27 Gennaio 2019, 14.14
Blog - Maestro John

La mia generazione

di John Comini

Guardo alcune foto delle classi ‘52 e ’53 che mi hanno dato i miei amici Maria Festa e Sergio Baronchelli. Penso agli anni passati, alla mia generazione… 


La mia generazione è nata
durante la ricostruzione, ha visto le case diroccate dalla guerra, il duro lavoro dei genitori che però avevano la speranza di un futuro migliore per sé e per le proprie famiglie.
 
La mia generazione ha ascoltato i racconti della gente che ha vissuto la guerra, le tragedie vissute da chi è stato in prigionia o in Russia o coi partigiani, e spesso tanti non avevano voglia di parlarne perché erano avvenimenti troppo dolorosi e indicibili.
 
La mia generazione ha visto la scuola con le blusine nere, le bacchettate sulle gambe e sulle mani, la lavagna nera che il capoclasse con il gesso divideva in buoni e cattivi, le bocciature che però non creavano traumi e si ripeteva tranquillamente l’anno, il rispetto per l’autorità e i canti patriottici.
 
La mia generazione beveva l’acqua dal rubinetto spesso attaccandoci al bocaröl, mangiava pane e burro, beveva bibite zuccherate ma non aveva problemi di soprappeso, perché stava sempre in giro a giocare... e se era fortunata andava in auto senza cinture, se c’era da svoltare si metteva fuori la mano dal finestrino.
 
La mia generazione non aveva il telefono, andava a vedere Mike Bongiorno al bar, ha visto le prime televisioni in bianconero senza telecomando, i primi frigoriferi, le prime lavatrici, guardava Carosello e poi andava a nanna.
 
La mia generazione aveva una gran fame di musica (Morandi, Fausto Leali, Battisti, Celentano, Mina, Mia Martini, Baglioni, i Beatles… ma anche i Collage, i Profeti, i Dik Dik, i Camaleonti…) che sentiva col mangiadischi, o sui primi giradischi con quelle puntine che erano dei chiodi grossi così, che quando li mettevi su facevano rumori davvero stereofonici, nel senso che ti si rompevano ambedue i padiglioni auricolari… su alcuni giradischi si potevano accatastare 5 o 6 dischi in contemporanea, ma dopo qualche giorno non sapevi distinguere Celentano da Mina…

La mia generazione andava a lavorare subito dopo la scuola, c’erano le fabbriche dove lavorava un sacco di gente, e ci andava in bici.
La mia generazione ha visto le lotte sindacali, le rivendicazioni delle donne, le conquiste sociali.
La mia generazione ha pianto per Vermicino, per le vittime del terrorismo e di mafia, per Piazza Loggia, per le stragi del sabato sera, le Torri Gemelle, per i ponti caduti.
 
La mia generazione ha visto la chiusura delle botteghine e l’aumentare dei supermercati dove  compri di tutto,  anche quello che non hai in mente di comprare. La mia generazione ha visto giungere i primi telefoni mobili, cellulari enormi e poi sempre più piccoli, che contengono più tecnologia delle basi spaziali. La mia generazione ha visto aumentare l’età ma anche i problemi degli anziani soli e malati.
 
La mia generazione ha visto le auto sempre più accessoriate ma anche l’aumento delle code e dell’inquinamento.
La mia generazione ha visto il sogno dell’Europa unita, fondata sulla pace e lo stato di diritto (e non sulle beghe interne e sullo scaricabarile… ), la possibilità di viaggiare in ogni parte del globo, verso mete sempre più lontane, incontrare gente che parla lingue diverse.
 
La mia generazione ha visto le Messe in italiano, la scarsità di vocazioni, il bisogno di una fede autentica.
La mia generazione ha visto la vittoria dell’Italia ai Mondiali, e vaiiii!
La mia generazione ha visto il diffondersi delle droghe, i soldi veloci nei paradisi fiscali, la globalizzazione incontrollata, il divario sempre più netto tra ricchi e poveri.
La mia generazione ha visto ghiacciai meravigliosi assottigliarsi sempre di più, e previsioni nefaste sul futuro della terra.
 
La mia generazione ha visto lo sperpero delle risorse, la corruzione, il clientelismo, la mafia sempre più ramificata, l’integralismo religioso, gli attentati, la crisi della giustizia.
La mia generazione ha visto i progressi della medicina, l’aspettativa di vita che raggiunge numeri un tempo impensabili.
 La mia generazione ha visto giungere dai paesi poveri migliaia di persone disperate, alla ricerca di una possibilità di vita, ha pianto davanti agli occhi sgranati dei bambini morti di fame, e si è sentita spesso impotente verso quelle creature, e magari ha distolto lo sguardo oppure ha mandato soldi a qualche organizzazione umanitaria.
 
La mia generazione ascolta Papa Francesco che grida che i migranti sono i Cristi di oggi ed è assurdo considerarli come responsabili di tutti i mali della società.
La mia generazione ha visto persone che credono ancora nella solidarietà, che credono ancora nell’uomo, persone che partono per il Terzo o Quarto Mondo per dare un piccolo aiuto, ha visto le comunità di recupero, le associazioni antimafia, le cooperative agricole, le botteghe creative, le associazioni di volontariato che tengono vive dignità, solidarietà e cultura.
 
La mia generazione, come tutte le generazioni passate e presenti su questa piccola Terra, ha una coscienza, che può gestire nel bene o nel male, può ascoltarla o può fingere che non esista…Perché di fronte a tante ingiustizie ti prende la paura e pensi ad altro, anche per non impazzire… Ma, come ha scritto qualcuno, le belle persone restano sempre belle, anche se passano gli anni. Anche se sono stanche, se hanno rughe. Perché la bellezza che è dentro di noi non invecchia mai. Diventa con gli anni più fragile e preziosa. Le belle persone non smettono mai di brillare…

Abbiamo commesso tanti errori, ma c’è ancora tempo per tornare ad essere buoni: “Non importa più quello che hai fatto, ma quello che farai, quello che stai facendo adesso. L’unica cosa che conta è quanto hai saputo amare. Senza aspettarti nulla in cambio”. 
 
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
 
maestro John 
 
Nelle foto:
- Coscritti del 1952 alla leva militare
- La classe femminile del 1953 (con l’insegnante Zane Annunciata, mamma di Sergio Baronchelli)
- La classe maschile del ‘53
- La classe femminile del ’52 (con la professoressa Laura Gizzi Montini, cugina di Paolo VI) 


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