Occhio a quella curva

Per fortuna nulla di particolarmente grave ieri poco dopo mezzogiorno, nello scontro fra moto avvenuto lungo la 669 del Caffaro.
Certo i due motociclisti sono finiti in ospedale entrambi con fratture e botte, ma se la caveranno con poche settimane di cure.

Per la cronaca il tedesco, un uomo di 47 anni che saliva in direzione di Bagolino in sella ad una Bmw S1000RR, è stato portato alla Poliambulanza dai volontari di Odolo; il bergamasco che scendeva dalla parte opposta su una Yamaha FZ9, che di anni ne ha 51, è finito invece al Civile con quelli di Bagolino.

Lì però di incidenti di quel genere ne sono successi altri, anche dall'esito ben più grave, come a ottobre del 2009 avvenne ad un bergamasco della Val Brembana.
E sempre la dinamica è stata la stessa.

Succede quando il motociclista che scende, nonostante abbia un'ottima visuale su proseguo della strada dopo la curva, decide di rimanere nella metà della strada che gli compete.
Se la manovra, per altro corretta, viene eseguita ad una velocità non superiore ai sessanta chilometri orari, è anche peggio.

Con il motociclista che scende nascosto per una manciata di secondi dietro il costone roccioso, per chi sale, specie se lo fa a velocità sostenuta, la sensazione di strada libera è completa e tende a sua volta a "tagliare" la curva.
Così facendo invade l'opposta corsia di marcia e quando dall'altra parte spunta il motociclista, per quanto lento possa essere, è difficilissimo da evitare.

Ieri l'impatto fra le motociclette è stato sufficientemente violento (o la velocità di chi saliva non proprio così eccessiva) da fermare la Bmw ed il suo pilota prima del muretto sul precipizio.
Sei anni fa non fu così: dopo l'impatto contro il muretto la moto rimase sulla strada, il motociclista precipitò fin nel Caffaro, alcune centinaia di metri più in basso.

Un'ultima annotazione, doverosa: se entrambi i motociclisti procedono ad andatura corretta, non avviene nessun incidente.