secondaria (medie), la scuola primaria (elementari) e la piccolina la scuola materna.

Siamo residenti a Vobarno, ma per esigenze logistico/lavorative, a suo tempo abbiamo scelto di portare i nostri bambini alle scuole di Roè Volciano che fanno parte dello stesso Istituto Comprensivo di Vobarno.

Con estremo stupore stamattina ricevo un messaggio SMS dal Comune di Roè Volciano che ci avvisa che dal prossimo anno il servizio di mensa scolastica non sarà più fornito ai non residenti.

In pratica l'unica cosa certa è che i non-residenti dovranno arrangiarsi, anche se nel loro documento c'è scritto che "si stanno ancora valutando, spazi, tempi scuola e le relative soluzioni attuabili" senza nemmeno sapere dove e quando gestiranno la mensa, oltre a quali saranno i nuovi orari.

Ci avessero avvisato che i posti in mensa sono meno a causa delle restrizioni e ci fosse stata una graduatoria (come per il passato) dove i non residenti si mettono in coda l'avrei forse capito, ma dire fin da subito che per i non residenti non ci sarà il servizio di mensa sembra proprio una discriminazione.

Come mai nel documento pubblicato non si danno alternative ? Possibile che non ci sia una soluzione per aiutare le famiglie? Anche chiedendo un ulteriore contributo aggiuntivo ?

Il tutto in considerazione del fatto che il documento da loro menzionato (documento conclusivo del 28.05.20 del Comitato Tecnico Scientifico) cita:

"Il consumo del pasto a scuola rappresenta un momento di fondamentale importanza sia da un punto di vista educativo, per l'acquisizione di corrette abitudini alimentari, che sanitario in quanto rappresenta un pasto sano ed equilibrato. È pertanto fondamentale preservare il consumo del pasto a scuola garantendo tuttavia soluzioni organizzative che assicurino il distanziamento. Anche per la refezione le singole realtà scolastiche dovranno identificare soluzioni organizzative ad hoc che consentano di assicurare il necessario distanziamento attraverso la gestione degli spazi(refettorio o altri locali idonei), dei tempi (turnazioni), e in misura residuale attraverso la fornitura del pasto in "lunch box" per il consumo in classe."

Lo sanno che i genitori lavorano? Come è possibile pensare che i genitori non residenti, e quindi più distanti e dove oltretutto non vi è un servizio di traporto pubblico, vengano a prendere i propri figli per farli mangiare e poi riportarli a scuola ? Forse pensano che dobbiamo demandare ai nonni anche queste incombenze ? E chi non ha i nonni ?

Lo sanno che per chi ha figli sia alle medie che alle elementari dove gli orari di pausa pranzo sono completamente diversi ci vogliono quasi 3 ore di gestione?

Ci consigliano forse di farli mangiare in macchina nel parcheggio ?

Oppure più semplicemente ci consigliano di spostare i figli nelle scuole dei comuni di residenza?

Non so cosa ne pensano le altre famiglie, ma di certo in questo periodo le famiglie con figli sono lasciate indietro.

Il documento citato nel mio testo è scaricabile dal sito del MIUR al seguente link: https://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-dal-distanziamento-alle-modalita-di-ingresso-ecco-le-indicazioni-del-comitato-tecnico-scientifico-per-settembre

Cristian Fontana

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