Ieri la manifestazione a Roma, martedě l'appuntamento con la Ministra Linda Lanzillotta. Scalvini e l'AssComiConf stanno facendo il diavolo a quattro per portare risorse ai Comuni di Confine. C'č chi sull'iniziativa č assai perplesso.
Spinge lo Scalvini, si fa largo e tira dritto come un treno, incurante dei freni che gli vorrebbero mettere da destra e da sinistra. Obiettivo? Racimolare quelle “bende” capaci di arrestare l’emorragia di persone, di aziende e di fiducia che sta dissanguando Bagolino, e con quello almeno altri 173 Comuni italiani “di confine” che Scalvini ha riunito sotto la sigla AssComiConf.
Sulla vicenda si esprime anche Pier Luigi Mottinelli, consigliere nazionale Uncem, ma soprattutto sindaco di Cedegolo che si unisce al coro dei “detrattori” e scrive: “Credo che l’azione del sindaco di Bagolino sia dannosa per le ragioni delle genti di montagna, proprio mentre Uncem e le Associazioni delle Autonomie sono impegnate in un duro confronto con il Governo, che crede di aver individuato nelle Comunità montane il modello rappresentativo degli sprechi delle pubbliche amministrazioni”.
Scalvini continua a spingere lo stesso. Ieri era a Roma a manifestare in piazza con i “Piccoli d’Italia”, senza i 68 pullman promessi pochi giorni prima, fermati nei garage dalla promessa della Ministra Linda Lanzillotta di concedergli udienza: sarà da lei martedì prossimo in compagnia di alcuni coleghi e di alcuni parlamentari “trasversali”. Scusi ma, perché appena i Comuni di confine?
Gli chiediamo prendendo a prestito le parole del sindaco Mottinelli che si scaglia contro chi “mira ad indebolire il fronte degli amministratori della montagna”. “Sono d’accordo con lui, le Comunità montane hanno un ruolo importantissimo ed è vero che i problemi dei Comuni confinanti sono gli stessi che hanno gli altri Comuni di montagna – ci dice il sindaco bagosso -, però per noi ci sono delle aggravanti”.
Poi prende ad elencare: “Fatto 10 lo spopolamento di un comune di montagna, per noi è 20. Fatto 10 la migrazione delle aziende dvoe le condizioni sono migliori, per noi è 30. Se gli altri Comuni di montagna rischiano di morire, insomma, per noi si tratta di una morte accelerata”. Galeotto il confine, lì a due passi: l’erba del vicino che per una volta è più verde per davvero: “L’asilo di Ponte Caffaro, frazione di Bagolino, non riesce a raggiungere il numero minimo di iscrizioni che permetta l’ammortamento dei costi – esemplifica Scalvini -. Perché qualche centinaio di metri più in là , passato il ponte del confine, c’è un asilo nuovo e moderno con le rette calmierate dai contributi della ricca Trento”.
Poi aggiunge: “La nostra è una battaglia per la sopravvivenza che intanto sta portando benefici a tutti i comuni montani. Mi pare che altri abbiano speso tante parole senza però mai raggiunger questi risultati”.
Sulla questione interviene anche il consigliere provinciale Gianantonio Girelli, valsabbino, che condivide nella sostanza la posizione di Mottinelli: “Scalvini dovrebbe spiegarci perché mai Pertica Alta, Mura o Treviso Bresciano, che non sono Comuni di confine col Trentino, dovrebbero sentirsi avvantaggiati rispetto a Bagolino – afferma -. L’impressione è che la battaglia dell’AssComiConf serva più a mettere in evidenza chi la porta avanti, piuttosto che risolvere i problemi della montagna”.
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