27 Luglio 2020, 09.05
Blog - Genitori e figli

Dal lockdown le nuove dipendenze tra i giovani

di Giuseppe Maiolo

Gli scenari familiari che si incontrano adesso dopo la pandemia sembrano contenere tutti un significativo disagio accumulato durante il tempo lungo del lockdown e non ancora metabolizzato


Per certi versi è “normale” che sia così perché l’esperienza che ci ha attraversato non è pari a nessun’altra. Fatica e sofferenza che esprimono gli adulti con i segnali frequenti della tensione e dell’ansia diluita un po’ ovunque nei rapporti sono, allo stesso tempo, narrate in mille altri modi dai minori che evidenziano il disagio con comportamenti provocatori o, in maniera inquietante, con l’incremento di nuove forme di dipendenza.

Qualcuno a questi ragazzi ha già dato l’appellativo di “generazione coronials”, quasi a dire che il surplus di atteggiamenti provocatori e violenza, o l’eccesso di imprudenza sono la risultante di un tempo in cui la vita sospesa delle relazioni sociali bloccate ha messo i ceppi a corpi in trasformazione e colmi di energie.

Li ha costretti a stare fermi, dentro le strette pareti domestiche, a contatto costante con quei legami familiari che a questa età vanno fisiologicamente trasformati.

Immaginiamoci cosa possa significare per un ragazzo o una ragazza sentirsi bloccati nelle interazioni sociali in un tempo in cui, ai massimi livelli, c’è il bisogno di muoversi, andare fuori, uscire con gli amici, prendere le distanze dalla famiglia.

Vivere l’adolescenza vuol dire attraversare la fase della vita in cui è grande la fame di cose nuove da scoprire, la curiosità verso un mondo da leggere o inventare, e in tutti i modi da esplorare. Invece la pandemia ha azzerato ogni movimento e (quasi) arrestato il processo di trasformazione.

Ora probabilmente presenta il conto, che potrebbe essere più salato per i bambini e gli adolescenti. Essi, durante il periodo del lockdown, hanno intensificato i contatti e le connessioni virtuali col mondo. È accaduto a tutti, ovviamente anche ai grandi, di trovare nella rete compensazione all’isolamento sociale. Ma è altra cosa in età evolutiva, quando per crescere c’è bisogno di relazioni che non siano solo virtuali.

Invece i ragazzi di adesso - se non si danno agli eccessi reali, quasi a voler recuperare quella lunga inattività fisica - se ne stanno chiusi nelle loro stanze, reduci da un periodo di iperconnessioni assolute che, a differenza solo di qualche anno fa, quando il ritiro dal mondo passava attraverso la console dei videogiochi fatti in solitudine, ora li fanno giocare online con altri.

Si incontrano e si cercano per divertirsi insieme e simulano in rete relazioni e rapporti che sono lontani dalla dimensione reale. I genitori, una volta preoccupati per le cattive compagnie che li preferivano abulici e apatici nella loro cameretta, adesso temono questo star chiusi dentro la loro stanza a riempire le ore con i diffusissimi “giochi sparatutto” per loro incomprensibili.

Ed è un timore giustificato perché è in aumento il ritiro sociale. Però serve capire che la preadolescenza ora non è più solamente “l’epoca delle passioni tristi” ma una fase cruciale della vita in cui c’è fame di emozioni forti che ti riempiono. I videogiochi che circolano che dispensano a piene mani sensazioni inebrianti, sono fatti apposta per soddisfare il bisogno di contatto con il mondo dei pari e per stimolare la competizione, l’agonismo. Per fortificare, apparentemente, un IO fragile, perché quando vinci e fai fuori tutti, ti senti unico, eroe. Super! In realtà questo genere di gratificazioni non ti soddisfano mai.

Ma da questo acuto bisogno di sensazioni intense a cui, in preadolescenza, mancano i freni dell’autocontrollo e dove, soprattutto, sono insufficienti gli adulti capaci di porre regole e confini, nascono gran parte delle nuove dipendenze.

Da un'eccessiva esposizione questa realtà e da un’esperienza totalmente virtuale che non fa fare alcun allenamento reale alla vita e alle relazioni, nasce il rischio maggiore per la crescita. Essa, ancora di più oggi, richiede agli adulti e ai genitori attenzione e vigilanza.

Giuseppe Maiolo
psicoanalista
Università di Trento
www.officina-benessere.it



Vedi anche
29/07/2019 10:10

Genitori separati e vacanze coi figli Se le vacanze con i figli vanno sempre preparate, quelle dei genitori separati soprattutto i non affidatari, hanno ancora di più la necessità di essere pensate e organizzate con attenzione

11/08/2020 09:20

Gli iperconnessi Tra il preoccupato e l’arrabbiato molti genitori si chiedono che fare con i figli che, ancor più di ieri catturati dai loro dispositivi, passano un tempo infinito a incontrare il mondo delle relazioni virtuali e soprattutto a giocare online

07/05/2021 10:30

Adolescenti bloccati e genitori distanti Non è una novità che la crescita sia diventata più complessa e difficile in questo tempo di sospensione.

20/01/2020 10:00

Padri e figli “I figli invecchiano. Ma non invecchiano loro. Invecchiano te”. Inizia così il denso monologo di Mattia Torre, drammaturgo e regista da poco scomparso e di cui, tra qualche giorno, uscirà postumo, il suo ultimo film

18/11/2018 08:00

Madri che uccidono Uccidere i figli e togliersi la vita è un gesto che ti appare mostruoso, inconcepibile, innaturale e contrario all’idea che abbiamo delle madri che i figli li mettono al mondo e li fanno crescere.




Altre da Genitori e Figli
24/03/2024

Le risse dei giovani e la platea degli indifferenti

I violenti fatti verificatisi alla fermata dell’autobus a Tormini richiedono una profonda riflessione. Una ce la offre il prof. Giuseppe Maiolo

11/03/2024

Stalking, quando l'amore è persecuzione

Le radici di questo comportamento stanno nell’incapacità relazionale e nella difficoltà di quei maschi che non riescono a gestire un rapporto affettivo

04/03/2024

Selfie, una mania comune

Il selfie sembra diventato una “mania”, intesa non come disturbo mentale ma come comportamento comune, di tendenza

26/02/2024

Sessualità, educare alle relazioni

Nel terzo millennio il sesso, non più tabù, sembra essere esperienza carica di ansia da prestazione e non per mancanza di educazione sessuale

19/02/2024

San Valentino è ancora il giorno dell'amore?

L’ultimo Report di Save the Children “Le ragazze stanno bene?” diffuso proprio nel giorno di San Valentino, ci invita a riflettere sulle relazioni amorose dei giovani e sul come vivono la sessualità al tempo dei social

06/02/2024

Safer Internet Day, per pensare alla prevenzione

La giornata mondiale per la sicurezza in Rete è un’occasione di riflessione per la diffusione della cultura della cyber sicurezza, della consapevolezza e sull’uso sicuro del digitale

27/01/2024

Narrare la memoria contro la banalità del male

La memoria è l’esistenza stessa e da sempre sappiamo che non è solamente il ricordare qualcosa. Senza la memoria non c’è storia, non esiste il tempo, tantomeno lo sviluppo e il cambiamento

15/01/2024

I social, demoni o strumenti per chi educa?

I social media, come dice la parola, sono strumenti per la socialità pensati per tutti. Ma spesso l’utilizzo che ne fanno le nuove generazioni, viene vissuto dagli adulti in maniera conflittuale.

09/01/2024

Le aspettative: utilità e limiti

All’inizio di un nuovo anno e in un tempo di poche certezze, di solito crescono le aspettative che, come dice la parola stessa, sono cose che ti aspetti.

31/12/2023

La cura. È pre-occuparsi dell'altro, ovvero esserci

Da analista la parola “cura” mi appartiene perché nella stanza delle parole sta sempre lì a fianco, vive della relazione con il paziente, anzi la “cura”, la riempie di significato. Che è quello necessario a costruire una nuova narrazione, il rinnovamento o il cambiamento, anche se non la guarigione