01 Aprile 2020, 09.22
Blog - Genitori e figli

Lettera aperta ai genitori

di Giuseppe Maiolo

Cari genitori, il tempo lungo e pesante che stiamo vivendo è un momento difficile per tutti. Facciamo esperienze emotive intense e inattese che dureranno ancora per diverso tempo.


Allora attrezziamoci per proteggere la salute fisica e quella mentale, nostra e dei nostri figli.
Pensiamo in particolare agli adolescenti che in questo momento fanno fatica a sopportare il distanziamento sociale, anche se molti non lo danno a vedere e sembrano infischiarsene delle restrizioni.

Bloccati dentro un incomprensibile tempo sospeso, i ragazzi sono forzati a rimanere in casa, quando il loro potente bisogno fisiologico è quello di stare fuori, insieme al gruppo dei pari con cui possono condividere una quantità cose.

Riconoscere questa loro fatica, cari genitori, è la prima cosa da fare perché l’adolescenza è un passaggio delicato della vita che richiede energia mentre adesso i ragazzi si trovano costretti all’immobilismo. Il che può compromettere la spinta a sciogliere quei legami infantili che consente di affrontare il mare aperto e cominciare a scoprire la realtà fuori dalla porta di casa.

È uno dei rischi, ma ve ne sono altri. Primo fra tutti l’overdose di tempo passato sui dispositivi digitali.
Di certo adesso sappiamo qual è il valore della tecnologia messa al servizio della condivisione e della solidarietà. Abbiamo capito quanto ci possa aiutare a contenere il vuoto dell’isolamento sociale e ci consenta di far circolare sentimenti positivi di forza e di speranza. Ma come genitori abbiamo il dovere di contenere gli eccessi che possono spingere gli adolescenti verso la compulsione tecnologica e la dipendenza.

Serve organizzare la quotidianità e dare un minimo di struttura a questo tempo di sospensione.
Programmate con loro la giornata, ma aggiungete alla vostra funzione educativa quella dell’allenatore, che è guida ma il cui compito è quello di far esercitare i ragazzi a gestire in autonomia se stessi.

Per contenere il senso di precarietà, incoraggiateli ad essere regolari con gli impegni, ad alzarsi al mattino come se dovessero andare a scuola. Spingeteli a coniugare i tempi per lo studio online con quelli dedicati ai contatti con gli amici e al divertimento, altrettanto necessari.
Sarà prezioso usare questo tempo dilatato della vita domestica anche per sviluppare creatività.

Proponete loro qualcosa di inusuale, come potrebbe essere quello di farvi aiutare nel giardinaggio o nella riparazione di qualcosa di necessario. Invitateli a cucinare o preparare a turno il pranzo per la famiglia. Spesso lo vorrebbero e lo saprebbero fare, ma di solito manca il tempo e ad alcuni sicuramente piace. Valorizzate la loro creatività perché questo li incoraggia e magari consente in futuro di sviluppare stabili abitudini di cooperazione familiare.

Ricordate che questo è il momento giusto per insegnare loro a negoziare. Aiutateli a sviluppare l’arte di trovare compromessi e guadagnarsi quello che desiderano. La negoziazione aiuta ad uscire dai conflitti ma serve anche per condividere le necessità di tutti e che emergono dalla vicinanza forzata di oggi. Negoziare fa sentire protagonisti ma sollecita ad ascoltare se stessi e gli altri.

Cercate di migliorate la comunicazione con loro e riservate uno spazio per la narrazione di ciò che andiamo provando tutti da quando il coronavirus è entrato nella nostra vita. Molti lo fanno sui social ma di persona, guardandosi negli occhi, è tutta un’altra cosa.

Infine, cari genitori, non dimenticate di inserire nella giornata consuetudini e riti quotidiani. Uno di questi potrebbe essere quello di avere un tempo, anche breve, in cui leggere insieme qualcosa che ci ha colpito e fare riflessioni comuni. Oppure, a turno, si può ricordare la vita precedente al contagio e immaginare quale futuro potrà esserci dopo la quarantena.

La narrazione serve a dare continuità al tempo e aiuta a ricucire quella frattura traumatica che avvertiamo dentro da quando tutto è cominciato. È una grande risorsa utile a rinforzare i legami ma anche capace di curare l’angoscia.

Giuseppe Maiolo
psicoanalista
Università di Trento
www.officina-benessere.it





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