25 Maggio 2013, 12.00
Garda
Sequestro

Tutto regolare, la ciclabile torna in pista

Il Tribunale del Riesame ha trolto i sigilli alla pista ciclabile che passa per Moniga, che nei giorni scorsi era finita nel mirino del Corpo Forestale dello Stato per presunte irregolaritŕ di tipo ambientale

 
Il sequestro non è adeguatamente motivato. I sigilli vanno tolti.
Lo ha stabilito il Tribunale del Riesame invocato dalla ditta che sta lavorando su quel tratto di pista ciclabile, destinata a collegare Sirmione con Salò, finito nel mirino del Corpo Forestale dello Stato per la presenza nel cantiere di vecchie traversine ferroviarie.
 
Secondo gli uomini del Comando di Salò quel materiale, imbevuto di «creosoto», liquido derivato dal petrolio e potenzialmente cancerogeno se finisce a contatto con la pelle, non doveva essere sistemato lungo il tratto che collega il Perlino di Manerba con via Casali a Moniga.
Per il Cfs al posto delle traversine recuperate dai tracciati ferroviari doveva esserci un rivestimento di pietra, come previsto da progetto esecutivo.
 
La Marzocchi di Calvisano, costretta dai sigilli al fermo dei lavori, si è rivolta all’avv. Sergio Arcai e ha impugnato il sequestro probatorio.
Il legale dell’azienda ha fatto notare innanzitutto come, nella forma, il provvedimento non fosse adeguatamente motivato e quanto, nella sostanza, fosse del tutto ingiustificato.
Le traversine, ha illustrato la difesa, erano infatti utilizzate provvisoriamente per contenere il rischio che,con le frequenti e copiose precipitazioni degli ultimi mesi, il cantiere venisse invaso da fango e da acqua.
E, in ogni caso, sarebbero state rimosse a lavori ultimati e mai sarebbero venute a contatto con gli utenti della pista. Quanto alla difformità con il progetto, che prevede pietra quale rivestimento del terrapieno, l’avv. Arcai ha sottolineato un possibile errore nel fascicolo raccolto dalle guardie del Corpo Forestale dello Stato e quindi anche nelle loro valutazioni.
I giudici del Riesame hanno dato ragione alla Marzocchi di Calvisano e annullato il provvedimento di sequestro autorizzato dalla Procura.Manca in particolare l’individuazione del riferimento normativo che sarebbe stato violato, quindi il presupposto per il sequestro.
 
A sostegno delle tesi della Marzocchi e della regolarità dei lavori nei giorni scorsi era intervenuto anche l’assessore provinciale ai Lavori pubblici Mariateresa Vivaldini. «L’uso delle traversine - aveva spiegato - è provvisorio. Chi sta eseguendo i lavori si è trovato costretto ad utilizzarle per contenere il terreno, soprattutto in questi giorni di forti piogge in cui il terreno è molto fangoso. Inoltre - aveva continuato l’assessore - quelle utilizzate sono state bonificate e certificate».
 
Fonte: Giornale di Brescia

 


Commenti:
ID32357 - 25/05/2013 13:18:55 - (lucaz) - Come si fa a bonificare le traversine ferroviarie

e reimpiegarle per una struttura pubblica senza che possano con assoluta certezza recare danno alla salute delle persone?

ID32359 - 25/05/2013 13:24:13 - (Borni) - Non avevo duddi...

Complimenti al lavoro svolto dal giudice del Tribunale del Riesame e all' avv. Arcai. Ora qualcuno dovrà riconoscere i danni subiti per il fermo cantiere e per l' immagine dell' azienda coinvolta! Grazie Direttore x la collaborazione!

ID32374 - 25/05/2013 15:00:09 - (Giacomino) - Quando si prendono

fischi per fiaschi. Anche guardando le foto si capiva che quelle traversine erano li in fase del tutto provvisoria.

ID32391 - 25/05/2013 20:22:10 - (Ernesto) -

prima di mettere sotto sequestro un cantiere, non sarebbe meglio fare accertamenti?????eccesso di zelo del c.f.????

ID32418 - 26/05/2013 23:24:36 - (ric) -

se mettessero SEMPRE tanto zelo .......peccato lo mettano in modo particolare quando c' da chiudere cantieri, esequestrare ad imprenditori,(vedi il caso riva,Ilva di Taranto) ora 40000 persone rischiano di rimanere senza lavoro,beh tanto non c' disoccupazione in Italia, possiamo permettrcelo.....Se certi giudici non si tolgono la toga rossa di dosso non so che fine faremo, sempre pi gente entra in Italia e quindi c' sempre pi bisogno di lavoro e cosa succede? Imu sui capannoni,Ilva che chiude,Banche con danno i soldi alle ditte .......avanti cos VIVA L'ITALIA!!!!

ID32419 - 26/05/2013 23:34:42 - (ric) -

commenti tipo questo di Baldo degli Ubaldi sul primo articolo spero facciano riflettere tanto quanto fanno senz'altro riflettere e discutere sul razzismo certi miei commenti ."In galera e via la chiave."scriveva Baldo degli Ubaldi......in galera per cosa? perch ho messo dei ripari provvisori perch la pioggia non mi rovini il lavoro fatto? ma per piacere,STAVOLTA SONO PIENAMENTE DACCORDO CON ERNESTO PRIMA DI METTERE SOTTO SEUESTRO UN CANTIERE NON SAREBBE MEGLIO FARE ACCERTAMENTI? no, in Italia intanto si sequestra, poi si arranger limprenditore a prendere l'avvocato, anticipare spese processuali etc.etc.etc. avanti cos VIVA L'ITALIA!!!!

ID32422 - 27/05/2013 07:28:16 - (bob63) -

Troppo potere a persone "tutte chiacchere e distintivo", in Italia manca collaborazione tra istituzioni e cittadini, ad Agnosine una' azienda edile ha depositato in via temporanea una parte di laterizi derivanti da una demolizione in un piazzale (alla luce del sole) in attesa di completare i lavori e poi tramite un camion, portare in completo allo smaltimento ( che altro non e' che un trituratore) il CPF ha ben pensato di mettere tutto sotto sequestro, furgone e il piazzale incluso di proprieta' comunale, dopo una multa salata all'impresa, attualmente il sito e' ancora sotto sequestro da 3 mesi dimenticandosi che lo stesso non e' altro che un vecchissimo deposito di scoria di acciaieria. Non sarebbe stato meglio verificare le buone intenzioni dell'azienda edile e buonanotte? no meglio mettere il bastone tra le ruote di chi lavora.

ID32435 - 27/05/2013 09:08:59 - (senonoraquando2013) -

Concordo sulla necessita' che il Corpo Forestale avrebbe dovuto essere piu' prudente e svolgere indagini piu' approfondite; si sarebbero evitate procedure, danni e spese. Per Ric: purtroppo i giudici sono una casta e basta, non li definirei rossi, e' un errore catalogarli con la politica.

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