03 Maggio 2018, 08.45
Blog - Figurine di provincia

Lo specialista

di Luca Rota

Ogni categoria nasconde delle insidie, e l’attuale Lega Pro, un tempo divisa tra serie C1 e C2, ne nascondeva parecchie. Campi pesanti, gioco duro e marcature asfissianti, dove spesso gente provvista di buona tecnica trovava difficoltà enormi nell’emergere e squadre molto tecniche non andavano oltre gli applausi, con i risultati a premiare altre più fisiche 


Stagione 2002/2003. Nel girone B della serie C2 fa il suo esordio la Florentia Viola, creatura nata dalle ceneri della Fiorentina, ambiziosa di risalire subito la china. Nell’ossatura di questa squadra, costruita in fretta e furia nel corso di un’estate travagliata, spunta in attacco il nome di Christian Riganò, bomber che nell’annata precedente ha quasi portato il Taranto in B a suon di gol. 
 
A lui viene affidato il compito di buttarla dentro, lì, in quella categoria dura anche per gente come Di Livio, che da buon capitano è affondato insieme alla nave, ripartendo dalla frontiera del calcio professionistico.
 
Una sfida importante per la punta siciliana di Lipari, che a trent’anni suonati con trascorsi tra la D e la C, dove ha sempre segnato tanto, mette sulle spalle la numero 9 che fu di Batigol. A fine stagione la promozione in C1 è cosa semplice. Riganò segna 30 reti; lui i gol in quella categoria li sa fare, ed è per questo che è stato chiamato. Quello che serve alla nuova Fiorentina (al tempo ancora Florentia Viola) per ritornare nel calcio che conta nel più breve tempo possibile. Uno specialista del gol.
 
L’anno seguente sarà direttamente B, complice un ripescaggio, e i gol (23) saranno ancora i suoi. Lì dove non aveva mai giocato, essendo sempre stato centravanti da categorie inferiori, porterà i Viola fino allo spareggio play-off, dove infortunato non potrà esserci. Anche in B, però, i gol continua a farli, forse perché ci ha preso gusto, forse solo perché li sa fare e basta.
 
In A gioca a fasi alterne, spesso da protagonista, altre volte da subentrante, con la curva Fiesole sempre pronta ad osannarlo. È lui l’erede di Batistuta, colui che ha riportato la Viola, nel frattempo ritornata Fiorentina, nel calcio che le compete.
 
Il mercato estivo è però costellato da arrivi eccellenti, Luca Toni su tutti. Così, nonostante l’età, Riganò decide di cambiare aria spostandosi in provincia, ma rimanendo sempre in A. Prima Empoli, poi il ritorno a Messina, dove segna per i colori tanto amati, coi quali aveva giocato precedentemente in D. 
 
La breve parentesi estera col Levante in Spagna, ed il ritorno in patria a Siena per salutare la A, prima di concludere a 40 anni suonati, e con diversi chili in più, nelle categorie inferiori toscane. 
 
Poco male per uno che dopo tanta Eccellenza e Interregionale, poi Dilettanti tra Messina ed Igea Virtus, tra un gol e l’altro faceva il muratore. Perché non esiste categoria per chi i gol li sa fare; e questo Riganò lo sa, ed anche la Fiesole se lo ricorderà per sempre. 
 
 


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