Sagra di San Lorenzo ridotta causa coronavirus
di Aldo Pasquazzo

Per la prima volta dopo le due guerre mondiali quest'anno la ricorrenza, molto sentita a Storo e Condino, subirà alcune modifiche a causa delle misure restrittive anti Covid-19



Solo nel corso dei due conflitti bellici la tradizionale Messa al colle di San Lorenzo, di data 10 agosto, era stata forzatamente sospesa o celebrata in sordina.

Stavolta, corre l'anno 2020, lo sarà di nuovo, ma a causa delle restrizioni dovute al coronavirus che hanno indotto prete e consiglio pastorale a trasferire il tutto in arcipretale e sul sagrato antistante.

Ad annunciarlo Enzo Giacomolli ed Elio Scarpari, rispettivamente capo gruppo e alfiere nell'ambito della locale sezione Ana. Quella concentrazione di gente da anni dava modo alle Penne nere di aggregare un momento religioso a festeggiamenti che il più delle volte si protraevano oltre l'imbrunire.

Ambedue, parlando a nome dell'intero gruppo, avrebbero prospettato come soluzione alternativa quella di trasferire il tutto alla chiesetta di San Maurizio, dove ogni anno a settembre si concentrano le Penne nere per la messa.

Quasi tutti da sempre raggiungono la chiesetta a piedi, poiché ai mezzi motorizzati l'accesso al colle era consentito solo ad ore e per lo più a  favore di persone con problemi o età avanzata. Poi nei prati antistanti merenda al sacco, qualche canto popolare e tante foto ricordo.

“Effettivamente noi preti di Storo partecipavamo a quella ricorrenza, tant'è che a turno celebravamo la Messa prima, lasciando poi all'arciprete quella solenne delle 10” ricorda don Bruno Armanini.

In occasione della festa di San Lorenzo è anche tradizione che a sacerdoti e ultra ottantenni siano consegnati due pani. Altra classica in assoluto è quella di consumare quel giorno il tradizionale “bocciolà”.

“Ma su pane e bocciolà di San Lorenzo è utile rievocare cosa scriveva un tempo (25 giugno 2013) il compianto Mario Pizzini. All'epoca – si legge in un suo scritto - quel pane  veniva benedetto dove ora c'è la sede della cooperativa Bucaneve (ex casa di riposo) ed era offerto da cooperativa e Cassa rurale. Diversa la tradizione del “bocciolà”, la cui dolce ciambella comportava tre notti di lavoro per noi panettieri, considerato che le stesse persone facevano pervenire a noi fornai  dell'epoca (Ferruccio Sai, Albino Beltramoli e Gino Giovanelli Remeng) uova e burro le cui procedure di cottura erano poi lente e complesse.

Anche a Condino stavolta un San Lorenzo ridotto, in cui i festeggiamenti  subiranno una “sfoltita” del programma, compreso quel prolungamento di festa e polente allestite di solito in località Carpene appena al di là del Bici Grill” dicono  l'arciprete don Vincenzo Lupoli e il capogruppo Ana Marco Bodio.

Nelle foto:
- La Chiesetta alpina di San Maurizio a Storo
- La Chiesetta di San Lorenzo sul colle di Storo

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