Variante Vestone-Idro, si attende il Tar a settembre
di Cesare Fumana

L’altra grande opera attesa da anni in Valle Sabbia è in fase di stallo: ora la Provincia chiede la decadenza dell’aggiudicazione all’impresa in concordato preventivo e di assegnarla alla seconda


La vicenda della realizzazione del proseguimento della variante delle Sp 237 del Caffaro da Barghe a Idro è emblematica di come in Italia sia complicato realizzare le grandi opere e la gestione degli appalti.

Anche ieri, durante l’inaugurazione della pista ciclabile, il presidente della Comunità montana Giovanmaria Flocchini, ha ribadito l’importanza del proseguimento della strada di fondovalle fino a Idro: «Ce la metteremo tutta perché si faccia».

Anche la Provincia questa settimana l’ha messa fra le grandi opere viabilistiche da realizzare nel post emergenza Covid-19, insieme ad altri cantieri stradali sparsi in varie zone della provincia.

Al riguardo, l’ultima novità è la seguente: la Provincia ha chiesto la decadenza dell’aggiudicazione dopo che l’impresa ha domandato il concordato fallimentare; la ditta si è opposta: sarà il Tribunale amministrativo regionale, in udienza il 16 settembre, a decidere se la Provincia potrà incaricare la seconda in graduatoria.

Facciamo un riepilogo di questa complicata vicenda.

A tener ferma al palo l’attesa variante sono stati gli adempimenti legati all’assolvimento dell’obbligo della Valutazione di impatto ambientale e imprevisti finanziari. Il progetto definitivo infatti presentato dall’aggiudicatario dell’appalto, il Raggruppamento temporaneo di imprese costituito da due storiche aziende del settore, la Cooperativa Muratori & Cementisti C.M.C. di Ravenna (Capogruppo) e Giudici Spa (mandante), ha ultimato la procedura regionale della Valutazione di impatto ambientale, avviata l’8 marzo 2018, soltanto il 16 marzo scorso.

Una delle imprese del raggruppamento vincente, però, è entrata in concordato preventivo. Nel frattempo, come è ormai consuetudine, la seconda classificata della gara ha fatto ricorso al Tribunale amministrativo, che però lo ha respinto.

Tutte queste lungaggini hanno fatto sì che l’accordo di programma fra Provincia di Brescia e Provincia autonoma di Trento scadesse.

Ricordiamo, infatti, che il progetto complessivo è di 160 milioni di euro, ma che al momento è stato finanziato per 55 milioni di euro, equamente divisi fra le due provincie, per realizzare il primo stralcio, vale a dire la parte più a monte della strada, da Vestone nord a Idro sud, per scavalcare l’abitato di Lavenone.

L’accordo sottoscritto fra i due enti nel 2013 è scaduto nel 2018 (il lasso di tempo di realizzazione dell’opera) senza vedere nessuna apertura di cantiere.

Così l’accordo di programma è stato riscritto fra le due provincie nell’aprile scorso. Se il cantiere parte entro l’anno l’opera dovrebbe essere terminata per il 2023. L’accordo fra le due provincie, per sicurezza, è stato prorogato fino al 2028...

Adesso aspettiamo il pronunciamento del Tar a settembre.
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