Tranquillo Bianchi c'è

Sabato 14 maggio mattina, presso la chiesetta al passo del Cavallo (sulla strada tra Lumezzane e Agnosine), vi è stata la commemorazione dei Caduti della Resistenza lumezzanese, con particolare riferimento a Tranquillo Bianchi.
A lui è dedicato uno sei sentieri della Resistenza bresciana, sentiero che ultimamente è stato risistemato dal GEM di Roncadelle e dal CAI di Lumezzane
Tra le presenze di spicco, il partigiano Aldo Giacomini, ideatore e realizzatore dei sentieri, i parenti di Tranquillo Bianchi, oltre alle rappresentanze istituzionali (Comune, ANPI, CAI di Lumezzane, Agenzia Formativa “Don Angelo Tedoldi”, ecc.).

“Sappiamo della vita da partigiano – ha pronunciato nel suo discorso una rappresentante degli studenti dell’Agenzia Formativa – grazie a sentieri che oggi portano “orme di pace”. (…) Già i partigiani! Venivano fermati nei loro anni migliori, diciannove, vent’anni, e di loro rimangono immagini vivide nella memoria dei sopravvissuti “appariva un ragazzo, per l’estrema giovenilità e piacevolezza del suo viso assolutamente glabro. E i suoi capelli erano tuttora composti e bene ravviati, così densi e forti … Il sangue uscito dai molti varchi nel petto aveva appena spruzzato l’orlo del fazzoletto …”.

Vicende di un tempo neanche troppo lontano, ma che si ripetono nelle chiavi di un moderno e quasi eterno dolore.
E’ bene commemorare, perché nel commemorare –  ci ha ricordato Egidio Bonomi, giornalista e scrittore – in un paese peraltro privo di memoria, deve rivivere il ricordo della comunità, perché il ricordo, traendo radici dal passato, non obblighi ad un presente di tragedie e non precluda ad un futuro di speranze”.

Un ulteriore pensiero lo esplicita dal palco Pier Luigi Fanetti, traendolo dal testo “Sui monti ventosi”:
“E’ d’obbligo, poi, in questa zona, ricordare idealmente anche gli altri partigiani della 122° Brigata Garibaldi che, anche se caduti altrove, hanno militato su queste montagne: Tranquillo Bianchi, fucilato a Binzago; Gian Carlo Brugnolotti, fucilato a Milano; Angelo Ghidini, fucilato a Cimmo; Bernardo Moretti, fucilato ai Grassi del Sonclino; Carlo Biagio Gnali, deceduto all’ospedale della Torricella in seguito a sevizie; Umberto Bonsi, tra i primi fucilati a Brescia, dopo la cattura seguita alla prima battaglia partigiana di Croce di Marone, nel novembre 1943; Giuseppe Medaglia, fucilato a Monza; Ulisse Marelli, deportato in un lager tedesco dove morì di stenti; tra i primi comandanti della 122° Brigata Garibaldi, il valoroso Giuseppe Verginella, trucidato dai fascisti nei pressi della Pieve di Lumezzane.

Accanto a questi valorosi combattenti sono senza dubbio da ricordare i compaesani che militarono nella Resistenza in terra straniera.
Gli internati militari Primo Guarneri e Pietro Mori, entrambi morti nei lager nazisti; Silvio Bonomi e Battista Zani, della Divisione Acqui, il primo fucilato dai tedeschi a Cefalonia, il secondo morto in Grecia, in seguito a ferite infertegli dai tedeschi.

Lungo questo sentiero si incontra al Passo della Brocca, la lapide in memoria della cattura e della fucilazione, il 16 ottobre 1944, dei lumezzanesi Narciso Ghidini e Giovanni Faustino Zubani. Anche questi ragazzi, giovanissimi, trovati per puro caso al posto sbagliato nel momento sbagliato, furono vittime della feroce barbarie fascista.

Giuseppe Biati

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