05 Agosto 2018, 09.25
Blog - Maestro John

Ti sposerò perchè...

di John Comini

Dedicato al mio carissimo nipote Filippo Ardesi, che è “convolato a giuste nozze” (si dice ancora così? mah!) con la bella Serena Villani 


È incredibile. Con tutto quello che succede nel mondo, con tutte le brutte notizie e le difficoltà dell’esistenza, c’è ancora gente che si vuol bene. Che si ama. Ma dai! E non solo. Ci sono ancora persone che si sposano. Impossibile! E non è tutto. Si sposano in chiesa! Miracolo! Con tutte le coppie che scoppiano! Ormai quasi nessuno si sposa. Ormai si convive. È una vita precaria, e anche l’amore più travolgente ha paura di esporsi ad un sì definitivo. Come canta De André: 
 
“Ma guardate il sorriso guardate il colore
come giocan sul viso di chi cerca l’amore
ma lo stesso sorriso lo stesso colore
dove sono sul viso di chi ha avuto l’amore?”
 
Eppure c’è ancora qualche innamorato pazzo che si sposa. In chiesa, con tanto di cerimonia sacra,con foto di rito e parenti festanti. Proprio come una volta. Che bello!
Uno dei misteri del mondo è l’amore. Vasco Rossi canta che “la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia”. Eppure è “l’amor che move il sole e l’altre stelle”, e con Dante siamo tutti d’accordo. 
 
L’amore fa cantare i menestrelli, fa scrivere i poeti, fa dipingere i pittori, fa inviare SMS e cuoricini, fa sussurrare parole misteriose agli innamorati, di solito sotto la luna. E sotto la luna canta l’innamorato disperato che aspettano l’amata, che (per il gioco dell’amore e del caso) è andata con un altro. Come canta il grande Jannacci:
 
“La luna è una lampadina attaccata sul plafone, e le stelle sembrano limoni tirati nell’acqua. E io son qui, sul marciapiede, che cammino avanti e indietro, Lina, e mi fanno male i piedi, Lina! Lo sanno tutti che sei su con Nino il barbiere perché ha un mucchio di soldi… Il 31 (inteso come tram) è già passato, di 28 non ce n'è più, mi tocca andare a casa a piedi, Lina! E mi fanno male i piedi, Lina, oh Lina!”
 
Ah l’amore, quanta sofferenza! Perché i piaceri d’amore non durano che un attimo, ma i dolori d’amore durano un’eternità.
Venditti canta che “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano,
amori indivisibili indissolubili inseparabili…”
 
Qualcuno sostiene che l’amore vero non esista, che sia una questione di chimica. Come cantava ancora Faber, ne “Il chimico”, che sposava l’ossigeno e l’idrogeno ma non riusciva a capire perché le persone si combinassero “attraverso l’amore affidando ad un gioco la gioia e il dolore”. Tutta questione di chimica, altro che cuore. Qualcun altro sostiene che sia una questione di fortuna, di incontri giusti al momento giusto. “Era una vita che ti stavo aspettando”.
 
Massimo Gramellini tempo fa aveva chiesto a due coniugi, Rosaria e Pasquale, 
alla vigilia delle nozze d’oro (50 anni insieme), di raccontare il loro amore infinito, l’uno di nascosto dall’altra. Ecco le loro simpatiche e “vere” risposte…
 
Rosaria: «Lui è un disastro d’uomo. Abbiamo passato la vita a litigare. Il battibecco comincia sempre con me che lo sgrido per qualcosa che fa male o che dovrebbe fare e non fa. È pigro, pasticcione, disordinato. E la pensiamo al contrario su tutto. A me piacciono le canzoni, a lui le partite. Pure in chiesa, io mi siedo in prima fila e lui in ultima. Non andiamo d’accordo su niente, tranne che sul fatto che non andiamo d’accordo… La pazienza. Il segreto è la pazienza. A Procida c’è un proverbio:  “primo anno core a core, secondo anno culo a culo, terzo anno vaffanculo.” Finito l’incantesimo, arriva il sacrificio. Ma ogni volta che mi veniva la tentazione di lasciarlo, pensavo: questo è un disastro d’uomo, ma un altro rischia di essere pure peggio. Avevo una famiglia separata alle spalle. Tenere unita la mia è stato lo scopo della mia vita. Se tornassi indietro, lo risposerei. Ero veramente innamorata, dopo tutto. Certo, se ci ripenso… Col fatto che si svegliava all’alba bisognava dargli da mangiare a mezzogiorno in punto. E se la pasta era in ritardo di cinque minuti cominciava a strillare. Sono io il padrone di casa, diceva. Lo dice ancora adesso e glielo lascio credere. Lui è il padrone, ma chi comanda sono io». 
 
Pasquale: «Lei è precisa. E rompe, rompe. ‘Nu martello. Ma perché le donne non si stancano mai di dirci come vanno fatte le cose? A me passerebbe la voglia dopo due minuti. E poi sono strane. Io posso cambiare la macchina e non mi dice niente, ma se mi azzardo a prendere un chilo di pesce succede il finimondo… Chi comanda in casa? Diciamo che a grandi linee gestisco io. Nel senso che lei comanda e io eseguo. Lei la mente, io il braccio. A una certa ora metto il cappello del tassista e la accompagno a fare la spesa. Ma io resto fuori, perché manco ‘nu biscotto mi fa comprare.»
 
Ma che bello questo amore! 
 
Pensando a Filippo e a Serena, non so perché abbiano deciso di sposarsi. Mi viene in aiuto Eros Ramazzotti…
 
“Ti sposerò perché mi sai comprendere
e nessuno lo sa fare come te

ti sposerò perché hai del carattere
quando parli della vita insieme a me…

ti sposerò perché ti piace ridere
e sei mezza matta proprio come me…
e poi perché io so già che se litighiamo io e te
non stiamo mai più di un minuto col cuore arrabbiato

Ti sposerò perché ami viaggiare e poi
stare in mezzo alla gente quando vuoi

ti sposerò perché sei un po’ testarda 
ma quel che conta onesta…

ti sposerò perché per un tipo come me sembri fatta apposta
e poi perché se chiedo a te fiducia
e un po’ di libertà non dici no…”
 
In ogni caso, e questo è sicuro, è l’amore che li ha fatti sposare.
La mia amica Ceci, di Villanuova,  mi ha fatto leggere l’omelia di don Marco Mori in occasione del matrimonio della figlia Daniela Zambelli con Paolo Busseni (che crea delle icone straordinarie). Don Marco si è rivolto agli sposi come se a parlare fosse Gesù.
 
“Carissimi, io ho un desiderio per voi oggi, un regalo: che possiate guardare il vostro amore che si unisce in matrimonio con i miei occhi. Avete bisogno di questi occhi per capire e per vedere ciò che oggi si celebra nel più profondo di voi stessi, questa danza di vita di cui oggi voi siete testimoni e autori nello stesso tempo. Io vorrei prestarvi i miei occhi, il mio sguardo profondo che abbraccia l’universo, che ha creato questa vita, che ha fatto incontrare e ha seguito il vostro amore. Quello sguardo che ha incrociato gli occhi della Samaritana al pozzo di Giacobbe: occhi assetati di vita, di acqua vera, non inquinata, come i vostri occhi oggi, desiderosi di una nuova vita insieme profonda e feconda. Vi dono quello stesso sguardo che ha amato tutti gli uomini: oggi io vedo il matrimonio all’interno della storia più grande che vi circonda, che vi chiama, che vi interroga…

Non pensate che i miei occhi siano diventati stanchi di guardare o vedano solo realtà negative: oggi è un giorno di festa per voi, ma lo sarà nella misura in cui inserite questa vostra festa in questo vostro mondo e in questa vostra epoca…Vi sposate insieme perché insieme guardiate il mondo con i miei occhi, non per giudicarlo, ma per amarlo… Questo è il mistero che celebrate adesso: voi siete i miei occhi per gli altri. Voi siete la mia icona, perché l’icona è una finestra aperta sul mondo di Dio. Voi diventate quella finestra, che congiunge misteriosamente ma realmente gli uomini con Dio, la storia con l’eternità: è la possibilità di essere questa icona il regalo che io vi faccio. Quando vi sentirete un po’ stanchi, ricordatevi che io mi sono fidato di voi, perché io vi ho amati prima che voi cominciaste ad amarvi reciprocamente… Amate e non stancatevi di amare.”
 
Claudia De Lillo (elastigirl) ha scritto queste stupende parole…
 
“Elastigirl non crede in dio.
elastigirl non si è sposata in chiesa.
elastigirl è convinta che il matrimonio sia un fatto privato e laico.
però elastigirl crede nel matrimonio.

perché sposarsi, al momento, è il modo più efficace per dire ‘ho scelto te’.
proprio te, tra tutti quelli che ho incontrato e incontrerò. 

ho scelto te perché con te voglio vivere, perché con te voglio ridere e litigare, costruire e smontare, essere allegra e essere triste.
perché con te voglio pensare al futuro, perché con te voglio dividere il mutuo e l’assicurazione dell’auto.

ho scelto te perché voglio che i miei figli ti somiglino, ho scelto te perché con te mi sento meglio e migliore, ho scelto te perché tra 50 anni ti vorrei ancora qui, vicino a me.”
 
Quanto a me, accetto cose da mia moglie (la mia attuale compagna) che non accetterei mai da nessuna, neanche fosse Monica Bellucci! Sarà perché le voglio bene? O sarà perché mi ha addomesticato come un cane fedele? Mah… Prima di sposarmi mi faceva torte di mele a ripetizione, dopo: forno chiuso. Prima di sposarmi era felice di vedermi, dopo: “Set amó ché?!” Ha fatto di tutto per sposarmi, e adesso… Le sue amiche dicono che sia innamorata di me. Mah… Mi ha detto di sì una volta sola, in chiesa, il giorno delle nozze. Poi, più nulla. Io invidio il Commissario Montalbano: la sua donna è lontana e si vedono poco, la sua “aiutante” Adelina gli prepara piatti squisiti e gli pulisce la casa con vista sul mare…Va beh, ogni tanto incontra qualche omicidio, ma… c’est la vie!
 
Ovviamente sono battute…vorrei vivere ancora qualche giorno in letizia (immagino che Emi dirà: “Chi è questa Letizia?!”) Ah l’amore!
A Filippo e Serena non ho consigli da dare. Saggio è colui che ha sbagliato più degli altri. Posso solo citare un brano della Signora Maria…
 
“Podress dif che il vostro matrimonio sarà tutto rose e fiori, che sarà eterno amore. No eh! Mè le bale le chénte mia sé. Ve dise apena che dele olte ve ciapirì per el còl,  dele olte garì voia de turnà endrè… atenti pötei, che se fa prest a dì basta e a sparter i cűciar… Però ve dise che se voter ve vulì bè, töt el rest el chönta mia… E tutti insieme vi cantiamo: Dille dille dille alla mia sposina che io l’amo che l’amo tanto, di un amore sincero e santo, e le mie gioie le mie gioie e i miei dolor…”

Auguro a Filippo e a Serena una felicità infinita… come il loro amore.
 
“E si amarono l’un l’altro sospesi su un filo di neve.”
(Maxence Fermine)
 
 zio John
 
Le immagini si riferiscono al matrimonio di Filippo e Serena, presso la chiesa di San Giovanni in Tuba, a Duino-Aurisina, in provincia di Trieste (photo by Ilaria&Andreaweddingphotography)

Nella seconda foto i miei simpatici nipoti (da sinistra) Leonardo, Nazarena, Filippo, Rosario, Romualdo e Ludwig, tutti figli di mia sorella Valentina.
 


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