30 Settembre 2018, 10.30
Maestro John

W il parroco!

di John Comini

Domenica pomeriggio il simpatico don Alessandro Tuccinardi farà i primi passi del ministero di parroco nella comunità cristiana di San Lorenzo in Manerbio..


...Ci sarà una sacco di gente che verrà da Gavardo, da Villanuova in pullman e certamente ci saranno molti sacerdoti e chierici che l’hanno conosciuto ad apprezzato per le sue doti umane e la sua grande sensibilità.
Sostituirà monsignor Tino Clementi, nato nel 1944, chiamato dal vescovo di Brescia a guidare l’eremo di Breno. Perché, si sa, per i preti non c’è riforma pensionistica che tenga: un sacerdote lo è per sempre!

Don Alessandro ha 53 anni e dal 2005 è stato vicedirettore del Seminario.
L’ho conosciuto grazie all’amica Caterina Manelli in occasione dello spettacolo “All’occhio, Pinocchio!” recitato dai simpaticissimi seminaristi, durante la Festa dell’Immacolata nel 2015.
Si trattava della storia di un gruppo scalcinato intento a fare le prove in un vecchio teatro.
Pinocchio era recitato dal bravo e biondo Davide Catterina, mio alunno ora alle Medie.

Il Narratore era Denny Sorsoli, il Regista e l’Aiuto regista Luca Signori e Filippo Zacchi, il Grillo Parlante Simone Toninelli, Lucignolo Giovanni Bettera, il Ciclista era (ovviamente!) Lorenzo Bacchetta, gli Attori erano Diego Taddei, Claudio Pasini, Michele Dosselli e Matteo Piras, il Vecchietto era don Luca Biondi, i tecnici di scena erano Diego Amidani e Daniel Pedretti, il giudice era Attilio Vescovi, il direttore del circo e il Pazzariello erano Stefano Pè ed il carissimo Luca Galvani, il Clown era don Stefano Ambrosini (che bello pensare ad un prete che attira i fedeli con la magia!), Mangiafuoco Davide Raccagni, il Gatto e la Volpe erano Alex Recami e Federico Corsini, il Contadino Andrea Sabattoli, la Fatina era Maria Baronchelli, altri attori erano Silvia Zucchetti, Elisa e Domenico Catterina, Teresa era Antonella Pialorsi, la Signora Maria era (ovviamente!) Paola Rizzi, Suor Gesulina era Caterina Manelli, i carabinieri Michele Rinaldi e don Luca Sabatti, fotografo di scena Nicola Mossi, collaborazione tecnica di Sara Ragnoli e Luca Lombardi.

Io dirigevo il tutto, ma dietro le quinte c’era sempre l’occhio attento e buono del caro don Alessandro, che aveva trovato questo modo diverso di parlare della Misericordia e della comunione tra le persone, seguendo con affetto la sua banda scatenata di futuri sacerdoti. Grande!

Ma pensavate che don Alessandro facesse un ingresso da nuovo parroco in modo tradizionale?

Macché! Ieri, sabato, è partito a piedi dal Seminario Diocesano di Brescia, con alcuni amici di diverse vocazioni, camminando verso la comunità cristiana di San Lorenzo, con sosta di preghiera e riposo presso le Madri Canossiane di Bagnolo.
E oggi alle ore 8 ha fatto tappa al Santuario della Madonna della Stella, poi in pellegrinaggio proseguirà insieme con quanti desiderano condividere il cammino, in ascolto della Parola di Dio, verso Manerbio, con sosta verso la chiesa dello Spirito Santo.

A don Alessandro vorrei dedicare questo mio ALFABETO del nuovo parroco…


A come Accoglienza, anche di chi è lontano, anche di chi non crede ma che cerca di vivere una vita coerente

B come Bambini (i più amati da Gesù: se non diventerete come bambini…)

C come Confessione (come il curato d’Ars: confessare, confessare, confessare, seduto per ore e ore…)

D come Donare, e spesso nel donare c’è più gioia che nel ricevere…

E come Emozioni, lasciarsi trasportare dalle emozioni, emozionarsi vuol dire Essere

F come Felicità, felici di sapere che siamo tutti figli di Dio, e anche se siamo peccatori Lui ci aspetta come un Padre misericordioso…che bellezza!

G come Gesù…perché, come scriveva Bernanos nel “Diario di un curato di campagna”, “Tutto è Grazia”

H come Hello! (don Alessandro, lo sai l’inglese? O sai solo il latino? Eh eh  eh!)

I come Insieme, insieme a tutti, ricordandosi che ci sono anche gli anziani, gli ammalati e le persone sole (e spesso chi è solo ha paura a farsi vedere…)

L come Libertà, che, come canta Jovanotti, è “preziosa e fragile, instabile e precaria, ha mille rughe ma è sempre giovane”, perché siamo tutti un po’ schiavi di qualcosa, dello smartphone o delle idee preconcette…

M come Madonna, la mamma di Gesù…Te lo scrivo in dialetto: “En Paradis ghè una finestra coerta de fiur miticc lé dale mà dela Madóna, e da chela finestra i pöl nà denter i peccatori, e el Signur el sèra un öcc perché l’è la finestra dela sò mama.”

N come No, perché un pastore di anime a volte deve avere il coraggio di dire di no…

O come Omelia (corta ma breve, come diceva quel tale di Salò!)

P come Preghiera (non quella dei “farisei”, che pregano pregano e si sentono gli unici depositari della giustizia e poi non aiutano chi soffre accanto a loro)

Q come Quaresima (io la faccio da quando mi son sposato, anche se tu, caro don Alessandro, sostieni che mia moglie sia un  tesoro, ma non la conosci bene, eh eh eh!)

R come Rispetto di tutti, anche delle opinioni altrui, e non è facile di questi tempi…

S come Silenzio per ritrovare il senso della vita

T come Tabernacolo

U come Unità tra le persone, e ne abbiamo tanto bisogno…

V come Vita, la cosa più difficile e fantastica che ci sia

Z come zuzzurellone (hai presente San Francesco, giullare di Dio?)

Su “Famiglia Cristiana” ho trovato questa bellissima riflessione dal titolo: Che gioia essere preti.

“In questi giorni stiamo assistendo a scandali, rivelazioni, abusi che riguardano i preti.
Consapevole di tutte le storture presenti nella Chiesa, volevo parlare del bene che molti sacerdoti seminano.
Preti curvati sui mille bisogni che ogni uomo porta con sé. Preti che pregano per e con i propri fedeli. Uomini della relazione vera che nasce da Dio.
Persone che sanno irradiare il Vangelo. Sacerdoti che celebrano il grande mistero della Messa e vogliono donare la vita sul modello di Cristo. Capaci di offrire il perdono di Dio.
Persone sante non perché abbiano grandi qualità, ma per l’umiltà con cui si mettono a disposizione di chiunque voglia conoscere Gesù.

Uomini che vivono la profonda gioia interiore che nasce dall’incontro con Gesù risorto.
Persone trasparenti nella relazione con il denaro, con le cose, con le stesse persone. Celibi perché pieni dell’amore di Dio che profuma la vita del prete verso orizzonti grandi.
Quanti preti ho trovato sul mio cammino che vivono in questo modo la propria missione. Per questo esiste ancora una Chiesa di popolo, incarnata nella gente. Per questo i laici vogliono fare i laici e i preti vivere appieno il loro ministero. Prezioso, insostituibile, necessario. Sono questi i preti che fanno ancora amare la nostra splendida Chiesa.”


Quando il mio caro amico don Paolo Goffi stava per diventare sacerdote, ha scritto queste stupende parole: “Ringrazio il Signore che, nella Sua Misericordia, mi accompagna con la sua mano in questi giorni di preparazione, permettendomi di arrivare al grande giorno con serenità, per viverlo in intensità.
Per un tipo come me, tutto ciò è stato molto strano; dovrei essere apprensivo per il passo che sto per compiere, invece sono sereno, contento di quanto sto vivendo. In questo mio ruolo mi ci trovo proprio bene, son felice che il Signore mi abbia complicato la vita quando l’ho incontrato, sono contento di avergli detto “sì” anche se questo “sì” non sempre esce naturale e gioioso come Lui vorrebbe.
Penso che possiate capirmi: con Dio ho intravisto la strada per dare un senso alla mia vita. Lo so; quella del prete non è una vita facile, ma quanto ho sperimentato in questi anni mi fa dire che vale la pena di essere vissuta, perché col signore tutto diventa facile, Lui non lascia mai soli…”


Ricordo che venerdì 5 ottobre
nella splendida chiesetta di Limone di Gavardo ci sarà l’11° incontro con i Curati di un tempo, con i semplici “Don” (anche se adesso tutti promossi Parroci), un piccolo viaggio indietro nel tempo, anni ’70 o poco più: Oratorio, U.S.O., Livemmo, Valledrane, Scout ecc.
Ci sarà una bellissima Messa celebrata da uno stuolo di amici sacerdoti, cantata con tanto di chitarre suonate da musicisti provetti.
C’è persino la batteria suonata dal grande Marco Franzini, padre di due meravigliose ragazze, Ruchita e Deepa (i loro nomi significano rispettivamente Bellezza e Luce…è una cosa che mi commuove…)

Poi ci sarà una bella serata conviviale,
con sorrisi e abbracci e ricordi.
Mi ha promesso che verrà anche il caro don Gabriele Banderini, che quest’anno ha festeggiato i 30 anni di sacerdozio. Grande don Gabriele! E grandi tutti i sacerdoti, che danno una mano a migliorare questo piccolo, grande mondo!

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo,
maestro John

Nelle foto:
1) don Alessandro con alcuni seminaristi
2) don Eugenio, don Luciano, don Flavio, Mons. Cesare (lui ha fatto carriera, eh eh eh) ed il mio caro amico e coscritto don Paolo
3) don Gabriele con Marco Franzini (quando era presidente dell’Oratorio, adesso suona con il gruppo Km.0 ma non disdegna di suonare con il suo grande amico Gigi)
4) una bella foto-ricordo



Commenti:
ID77682 - 30/09/2018 12:47:59 - (cesarinacattaneo) - FOTO

non so se è il mio computer ma a casa mia le foto non riesco a visualizzarle:sono tutte bianchegrazie

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