La signora Letizia e piazza Zanardelli
di Maestro John

Venerdì ha compiuto 99 anni la signora Letizia Portesi. Figlia di Angelo e di Annetta, ha sempre dato una mano nella gestione della forneria dei genitori, sotto i portici di piazza Zanardelli


È sorella di Lina, Franco ed Erminio. La signora Letizia ha sposato Virgilio Filippini, che gestiva il negozio di tessuti di Piazza Zanardelli, ha quindi sempre vissuto sotto gli stupendi portici. Ha due figli, Erina (che ha sposato Diego ed ha i figli Paolo e Patrizia) e Dino (che con Franca ha i figli Mauro e Marco).

Alla signora Letizia vorrei dedicare un piccolo ritratto di Piazza Zanardelli, tra ricordi sparsi nel tempo.
Partiamo da dove ora c’è l’Antica Macelleria Bettini di Giovanetti Francesco: un tempo c’era la cartoleria della signora Rizzi e poi quella del valente pittore Silvio Venturelli.
In quella casa aveva abitato la venerabile Elisa Baldo, fondatrice della congregazione delle Umili serve del Signore. Lì accanto c’era la Cooperativa, nella quale era subentrata la salumeria-drogheria di Franco Agostini con la moglie, sorella del mitico Piero Tedoldi. Antonio Abastanotti racconta che sua moglie Maria aiutava in negozio, stimata dai proprietari e dai clienti.

C’era poi il negozio di tessuti e abbigliamento “Novitex”
di Dalmazio Tedoldi, papà della mia cordiale amica Laura, grande ciclista.
Dal “grattacielo”, mia sorella Rita osservava spesso il signor Giacomelli, padre dell’ingegner Carlo, con le braccia conserte sul davanzale della finestra, che osservava il via vai della gente.

Il caffè-bar Vezzoni era molto rinomato, ci lavorava la simpaticissima Maria Baruzzi, mamma della mia grande amica Paola.
Sua mamma, Gina Lazzarini (ecco perché il locale veniva chiamato “da Gina”), cucinava per i bancari del Credito Agrario Bresciano. Il mercoledì, giorno di mercato, c’era sempre la trippa.
Dopo l’avvicendarsi di vari gestori, adesso il locale è chiuso.

Proseguendo, c’era la drogheria della signora Cenedella Mercedes.
Davanti v’erano le pompe di benzina.
Al posto della drogheria è subentrata l’edicola della figlia Giuseppina con il marito Davide Della Valle, genitori di Barbara.
Nei paraggi stazionava Vezzola Raffaele, taxista molto apprezzato e gentile, papà di Iris (mamma del Mirko Comini), di Miriam (che ha sposato il signor Re) e di Nereo.

Un tempo c’era la trattoria della Ghita Fondrieschi, nonna della mia attuale moglie: era un locale lungo e stretto, gli avventori potevano appoggiarsi al bancone e chi voleva mangiare entrava più avanti nella stanza dedicata ai pranzi.
La Ghita era una bravissima cuoca, pure lei cucinava la trippa nel giorno di mercato (devo riconoscere che mia moglie a livello culinario ha ereditato dalla nonna). Poi, negli anni ottanta, è subentrata la gioielleria, oreficeria e orologeria del nipote Gianni Fondrieschi e del figlio Alessandro.

Più su il negozio di stoffe della Oliva Assunta, il cui figlio Gusto faceva anche i mercati.
Qualcuno ricorda che la domenica pomeriggio si sentivano le musiche da ballo, che allietavano i giorni di festa. Ora c’è l’erboristeria “Il Biancospino” gestita dalla dinamica e cortese Prandelli Margherita.

In fondo al vicolo chiuso San Vincenzo c’era l’asilo comunale Giovanni Quarena. Era gestito dalle suore dell’ordine di Sant’Antida.
Antonio Abastanotti ricorda che talvolta i bambini partecipavano ai funerali, su richiesta dei parenti di qualche defunto, in cambio di un’offerta all’asilo. “Le suore ci mettevano in testa un cappellino di panno grigio e d’inverno anche un bel mantellino blu, per tutti uguale, in compenso dopo il funerale ci davano tre mentine. Per noi bambini non era un gran sacrificio, ci sentivamo importanti”.
C’era anche un laboratorio dove le ragazze imparavano a cucire e ricamare.
Nei pomeriggi d’inverno, nella piazza si sentiva un allegro chiacchiericcio: vedevi passare le donzelle (tra cui mia sorella Rita) che si recavano a lezione da suor Ermenegilda. Si cuciva, si chiacchierava, ma non mancava la recita del rosario.

Sotto gli artistici portici, quando veniva abbattuto un animale, si appendeva la carne alle colonne e la si vendeva a pezzi e a buon prezzo: accorrevano in tanti!
All’inizio del vicolo c’era il negozio di mercerie e di intimo Bazoli: dalle fodere ai bottoni, qualsiasi cosa cercavi di sicuro la trovavi. Era gestito dalla signora Ancilla, moglie del baffuto Bigio, che faceva i mercati ed aveva l’esclusiva delle Lane Gavardo. Sono i genitori di Margherita (che insegnava a Prevalle) e di Claudio, ragioniere. Il nipote Giorgio ha continuato l’attività, insieme alla nuora dell’Ancilla, Carla Venturelli, moglie di Claudio.

Accanto (casa Scalvini) c’era la gelateria Zanoni, gestita dalla Gina e dal fratello, il famoso “Piereto”. Poi è subentrato il fotografo Bettini ed ora c’è una bottega con l’insegna “Punjab-United, Doner Kebab e Pizza da asporto”.
Subito appresso il deposito dei f.lli Franzoni, che commerciavano in legnami e carbone: anticamente era un teatro. Quindi c’è il Vicolo chiuso (ma ora è aperto) e la macelleria del signor Marsiletti, poi il negozio del Gimmy Bortolotti che metteva le tomaie agli zoccoli.

Oltre la stretta strada verso Capoborgo (ora a senso unico) c’è la Beccheria equina dei fratelli Butturini, accanto la frequentata trattoria all’Alpino (ora Trattoria Della Piazza Grande).
Prima del vicolo Mossi, c’è il mastro calzolaio 2.0 signor Giuseppe Bignotti. Un tempo c’era il negozio “Portobello”, che vendeva uccelli e gabbiette. Di fianco c’era anche il negozio della “Pinotta”, zia della Silvana Datteri, che vendeva frutta, verdura e dolciumi: stringhe e lecca-lecca per la felicità dei bambini.

Sotto i portici c’era il forno di Erminio e Franco Portesi
con annesso il negozio ad uso familiare, con la signora Lina, sorella della signora Letizia e mamma di Valerio Vezzoni.
La signora Lina era una persona molto precisa e corretta, ed era aiutata dalla cognata Teresa (moglie di Erminio e mamma di Anna ed Angelo). La sera aveva sempre da fare i conti, poiché molta gente negli acquisti si serviva del caratteristico “libretto”.
La nonna Annetta Bertera, mamma di Letizia, era la referente tuttofare, sempre a disposizione dei figli e dei nipoti.

Ora c’è la raffinata Forneria Pasticceria "I Portici" di Silvestri Donatella. Accanto c’era il negozio della signora Letizia, dove il marito vendeva stoffe e vestiti. Era lei che stava spesso in negozio, e chissà quanti ricordi avrà di quel luogo e delle tante persone che ha incontrato nella sua lunga attività.
Lo storico negozio è stato chiuso nell’86. Quindi c’era il barbiere Angelo Lombardi, cognato della signora Maria Baruzzi. È subentrato Segala Rolando, che spesso viene da Villanuova in bici: da ragazzo andavo spesso da lui a farmi tagliare i miei folti (allora!) capelli.

Infine c’era il Credito Agrario Bresciano (ora Banca Unicredit). Ci lavorava il mio caro cognato Angelo Barovelli: mi raccontava sorridendo che, poiché spesso si recava con altri colleghi o clienti a bere il caffè al Bar Italia, aveva praticamente creato una stradina con i passi fatti! Altri tempi! Ricordo una guardia giurata che amava conversare con il mio caro papà.

Negli appartamenti sopra abitava la famiglia del dottor Marzollo: qui la cara moglie, la signora Tiziana, aiutava molti giovani nello svolgimento dei compiti.
Si narra che qualche quaderno abbia fatto un volo nel Naviglio. Ma il metodo della signora Tiziana era efficiente, visto che la maggior parte dei ragazzi poi prendeva ottimi voti.

La suggestiva piazza Zanardelli ha visto nella propria storia molti avvenimenti. Dai saltimbanchi che un tempo facevano acrobazie in equilibrio sulla corda, ai sensali, i mediatori per chi aveva intenzione di vendere o comperare bestiame, terreni e case.
Dalla gente che, nei giorni di mercato, scendeva da Serle per la via del Tesio, ai bambini che la sera facevano dei portici il loro fantastico mondo dei giochi.

Fino alla fine degli anni 70, ospitava anche il luna park della “Fiera di Maggio”, che era dislocato nelle piazze del centro, di qua e di là dal Chiese (ah, il Chiese!).
Altri tempi, altro stile di vita. Negli ultimi anni l’associazione “Quelli di Piazza Zanardelli e Via Capoborgo” ha proposto la bellissima serata della “Cena sotto le stelle”, ed ha dato vita al bel mercatino di vintage e modernariato.

Oggi, come in molti centri storici della nostra bella Italia, alcune attività commerciali sono chiuse, molta gente si è trasferita.
Sarebbe davvero bello se Piazza Zanardelli, come altre piazze del paese, tornasse a rianimarsi, a rappresentare quel luogo di incontro che è stata per anni.

Auguri, signora Letizia! Forza che siamo vicini ai 100… e poi avanti così!
maestro John

Nelle foto:
1) Mamma Letizia con i figli, alcuni nipoti e pronipoti
2) La nonna-bis e la piccola Giulia
3) Piazza Zanardelli in una cartolina d’epoca
4) Il mercatino sotto i bellissimi portici

Un ringraziamento speciale ad Antonio Abastanotti ed a Claudio Fondrieschi


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