23 Gennaio 2016, 17.45
Gavardo
Immigrazione

Accoglienza in un'ottica di sostenibilità e giustizia sociale

di Cesare Fumana

Un interessante e costruttivo confronto sul tema delle migrazioni e dell’accoglienza quello andato in scena venerdì sera a Fabula Mundi, con due esperti e due amministratori locali, i sindaci di Collebeato e di Gavardo


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Un incontro per fornire dati e informazioni corrette sul tema caldo dell’immigrazione e sull’accoglienza quello offerto dalle Acli provinciali venerdì sera a Gavardo, al termine del percorso di geopolitica internazionale Fabula Mundi.

Coordinati da Massimo Tedeschi, alla tavola rotonda sono intervenuti Valerio Corradi, docente presso l'Università Cattolica di Brescia, e membro del centro studi sull’immigrazione dell’ateneo; Sandro De Toni, project manager del centro migranti e della Caritas di Brescia; i sindaci di Collebeato, Antonio Trebeschi, e di Gavardo, Emanuele Vezzola.

Il prof. Corradi ha presentato un’analisi della presenza dei migranti a Brescia e provincia, sfatando alcuni luoghi comuni sul tema immigrazione. Attualmente sono presenti nel bresciano 160.000 immigrati: l’85% vi risiedono regolarmente e stabilmente (iscritti alle anagrafi dei comuni); un altro 5% è residente ma non iscritto alle anagrafi e il 10% sono gli irregolari.

Gli immigrati rappresentano il 13% della popolazione provinciale; il 18% in città.
In Valle Sabbia sono 9.300, l’11% della  popolazione; a Gavardo 1.700, il 14%.

La presenza di irregolari viene stimata in circa 20mila persone.

De Toni ha illustrato invece la situazione dei profughi, più correttamente indicati come Richiedenti protezione internazionale. Nel bresciano, al momento, sono 1.360.
Solo una piccola parte sono inseriti nel progetto Sprar, che coinvolge enti locali e soggetti del terzo settore.
La maggior parte (circa 1.000) sono inseriti nei Cas, Centri di accoglienza straordinari, in pratica gli alberghi.

Nell’ambito dell’accoglienza sono coinvolte anche 18 parrocchie e gruppi Caritas che ospitano 72 profughi.
L’accoglienza così organizzata funziona per un anno, il problema che si deve affrontare da subito sarà anche quello di cosa succederà a questi profughi alla scadenza.

Il sindaco di Cellatica ha portato la sua esperienza positiva con l’iniziale accoglienza di 3 profughi africani, inseriti nel progetto Sprar, poi l’ospitalità si è allargata ad altri 3 pakistani e ad altri 5 profughi. Oltre ai corsi di lingua e formazione con la cooperativa Adl Zavidovici, i ragazzi sono stati impegnati in lavori socialmente utili. L’accoglienza era già stata preparata con iniziative sulla mondialità per cui la popolazione non ha manifestato contrarietà.

Per Gavardo, la situazione si è presentata in maniera diversa. C’è stata l’accoglienza per un periodo di 5 profughi a Sopraponte, seguiti dal Consorzio Laghi.
La situazione dell’immigrazione gavardese è differente rispetto a Collebeato, dove solo il 5% sono immigrati. A Gavardo gli immigrati sono circa il 14% della popolazione, con una concentrazione nel centro storico.
Il problema di queste ondate migratorie – ha spiegato il sindaco Vezzola – si è manifestato in questi anni di crisi, dove purtroppo anche molti italiani hanno perso il lavoro, cercando sostegno presso i  Servizi sociali del Comune.
Se per la maggior parte degli italiani c’era una rete parentale a cui rivolgersi, per gli immigrati questa non c’era, per cui l’amministrazione pubblica è intervenuta a sostegno di questi bisogni.

L’evento che ha suscitato contrarietà a Gavardo è stato quando nottetempo, sono stati collocati 30 profughi in appartamenti del centro storico, messi a disposizione di un privato, senza informare preventivamente l’amministrazione comunale.

A ciò si aggiunge la perplessità dovuta al fatto che questi profughi non sono inseriti in programmi di formazione e sono lasciati in balia di se stessi.

La realtà bresciana, per la consistenza del fenomeno immigrazione e per i già molti anni con cui si fa i conti, si sta dimostrando un laboratorio a livello nazionale.
Un fenomeno con cui bisogna fare i conti, visto che le proiezioni dicono di un aumento progressivo della loro presenza, ma dove manca una politica nazionale.
Infatti, su questo tema è stato demandato tutto alle amministrazioni locali. Ad esempio, il mondo della scuola bresciano ha dimostrato un buon laboratorio di integrazione.
Sia gli esperti, sia gli amministratori hanno auspicato che il fenomeno dell’immigrazione e dell’accoglienza venga governato in un’ottica di sostenibilità e di giustizia sociale per tutti.
Solo così si possono evitare derive di intolleranza e di xenofobia.



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