09 Agosto 2019, 09.18
Bagolino
Mostre

Il saper fare delle donne

di Marisa Viviani

Presso la Casa Museo dell'Associazione Culturale Habitar in sta terra a Bagolino è allestita una mostra didicata al lavoro, alla competenza manuale e creativa delle donne, con dimostrazioni del gruppo "Le Laoréte"


È aperta la mostra "Il saper fare delle donne", allestita a Bagolino dall'Associazione Culturale Habitar in sta terra presso la Casa Museo, via Madonna di San Luca 47 (vicino P.zza Mercato).

La Casa Museo di Habitar è una raccolta etnografica di oggetti, utensili, materiali vari della vita quotidiana della popolazione di Bagolino, nonché di documenti e testimonianze relative ad un passato recente, o decisamente lontano nei secoli.

Tale raccolta ogni anno si arricchisce di una esposizione di materiali specifici a tema; la mostra di questo 2019 riguarda il "saper fare delle donne", la loro presenza nella vita famigliare e sociale, il loro lavoro, la competenza manuale e creativa nella gestione dei vari aspetti di un'esistenza difficile, a volte durissima, in tempi di ristrettezze economiche, in assenza di supporti tecnologici per alleviare la fatica, spesso discriminate in quanto donne.

In merito a quest'ultimo aspetto, in mostra è esposta una ricerca della giornalista e scrittrice Marta Boneschi sulle conquiste dei diritti civili, politici e sociali da parte delle donne nel corso degli ultimi due secoli; percorso lungo, irto di ostacoli e interdizioni, di cui ancora non si vede il traguardo di una parità vera, concreta tra uomini e donne, incontestabile.

Basti pensare che fino al 1961 la donna sposata che usava il proprio cognome recava "ingiuria grave" al marito, mentre l'infedeltà coniugale, fino al 1969, era considerata reato e colpiva maggiormente la donna rispetto all'uomo (ricordiamo il caso Fausto Coppi-Giulia Occhini del '55, lei arrestata e condannta a tre mesi di reclusione, lui a due mesi a piede libero); per non parlare del delitto d'onore/d'amore (!), della condizione delle ragazze-madri, delle violenze e stupri subiti dalle donne, della disparità di trattamento economico a parità di lavoro, ecc. ancora oggi presenti nella società occidentale del terzo millennio supertecnologico.

La visita alla mostra
consentirà poi, con un salto temporale anche secolare, di vedere come concretamente viveva la donna nella sua giornata di famiglia e di lavoro, gli utensili, i mobili, gli arredi della casa e le attività svolte per la loro gestione: la cucina, il bucato, il cucito, le nascite, il battesimo, la cura dei bambini, il lavoro nei campi ecc., denominati anche con il termine dialettale specifico.

Nella Sala dei Documenti sarà possibile conoscere come veniva regolata in passato la "dote" che la donna portava al marito attraverso il contratto matrimoniale, alla quale la legislazione della Comunità prima e dello Stato poi aveva sempre riservato un'attenzione scrupolosa. Molto dettagliate e precise le regole stabilite dagli antichi Statuti della Comunità di Bagolino, volte a tutelare la donna con un atteggiamento particolarmente avanzato rispetto ai tempi correnti; curiosissima la copia di una antica pergamena, lunga ben mt.2,82, dedicata esclusivamente alla dote della moglie, così come gli elenchi minuziosi della dote in biancheria ritenuta indispensabile per un matrimonio. L'istituto della dote venne abolito nel 1975 con il nuovo diritto di famiglia.

L'aspetto innovativo della mostra è dato quest'anno dalla presenza nella Casa Museo di alcune donne del Gruppo "Le Laoréte", che dimostreranno oggi come si lavorava un tempo e quali attività in particolare erano di loro competenza. Si specifica che la parola "laoréte" in passato indicava le salariate agricole che in autunno trasportavano le ceste colme di letame da spargere sui prati; oggi questo termine ha assunto un'accezione più ampia, comprendendo i lavori manuali e casalinghi, e viene utilizzato in contesti di ricostruzione etnografica.
I visitatori della mostra potranno così vedere le laoréte impegnate in lavori di ricamo, cucito, a maglia, uncinetto, confezionamento, tessitura, e vedranno la realizzazione dei manufatti, tende ricamate, cetrini e tovaglie, calze finemente lavorate per i ballerini del carnevale, scialli e nastri decorativi per il carnevale ecc., e la tessitura dei tappeti sul grande telaio Ariot, ricostruito su modello di un antico telaio conservato presso la Biblioteca Comunale.

Racconta Adele che nella sua famiglia si confezionava tutta la biancheria che serviva, dalle lenzuola, alle tovaglie, alle camicie, calze, mutande, sottovesti, persino reggiseni, e sua madre era brava nel guipure, il punto di ricamo a intaglio, molto difficile e di precisione. Il Gruppo "Le Laoréte" da oltre vent'anni sta infatti cercando di trasmettere le conoscenze delle donne, da esse stesse apprese dalle proprie madri e nonne, alle giovani generazioni, affinché ne conoscano le tecniche e affinino la loro manualità, oggi molto in disuso.

Grazia, la capofila delle ricamatrici, conferma infatti che la partecipazione a queste attività è buona e segnala in particolare una bambina, Maddalena, che dimostra una spiccatissima predisposizione al ricamo, sia di manualità che di capacità creativa; dimostrando con questo ciò che si faceva in passato, cioè apprendere i lavori fin da piccoli, sia in più attività che per la loro specializzazione. - Ho insegnato a mia figlia di quattro anni a fare il punto croce, ha imparato senza problemi.-, così ci ha detto Grazia, facendomi riaffiorare il ricordo di una vecchia prozia che all'età di sei anni faceva l'uncinetto e per non interrompere il lavoro, se le veniva voglia di giocare a corda con le sue amiche, mentre saltava continuava a lavorare all'uncinetto senza sbagliare il punto, come se fosse restata seduta; diventando infatti una grande uncinettista.

I visitatori potranno infine assistere alla tessitura manuale dei tappeti, una pratica poco diffusa quanto pregiata e richiesta; la signora Lucilla aprirà il suo laboratorio in occasione della mostra e anche qui si potrà apprezzare quanto "il sapere delle donne" sia stato esteso in passato e ancora molto presente nel paese di Bagolino. Lucilla ha iniziato a tessere a seguito di un corso di tessitura sul vecchio telaio delle mitiche Fändìne, tessitrici storiche di Bagolino, che lasciarono in eredità alla comunità la tecnica della tessitura e, appunto, il loro telaio.

L'arte della tessitura, che rischiava di disperdersi, venne infatti recuperata attraverso un corso organizzato dall'allora nascente Associazione Culturale Habitar in sta terra con la Biblioteca Comunale, e Lucilla ne raccolse l'insegnamento, restando oggi l'unica tessitrice in attività. - In realtà oggi c'è una ragazza che sta imparando, Chiara, che dimostra un entusiasmo che fa ben sperare nella prosecuzione dell'attività; ci conto molto, perché è costante e il lavoro le piace.- Il laboratorio di Lucilla tesse tappeti, tende, géde (grembiule tradizionale), stoffa pregiata per èl vistì dèlä èciä (abito tradizionale da donna); visitatelo, sarà un'esperienza affascinante.

La mostra "Il saper fare delle donne" resterà aperta fino al 24 Agosto, dalle ore 21.00 alle 22,30 (escluso domenica e ferragosto).

Il Gruppo "Le Laoréte", sarà presente in Casa Museo nei giorni 9-16-20-22 Agosto; stessi giorni per il laboratorio di tessitura in via S.Anna, e stessi orari dalle ore 21.00 alle 22,30.


Nelle foto di Luciano Saia: Attività di lavoro all'uncinetto, ricamo, tessitura da parte delle donne del Gruppo "Le Laoréte" di Bagolino



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