Raccolta differenziata e filiera del recupero
di Valerio Corradi
In attesa della nuova gestione dei rifiuti urbani prevista per il 2018 proviamo a capire se e quanto anche l'economia locale -per posti di lavoro e sviluppo "green" - dipenda dal corretto recupero dei materiali
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In attesa della nuova gestione dei rifiuti urbani prevista per il 2018 è opportuno ribadire che dal nostro semplice gesto quotidiano di differenziare (o meno) i rifiuti dipendendo la sostenibilità della filiera del recupero, posti di lavoro e la possibilità che si sviluppi una green economy.
La crescente importanza economica del settore del recupero dei rifiuti in Italia e in Europa contribuisce a ribadire l’importanza di tutte le figure (cittadini, enti locali, operatori, imprese, ecc.) coinvolte nelle fasi di raccolta, trattamento e recupero dei rifiuti.
La filiera del recupero e del riprocessamento dei materiali è caratterizzata da una forte innovazione tecnologica e il suo efficientamento garantisce una riduzione dei rifiuti smaltiti in discarica o mediante incenerimento.
Inoltre contribuisce a ridurre l’uso di materie prime nei processi industriali, alla riduzione dei consumi energetici e di emissioni di CO2 climalteranti, alla riduzione delle emissioni atmosferiche direttamente o indirettamente connesse ai cicli produttivi e la riduzione dei consumi idrici e delle emissioni idriche.
Il potenziamento della fase della raccolta dei rifiuti urbani, ad esempio tramite sistemi porta a porta o misti porta a porta/cassonetto è la prima e cruciale fase per sostenere la selezione e il recupero delle cosiddette materie prime secondarie da avviare agli impianti industriali di produzione di carta e cartone, vetro, plastica, acciaio, alluminio, pannelli in legno e materiali da costruzioni.
Cartiere, vetrerie, acciaierie, lavorazione polimeri, produzione truciolati sono solo alcune delle attività industriali che oggi dipendono in misura crescente dalla raccolta differenziata.
In molti comparti l’utilizzo delle materie prime secondarie rappresenta una quota preponderante in rapporto all’uso delle materie prime e delle materie vergini.
Il rapporto annuale sul riciclaggio dell’Unione nazionale delle imprese del recupero informa che per acciaio, alluminio, carta e vetro, oltre il 50% degli input alla produzione del “nuovo” materiale è costituito da materie secondarie.
Il tutto determina un situazione per la quale nel settore dell’acciaio e metalli, l’utilizzo di materiali recuperati rappresenta quasi il 64% della produzione finale di metalli, nel settore della carta e cartone oltre il 55% della produzione di carta e cartone, nel vetro cavo oltre il 50%, nel settore della plastica il 18%.
Differenziare è quindi un gesto di responsabilità che può rendere la nostra economia più sostenibile e incentivare tipi di green economy e di green jobs.
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