08 Ottobre 2017, 13.57
Maestro John

Sempre e per sempre

di John Comini

Il 2 ottobre si festeggiano i nonni e gli Angeli Custodi. E in effetti i nonni e le nonne sono spesso gli angeli custodi dei bambini. Se c’è bisogno di un aiuto, loro ci sono


Quando la mamma aspetta un figlio, subito si preoccupano che tutto vada bene
Quando il bambino nasce, e allora fanno a gara a vedere le somiglianze (gli occhi sono della nonna, il naso o le orecchie del nonno…)
Quando c’è bisogno di portare a passeggio il bebè in carrozzella
Quando il bambino è malato, e allora preghiere e candele accese in chiesa
Quando i genitori devono fare un viaggio, portatelo da noi!
Quando c’è da cucinare (ma come fai a fare le patatine così buone? sarà la pentola diversa…)
Quando bisogna portare i bambini all’asilo
Quando c’è da seguire i bambini nei compiti (ma come mai la maestra ti ha insegnato queste cose strane? Ai miei tempi…)
Quando ci si siede davanti alla televisione (e allora i nonni si appassionano a cartoni strani e simpatici e si affezionano a Masha e Orso)
Quando c’è da aggiustare la ruota della bici o bisogna fare il presepio
Quando ci sono regali da comperare (dai nonno, me lo compri? E sono battaglie sindacali con i genitori che non vogliono che i bambini siano viziati)
Quando c’è da far dormire un bambino (e allora rispuntano antiche ninne nanne)
Quando ci sono le parole crociate o si gioca a dama
Quando il bambino si annoia, e allora si tirano fuori le carte e via che è un piacere
Quando c’è da dare una mano al bilancio della famiglia
Quando c’è un orto da coltivare, e allora i bambini imparano più cose che su Wikipedia.

“Sai che cosa fanno i vecchi dopo aver ambito per 50 anni ricchezze e onori? Si posano a un focolare e coltivano un campo. Allora, e solo allora, si chiamano saggi.” (Von Kleist)

“I vecchi sulle panchine dei giardini
succhiano fili d'aria a un vento di ricordi
il segno del cappello sulle teste da pulcini
i vecchi mezzi ciechi i vecchi mezzi sordi
I vecchi che si addannano alle bocce
mattine lucide di festa che si può dormire
gli occhiali per vederci da vicino a misurar le gocce
per una malattia difficile da dire...
I vecchi tosse secca che non dormono di notte
seduti in pizzo a un letto a riposare la stanchezza
si mangiano i sospiri e un po’ di mele cotte
i vecchi senza un corpo i vecchi senza una carezza
I vecchi un po’ contadini
che nel cielo sperano e temono il cielo
voci bruciate dal fumo e dai grappini di un'osteria
I vecchi vecchie canaglie sempre pieni di sputi e consigli
i vecchi senza più figli
e questi figli che non chiamano mai…
I vecchi che portano il mangiare per i gatti
e come i gatti frugano tra i rifiuti
le ossa piene di rumori e smorfie e versi un po’ da matti
i vecchi che non sono mai cresciuti
I vecchi anima bianca di calce in controluce
occhi annacquati dalla pioggia della vita
i vecchi soli come i pali della luce
e dover vivere fino alla morte che fatica...
I vecchi cuori di pezza
un vecchio cane e una pena al guinzaglio
confusi inciampano di tenerezza
e brontolando se ne vanno via
I vecchi invecchiano piano
con una piccola busta della spesa
quelli che tornano in chiesa lasciano fuori bestemmie
e fanno pace con Dio...
I vecchi povere stelle
i vecchi povere patte sbottonate
guance raspose arrossate
di mal di cuore e di nostalgia
I vecchi sempre tra i piedi
chiusi in cucina se viene qualcuno
i vecchi che non li vuole nessuno
i vecchi da buttare via...
I vecchi... se avessi un'auto da caricarne tanti
mi piacerebbe un giorno portarli al mare
arrotolargli i pantaloni
e prendermeli in braccio tutti quanti
sedia sediola oggi si vola
e attenti a non sudare...”

(Baglioni)

Essere nonni è un'arte. I nonni hanno un amore cieco e totale per i loro nipoti.

Li vedono crescere, sapendo che li lasceranno prima degli altri. Forse è per questo che li amano più di tutti.
Danno loro un amore incondizionato, gentilezza, umorismo, lezioni di vita. E, anche se non bisogna esagerare, un sacco di caramelle e biscotti.

I nonni sanno gli sbagli che hanno fatto con i figli, e abbracciando i nipoti hanno una seconda possibilità.
Ecco perché sono felici quando vedono da lontano il loro nipotino che corre loro incontro, a braccia aperte.

Qualcuno ha scritto che le nonne sono solo antiche bambine.
E in effetti c’è il proverbio che dice “A 7 agn s’è petei, a 70 s’è amò chèi” (erano 60, ma poi con la Fornero…).

Per i nonni i loro nipoti sono i più belli, i più simpatici, i più intelligenti e i più buoni del mondo. E se fanno qualcosa che non va bene, loro ci soffrono e non riescono a dormire di notte.
Stare con i nipoti li fa sentire più giovani, utili a qualcosa. E se la sera sono stanchi, chiudono gli occhi pensando di non aver sprecato la vita.

Ed è tristissimo vedere un vecchio solo, come in questa struggente canzone di Guccini su un pensionato.
“Lo sento da oltre il muro che ogni suono fa passare,
l' odore quasi povero di roba da mangiare,
lo vedo nella luce che anch' io mi ricordo bene
di lampadina fioca, quella da trenta candele,
fra mobili che non hanno mai visto altri splendori,
giornali vecchi ed angoli di polvere e di odori,
fra i suoni usati e strani dei suoi riti quotidiani:
mangiare, sgomberare, poi lavare piatti e mani…
Mi dice cento volte fra la rete dei giardini
di una sua gatta morta, di una lite coi vicini
e mi racconta piano, col suo tono un po' sommesso,
di quando lui e Bologna eran più giovani di adesso...
Io ascolto e i miei pensieri corron dietro alla sua vita,
a tutti i volti visti dalla lampadina antica,
a quell’odore solito di polvere e di muffa,
a tutte le minestre riscaldate sulla stufa,
a quel tic-tac di sveglia che enfatizza ogni secondo,
a come da quel posto si può mai vedere il mondo,
a un' esistenza andata in tanti giorni uguali e duri,
a come anche la storia sia passata fra quei muri...
Io ascolto e non capisco e tutto attorno mi stupisce
la vita, com'è fatta e come uno la gestisce
e i mille modi e i tempi, poi le possibilità,
le scelte, i cambiamenti, il fato, le necessità
e ancora mi domando se sia stato mai felice,
se un dubbio l’ebbe mai, se solo oggi si assopisce,
se un dubbio l’abbia avuto poche volte oppure spesso,
se è stato sufficiente sopravvivere a se stesso...
Ma poi mi accorgo che probabilmente è solo un tarlo
di uno che ha tanto tempo ed anche il lusso di sprecarlo:
non posso o non so dir per niente se peggiore sia,
a conti fatti, la sua solitudine o la mia...
Diremo forse un giorno: "Ma se stava così bene..."
Avrà il marmo con l' angelo che spezza le catene
coi soldi risparmiati un po' perché non si sa mai,
un po' per abitudine: "eh, son sempre pronti i guai" .
Vedremo visi nuovi, voci dai sorrisi spenti:
"Piacere", "E' mio", "Son lieto", "Eravate suoi parenti?"
E a poco a poco andrà via dalla nostra mente piena:
soltanto un' impressione che ricorderemo appena...


Ci vorrebbe una grande riflessione e una radicale riforma sull’aiuto da dare alle giovani generazioni, che spesso sono in difficoltà per il lavoro e per i servizi sociali.

Da diversi anni
i nonni sono lo strumento di welfare più efficace, a cui si appoggiano quelle (poche) giovani coppie che decidono di avere un figlio pur attraverso un’epoca contraddistinta dall’instabilità sociale ed economica.
Nonni e nonne sono dispensatori di coccole e amore, ma soprattutto elemento d’equilibrio per le famiglie, senza i quali mettere al mondo un figlio è un’impresa ardua.

Intorno alla metà di questo secolo
, secondo le previsioni, le persone dai 75 anni in su saranno più della metà della popolazione.
Per fortuna che ci sono le badanti, le case di riposo, le associazioni di volontariato.
E spesso i nonni “in gamba” sono quelli che danno una mano ai nonni in difficoltà.

Per fortuna che tante persone cosiddette anziane sono sempre più dinamiche e invecchiano nel migliore dei modi. La ricchezza dei nonni è il tempo. Alcuni pare abbiano preso l’elisir dell’eterna giovinezza.
Viaggiano, leggono, frequentano corsi di ballo o di pittura, hanno mille interessi, hanno riserve di entusiasmo e di gioia di vivere.

Sono persino capaci di usare il computer e di navigare su internet (ma con l’aiuto dei nipoti!).
Certo, alcuni vecchi hanno mille difetti, rimpiangono il passato, pensano che tutto andrà male, che ai loro tempi…”Se staa mei quand che se staa pess!” (si stava meglio quando si stava peggio).

È vero, sembra che dilaghi la stupidità, il narcisismo, il consumismo, la superficialità. Ma i vecchi hanno poca memoria, ed è facile dimenticare la guerra e la fame. Se non diamo fiducia ai giovani, a chi la dobbiamo dare?

Vivi con Entusiasmo (di Samuel Ullman)
“La gioventù non è un periodo della vita: è una forma del pensiero, è una condizione della volontà, una facoltà dell’ immaginazione, una forza pura dei sentimenti, un predominio del coraggio sulla timidezza e dell’aspirazione di avventura sull’amore di comodità. Nessuno diviene vecchio semplicemente perché vive un certo numero di anni; gli individui invecchiano solo perché disertano i loro ideali. Gli anni rendono rugosa la pelle, ma rinunciare all’entusiasmo rende rugosa l’anima.
Preoccupazione, dubbio, mancanza di fiducia, paura e disperazione, fanno piegare il capo e rigettare nella polvere lo spirito che vuole elevarsi.

Sia a sessanta che a sedici anni vi è nel cuore di ogni essere umano l’amore per la meraviglia, la dolce sorpresa delle stelle e delle cose e dei pensieri che assomigliano alle stelle, l’indomabile sfida agli eventi, l’inesauribile giovanile appetito per il “poi” e la gioia del gioco della vita.
Siamo giovani quanto la nostra fede, vecchi quanto il nostro dubbio; giovani quanto la fiducia in noi stessi, vecchi quanto la nostra paura; giovani quanto la nostra speranza, vecchi quanto la nostra delusione. Rimarrete giovani finché il vostro cuore sarà ricettivo ai messaggi di bellezza, gioia, coraggio, grandiosità e forza della natura, dell’uomo e dell’infinito. Vivi ogni giorno della tua vita come se ti aspettassi di vivere in eterno.”


Forse si invecchia veramente solo quando non ci si stupisce più
, quando si dà tutto per scontato e la vita sembra non riservare più sorprese.
Ma si può essere vecchi e mantenere il gusto della conoscenza e sapersi ancora meravigliare degli insoliti colori di un tramonto, di un fiore che si schiude o di una bambina che ti sorride con aria divertita.

Una nonna scrive:

"Vorrei essere ricordata da mia figlia, nipoti e pro-nipoti, non solo per i buoni pranzi (mi riescono bene, ma le torte meno) ma per quella sono, quello che ho fatto, per i miei valori, la mia personalità.

Le mie battaglie partono dal lontano 1948 con partecipazione attiva, quando fare politica era partecipazione, slancio ideale e culturale per cambiare le condizioni di vita e di lavoro delle donne, conquistare diritti civili e politici per tutte.

Di strada ne abbiamo fatta fino ad oggi, e posso ben dire: anch’io c’ero.  No, non mi sembra proprio il caso di rimpiangere il tempo in cui le donne stavano a casa.

Te lo dice una vecchia ragazza che quel tempo lo ha vissuto. Speriamo bene per le prossime generazioni, che si ricordino da dove siamo passati”.


La mia collega Antonella Baccoli (che saluto) mi aveva mandato la "Storia del Grembiule della Nonna"
“Il primo scopo del grembiule delle Nonna era di proteggere i vestiti sotto, ma, inoltre:
Serviva da guanto per ritirare la padella bruciante dal forno;
Era meraviglioso per asciugare le lacrime dei bambini ed, in certe occasioni, per pulire le faccine sporche;
Dal pollaio, il grembiule serviva a trasportare le uova e, talvolta, i pulcini!; Quando i visitatori arrivavano , il grembiule serviva a proteggere i bambini timidi;
Quando faceva freddo, la Nonna se ne imbacuccava le braccia;
Questo buon vecchio grembiule faceva da soffietto, agitato sopra il fuoco a legna;
Era lui che trasportava le patate e la legna secca in cucina;
Dall' orto, esso serviva da paniere per molti ortaggi dopo che i piselli erano stati raccolti era il turno dei cavoli;
E a fine stagione, esso era utilizzato per raccogliere le mele cadute dell' albero;
Quando dei visitatori arrivavano in modo improvviso era sorprendente vedere la rapidità con cui questo vecchio grembiule poteva dar giù la polvere;
All’ora di servire i pasti la Nonna andava sulla scala ad agitare il suo grembiule e gli uomini nei campi sapevano all' istante che dovevano andare a tavola;
La Nonna l’utilizzava anche per posare la torta di mele appena uscita dal forno sul davanzale a raffreddare… Ci vorranno molti anni prima che qualche invenzione o qualche oggetto possa rimpiazzare questo vecchio buon grembiule.”

I nonni sono spesso in adorazione dei loro nipoti.
Sanno trasformare le lacrime in speranza, invitano i nipoti a lottare, a non mollare. E sono apprensivi, spesso i nonni sono gli ultimi a sapere le cose tristi perché si ha paura di farli inquietare.

A scuola una mia bambina (adesso è grande) aveva scritto:
Vorrei vedere mia nonna almeno una volta…guardare com’era…
Desidererei veder resuscitare i miei nonni morti, giocare con loro almeno per un giorno.”


E allora mi commuovo, e penso a quando il mio Andrea faceva la festa di compleanno lo stesso giorno della nonna Virginia. Era una festa, tra bambini che giocavano (vedi foto, con le cugine di mio figlio) e le amiche della nonna che venivano a salutarla.

Una bambina ha scritto
Ricordati di non morire”.
Un nonno e una nonna chiudono gli occhi pensando ai loro nipoti. E dal cielo li amano, sempre e per sempre.
 
“I vecchi quando accarezzano hanno il timore di far troppo forte” (De André)

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo.

maestro John Comini

PS.- Dimenticavo: sono vecchio anch’io, tra poco andrò a giocare a bocce o ad osservare i lavori nei cantieri.



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