L’addio del figlio Haron, commozione in chiesa
La comunità di Muscoline si è ritrovata ieri pomeriggio, compatta e numerosa, nella chiesa parrocchiale, per dare l’ultimo saluto a Felice Bonori, il 54enne morto nella notte fra venerdì e sabato in un pauroso incidente stradale.

La comunità di Muscoline si è ritrovata ieri pomeriggio, compatta e numerosa, nella chiesa parrocchiale, per dare l’ultimo saluto a Felice Bonori, il 54enne morto nella notte fra venerdì e sabato in un pauroso incidente stradale.
L’OPERARIO era stato travolto ad altissima velocità sul suo maxi scooter dalla Mercedes di Adrian Ferizi, un 28enne albanese residente a Gavardo che, nonostante il tasso alcolico superiore di sei volte al limite massimo consentito, dopo una serata passata nei bar della zona aveva invaso la corsia opposta alla propria mettendo fine ai giorni del malcapitato imprenditore bresciano, originario di Villanuova ma residente da quasi trent’anni a Muscoline.
A distanza di pochi mesi, questo paese di nemmeno duemila abitanti ha vissuto ancora una volta lo strazio di una morte violenta e tragica: era già accaduto lo scorso ottobre con Paolo Seminario, il giovane studente deceduto anche lui durante la notte a causa di un drammatico scontro sulla strada. Diversa la dinamica ma uguali le cause: l’abuso di alcol e la mancanza di senno.
ANCHE HARON BONORI, il primogenito della vittima, ha ricordato Paolo nel suo intervento durante la messa celebrata dal curato don Daniele Saottini. Sono state frasi toccanti le sue, intrise di dolore e commozione, che hanno strappato più di una lacrima e, probabilmente, tante riflessioni ai tantissimi presenti. In chiesa c’erano parenti e amici, tutti stretti attorno alla moglie Loredana, ad Haron e all’altro figlio Samuel, alla madre Olga, ai fratelli Alessandro e Antonella.
Moltissimi pure i soci della Bocciofila gavardese, che con Felice hanno condiviso intere giornate passate fra una sfida, una discussione e una risata. Haron esordisce con «Ciao papà», anche se quello non è purtroppo il saluto più adatto, «perchè questo è un addio» aggiunge immediatamente. «Ho trovato un libro sotto la sella del tuo scooter - continua -: si intitola Scorciatoia verso Dio. Non hai nemmeno fatto in tempo a leggerlo, ma qualcuno quella scorciatoia l’ha trovata per te. Da venerdì i secondi di questa vita mi battono in testa. Ho le spalle larghe papà, sorreggerò questa famiglia, ma le gambe adesso mi tremano. Dovrò imparare a camminare di nuovo, ma voglio realizzare i tuoi sogni per te». «Mi mancano l’eco della tua voce - prosegue Haron -, anche i nostri litigi, la musica latinoamericana che ascoltavi, i balli con mamma in salotto. Questa famiglia l’avete coltivata tu e lei, ora io e Samuel dobbiamo farla risorgere». Poi cita un verso dei Nomadi: «Vorrei sapere a cosa è servito vivere, amare, soffrire, spendere tutti i tuoi giorni passati, se così presto hai dovuto partire».
Una domanda che sarebbe forse utile rivolgere anche ad Adrian Ferizi, se è vero, come qualcuno ha detto in questi giorni, che spesso gli stranieri si ubriacano perchè vivono senza parenti e amici, e quindi affogano il loro isolamento. Ma Adrian ha parenti a Gavardo, e in passato aveva anche trovato l’amore di una donna italiana.

L.COR. da Bresciaoggi

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