Inserimento mirato per lavoratori svantaggiati
di Cesare Fumana

In un incontro avvenuto pochi giorni fa a Nozza di Vestone, presso la sede della Comunità montana, sono state presentate le nuove opportunità del servizio “Social Work” rivolto a imprenditori e ai professionisti del Distretto 12 della Valle Sabbia.

In un incontro avvenuto pochi giorni fa a Nozza di Vestone, presso la sede della Comunità montana di Valle Sabbia, sono state presentate le nuove opportunità del servizio “Social Work†rivolto a imprenditori e ai professionisti del Distretto 12 della Valle Sabbia.

La Comunità montana, attraverso la società Valle Sabbia Solidale, ha accreditato con la Regione Lombardia il servizio al lavoro “Social Work†per l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e di collocamento dei disabili.

Le aziende che per obbligo di legge devono inserire nel proprio organico alcuni soggetti appartenenti a queste fasce (quelle con più di 15 dipendenti) hanno la necessità di sottoscrivere con la Provincia di Brescia le nuove convenzioni entro il 30 settembre.

«Questo progetto è iniziato da gennaio di quest’anno e i risultati ci stanno dando ragione» ha spiegato il presidente della Comunità montana Ermano, aprendo l’incontro illustrativo del servizio, cui hanno preso parte pochi rappresentanti delle imprese della valle. È un progetto pilota, il primo in Lombardia, che sostituisce come ente territoriale il servizio Nil (Nuclei di integrazione lavorativa) fornito finora dalla Asl, che dal prossimo gennaio 2009 cesseranno di esistere.

«Questo servizio rientra nella politica di gestione del territorio – ha precisato Pasini –, in questo caso affidato a Valle Sabbia Solidale, con un continuo colloquio tra le imprese e i consulenti del lavoro».

Anche l’assessore ai Servizi Sociali Robaro Scandella, ricordando come il 50% del bilancio comunitario valsabbino sia rivolto al sociale, ha evidenziato, oltre al primato valsabbino che sta facendo scuola anche in altre realtà territoriali, la lungimiranza di questo servizio.

«Social Work – ha spiegato poi Massimo Cavagnini, direttore generale di Valle Sabbia Solidale – intende creare una banca dati dei soggetti svantaggiati e delle esigenze delle imprese, in modo da incrociare domanda e offerta e permettere l’inserimento più adatto sia per il lavoratore sia per l’azienda. Inoltre questo servizio si allontana dalla logica del mero assistenzialismo per considerare invece il lavoro stesso come modo per riabilitarsi».

Ha poi tenuto ad evidenziato i servizi aggiuntivi fruibili tramite Social Work, quali: la consulenza/assistenza per la compilazione delle convenzioni; il servizio alle imprese per la selezione di personale (svantaggiato e non) e la segnalazione di profili qualificati; la canalizzazione di sovvenzioni per l'inserimento di persone appartenenti alla fascia debole (ad es. LaboLab Ambito Donne, progetto che prevede un premio per l'azienda disposta ad assumere la persona al termine dello stage); l’attivazione di finanziamenti provinciali, regionali e del FSE, non solo in materia di disabilità, bensì in ambito di ricerca applicata all'impresa, formazione e quant'altro verrà finanziato in futuro per l'accesso/sostegno al mercato del lavoro.

Questo servizio in Valle Sabbia può interessare circa 120/130 aziende, mentre per quanto riguarda i disabili attualmente quelli seguiti dai servizi sociali sono 126, ma ad essi si possono aggiungere anche soggetti appartenenti alle “fasce deboli†del mercato del lavoro, vale a dire donne, donne straniere, giovani diplomati, ecc.

Il coordinatore del servizio Social Work, Alberto Fedeli, ha messo il luce le novità normative in tema di collocamento mirato da parte della Regione, che obbligano le imprese a sottoscrivere nuove convenzioni con la Provincia entro il 30 settembre, anche a quelle che le hanno già sottoscritte.

«Le aziende – ha detto Fedeli – possono scegliere il partner che preferiscono per sottoscriverle, certo è che un collocamento mirato su base territoriale è certamente migliore di un “avviamento numericoâ€, vale a dire con l’assegnazione in base a una graduatoria provinciale che non tiene molto in considerazione le esigenze dei lavoratori e delle imprese. Per questo le aziende sono invitate a fare le richieste delle risorse umane di cui necessitano, non limitandosi alle mansioni semplici».

All’incontro era presente anche il dott. Alberto Pelizzari, in rappresentanza dei Consulenti del lavoro, che ha chiesto che la fase di inserimento preveda uno stage di 3/4 mesi con la supervisione e l’assistenza di operatori di Social Work. Fedeli ha risposto dicendo che dove necessario si farà.

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