In un racconto del 1985 lo scrittore svizzero Frederich Durrenmatt immagina che il Minotauro - cui, lo ricordiamo, è 'dedicato' questo spazio - sia rinchiuso in un labirinto ancor più crudele di quello del mito. E, si creda, essere più crudeli dei Greci non è impresa dappoco
posso elogiare il falso solo se sono nel vero, come suo tratto. Contrariamente, se elogio il vero, lo faccio sempre nel vero, poiché se lo facessi nel falso, risulterebbe che quando lo facessi, lo farei e non lo farei, producendo un regressus ad indefinitum.
complimenti nuovamente per questa saggezza espressa da Nicola, che induce il lettore a riflettere con attenzione e mai banale.
Il labirinto è stato eletto da Borges origine della complessità del mondo, dell'enigma dell'esistenza. L'abduzione si è sostituita alla deduzione, il labirinto alle idee chiare e distinte, alla catena di significati legati tra loro come anelli dal principio di causalità. Ma un altro concetto si intreccia con quello di labirinto: "per mendacia poetae veritatem". Mi piace molto questo articolo di Nicola. Durenmatt ha scritto anche "La promessa" che consiglio di leggere.
Che cos'è l'uomo? Su 'True Detective' o 'Schopenhauer come sceneggiatore'
Il voodoo di Pitagora Tra le tante domande di varia natura che affliggono la filosofia, una su tutte è degna di particolare interesse – e cioè questa: che cos'è la filosofia?
Discorso sul metodo Il pensiero è un gioco. Un gioco che da soli si gioca. Un gioco in cui, data una mossa, un'altra ne è necessaria a precedere o seguire – e ciò che si persegue solo ingannevolmente è un risultato, ma una trama
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La filosofia nasce grande con Anassimandro 1.5 E tuttavia le cose del mondo nascono e muoiono
Noi abitiamo la verità, come abitiamo la parola. La verità è il luogo dell’accadere mortale, ma non l’accadere stesso, così come il campo di battaglia è lo scenario della battaglia, non già le armi, ed il cozzo, ed il sangue...
(2)Tra le tante domande di varia natura che affliggono la filosofia, una su tutte è degna di particolare interesse – e cioè questa: che cos'è la filosofia?
(10)Questo articolo nasce dall'incontro su Spinoza tenuto dal prof. Luciano Pace nell'ambito della 'Scuola di Filosofia' promossa dall'ufficio scuola della Diocesi di Brescia
(14)Si racconta che, verso il 600 a. C. (ma c'è chi sostiene fosse il 490 a.C. - e del resto, si sa, queste cose non hanno tempo), in un'Atene piagata dal morbo della peste, l'arconte Solone mandò a chiamare un uomo da Creta...
(2)“Call me Ishmael”, “Chiamatemi Ismaele”. È l'incipit del celeberrimo Moby Dick (1851) dell'americano Hermann Melville...
La letteratura europea – e tutto ciò che ne consegue, in forza di tale cominciamento – nasce in ragione d'un banale alterco per una donna...
(2)Separare le acque sopra il firmamento da quelle sotto: questo fa Dio nel Genesi. Questo, e altro - che è intimamente affine a questo...
(9)Maestoso un cervo signoreggia la foresta. La attraversa regale, calmo ne domina al sole il silenzio. Il suo incedere è incedere di colui che non teme e non temendo passa
(1)Il pensiero è un gioco. Un gioco che da soli si gioca. Un gioco in cui, data una mossa, un'altra ne è necessaria a precedere o seguire – e ciò che si persegue solo ingannevolmente è un risultato, ma una trama
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LO STELLANTE Nicola Zanoni ancora non lo fa, ma spera un giorno di riuscire a capire. Almeno qualcosa. O qualcuno. Proprio perché è convinto che capire non serva a niente. Cercherà di mentire il meno possibile in queste pagine. |
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ID62052 - 18/10/2015 18:06:21 - (Dru) - L'elogio del falso
è vero elogio o è falso elogio? Perché se è falso elogio allora ha ragione Gorgia nel definire che chi inganna nella tragedia, che è un inganno, è più vero di chi non lo faccia e chi è ingannato è più saggio di chi non si lascia ingannare, poiché tutto nasce dal fatto che la tragedia sia un inganno. Ma è qui il punto. Se la tragedia è un inganno, che sia e che non sia è un fatto, perché quando è allora non è e quando non è allora è, è un inganno appunto. D'altra parte, se è vero elogio allora ha torto Gorgia nel definire che chi inganna nella tragedia è più vero di chi non lo faccia e chi è ingannato è più saggio di chi non si lascia ingannare, poiché la tragedia come inganno è quel vero che l'elogio del falso rifiuta.