Sulla slavina con il Fiorino
di Ubaldo Vallini

“Strano, non ho mai visto scaricare di questi tempi il Canal Rot, di solito lo fa a marzo e il primo č sempre Spargat, che invece ancora aspetta. Cosě si rischia davvero anche qui, non solo alle Grise, lŕ ce n’č rimasta sotto di gente”.

Una nuova gigantesca slavina è precipitata sulla strada che da Bagolino sale al Gaver. Troppo pericoloso anche sono portarci i mezzi per rimuoverla. Così il gaver rimarrà isolato anche per il prossimo fine settimana.
Siamo saliti fin lassĂą per capire che aria tira.

“Strano, non ho mai visto scaricare di questi tempi il Canal Rot, di solito lo fa a marzo e il primo è sempre Spargat, che invece ancora aspetta. Così si rischia davvero anche qui, non solo alle Grise, là ce n’è rimasta sotto di gente”.
A spiegarci tutto, in dialetto stretto e con ampi gesti delle mani nodose, è Fiorino Buccio. Ha ottant’anni.
Lo incontriamo sulla slavina che mena robusti colpi d’accetta ad alcuni rami di faggio che sporgono dalla neve.
C’è anche la moglie Lucia a dargli una mano: “E pensare che io qui ci sono venuta per scelta da Ospitaletto, ci dice lei scuotendo la testa”.

Troppo caldo
L’impegno a far legna dei due anziani che da decenni ormai abitano in contrada “Sole mio”, ultimo gruppo di abitazioni di Valle Dorizzo, rappresentano l’unica nota positiva a bilanciare il malumore provocato dalle nevicate continue che interessano l’area che fa da cerniera fra le tre valli bresciane.
In giro sono scesi venti centimetri di neve? Lì quasi un metro.
Poi si alzano le temperature ed ecco che inesorabili le Pale della Misa prendono a scrollarsi di dosso quel gran peso.

Rischio calcolato
E sarebbe niente se le colate bianche non finissero con l’invadere la Sp 669, cominciando una manciata di chilometri prima del Gaver. Per fortuna l’evento era stato ben calcolato dagli esperti della Protezione civile provinciale, che nel corso degli ultimi anni hanno accumulato dati in estate e in inverno per capire bene le dinamiche di distacco delle slavine per ciascun canalone a rischio.
Così, per il nivologo assoldato dalla Provincia, sono stati sufficienti pochi altri dati per accertare il pericolo.
La Protezione civile si è coordinata con il servizio manutenzione strade ed è scattata l’ordinanza di chiusura.
Giusto alcune ore prima che il canalone riprendesse a vomitare il suo carico. E ce n’è ancora di neve: molta ne deve scendere dai canaloni, altra è attesa con abbondanza dal cielo fra oggi e domani.

Le soluzioni
Con questi dati il risultato dell’operazione è un nuovo fine settimana “in bianco” per gli operatori turistici del Gaver. Assessore, come rimediare a questa situazione? Se di neve non ce n’è gli operatori si devono svegliare coi cannoni, però se gli si chiude la strada quando ce n’è è dura che possano andare avanti e magari anche investire.
“Quella di quest’anno è certo una situazione eccezionale, tant’è vero che con ogni probabilità in un solo inverno spenderemo per tenere pulite le strade quello che avevamo previsto di spendere in due anni – ci risponde Mauro Parolini -. Ad ogni modo ho dato mandato ai miei tecnici di studiare le possibili soluzioni, dovranno essere tecnicamente fattibili ed economicamente sostenibili. Questo lo possiamo fare, perché crediamo sia importante investire sullo sviluppo turistico e rendere fruibili aree come questa che sono parecchio interessanti dal punto di vista storico, oltre che economico. Poi vedremo a chi toccherà di finanziare le eventuali opere”.
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