«Non siamo i peggiori nell'antincendio boschivo»
di Cesare Fumana

Il Gruppo Volontari Vallio Terme, tirato in ballo a proposito di un’indagine di Legambiente sull’antincendio boschivo, non ci sta proprio a vedere il proprio paese nell’ultima posizione fra i comuni della provincia ed elenca le tante attivit svolte.

Il Gruppo Volontari Vallio Terme, tirato in ballo a proposito di un’indagine di Legambiente sull’antincendio boschivo, non ci sta proprio a vedere il proprio paese nell’ultima posizione fra i comuni della provincia di Brescia e cifre alla mano snocciola una serie di attività che hanno coinvolto i volontari per la lotta contro il fuoco nei boschi.

L’indagine di Legambiente porta il titolo di “Monitoraggio sulle azioni dei Comuni italiani nell’applicazione della legge 353/2000 e nella mitigazione del rischio incendi boschivi”, ed è realizzata nell’ambito di “Non scherzate col fuoco 2008”, campagna nazionale di informazione e prevenzione dal rischio incendi boschivi di Legambiente e del Dipartimento della Protezione Civile.

Stando alla classifica stilata dall’associazione ambientalista il comune di Vallio Terme risulta quello meno ottemperante agli obblighi della legge sopracitata, ma sindaco e volontari della locale squadra antincendio non è piaciuto affatto questo risultato.

Ma su quali dati si è basata l’indagine in questione? Andando a leggere nel dettaglio emerge innanzi tutto che l’indagine si è concentrata «su tutti i Comuni che nel biennio 2006-2007 hanno subito almeno un incendio di estensione pari o superiore ad un ettaro. L’indagine è stata realizzata con un questionario inviato alle 102 amministrazioni comunali lombarde a cui hanno risposto in modo completo in 39, il 38% del campione. Su queste 39 amministrazioni si è basata l’analisi dei dati di Ecosistema Incendi 2008 in Lombardia».

Quindi già in partenza quest’analisi risulta incompleta e parziale. A questo però va aggiunto che gli uffici comunali valliesi, nonostante siano fra i pochi che hanno risposto al questionario, non gli hanno dato grande importanza, rispondendo a quanto pare in modo affrettato e incompleto, per lo meno sul versante che riguarda l’attività di prevenzione, che come ci dice il presidente del gruppo di Protezione civile, Adriano Lazzarini, cui fa capo anche l’antincendio boschivo, «negli anni è sempre aumentata e migliorata, tanto è vero che non ci sono stati più incendi di grandi dimensioni. Anche la sensibilità degli abitanti è aumentata, così che appena viene avvistato del fumo subito arrivano le segnalazioni e i due unici interventi del 2007 sono stati veramente di piccola entità».

Proprio nel 2007, l’anno preso in particolare considerazione nell’analisi di Legambiente, le attività di prevenzione sono state numerose.

«Anche l’anno scorso, come in quelli precedenti – precisa Lazzarini –, siamo stati impegnati nell’attività di prevenzione che va dalla pulizia dei sentieri (una rete di quasi 18 km) al monitoraggio del territorio nei periodi di allerta emanati dalla Regione. Ogni anno partecipiamo alle varie esercitazioni. In particolare nel 2007 due nostri volontari sono stati impegnati tre giorni nell’esercitazione in Valtellina e il responsabile della squadra antincendio ha partecipato a un corso presso centro regionale dell’Ersaf a Curno, in provincia di Bergamo, tra l’altro unico fra i gruppi antincendio della Valle Sabbia. Importante è stata anche l’attività nella locale scuola elementare, con 8 volontari impegnati a presentare come si spegne un incendio, ma soprattutto a come rispettare l’ambiente. Attualmente la nostra squadra antincendio è composta da 15 persone, scelte direttamente dalla Comunità montana dopo aver superato le visite mediche e aver partecipato ai corsi per ottenere l’abilitazione per operare sugli incendi, oppure fra coloro che hanno maturato anni di esperienza e aver partecipato alle varie esercitazioni, che periodicamente realizziamo a livello di squadra per mantenere in efficienza i mezzi in dotazione».

Negli anni passati erano una quarantina, ora solo le 15 più preparate compongono la squadra antincendio, mentre più di una trentina fanno parte della Protezione Civile.

E allora a cosa è dovuto questo scarso punteggio? In parte, come detto, a una non corretta compilazione del questionario da parte del comune e in parte a delle inadempienze del comune stesso, come il mancato censimento degli incendi boschivi e la mancata costituzione del catasto delle zone incendiate.

Il sindaco Pietro Neboli giustifica il cattivo punteggio anche alla poca chiarezza del questionario di Legambiente, che fa commistioni tra Protezione civile e Antincendio boschivo che fanno capo a due enti differenti: la Protezione civile al comune mentre l’Antincendio boschivo alla Comunità montana. Penalizzante è stato anche il fatto che nel comune non è mai stato istituito il catasto delle aree soggette a incendio, «ma gli uffici di un piccolo comune come il nostro non sono in grado di farlo» si giustifica il primo cittadino.

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